Proprio nel giorno di San Valentino la Microsoft ha deciso di chiudere definitivamente il browser Internet Explorer, fonte di meme infiniti sui social network. Il browser, morto ufficialmente oggi, era aperto dall’agosto del 1995 ed è stato oggi definitivamente rimpiazzato da Edge.

Già nel giugno del 2022 si era arrivati a una stretta per Explorer, che non era più fruibile nei dispositivi di nuova generazione. Da oggi però tutti i device  con il browser ancora attivo saranno costretti all’aggiornamento che porterà a rimpiazzare lo storico Explorer con Microsoft Edge. Nel comunicato stampo dell’azienda di Redmond leggiamo: “Lo scopo è fornire una migliore esperienza utente e aiutare le organizzazioni a trasferire gli ultimi utenti IE11 su Microsoft Edge”.

Negli anni novanta, con l’esplosione di internet reso accessibile anche alle persone comuni, Explorer sfidava, vincendo senza una vera e propria gara, Netscape Navigator. Con l’uscita di Mozilla Firefox e Google Chrome prima e Safari e Opera dopo però la sfida di browser non era più possibile da affrontare. Da diversi anni la Microsoft era diventata fonte di meme in cui si scherzava sulla lentezza del suo browser in confronto ai diretti concorrenti sul mercato.

Come accadde per Msn Messanger anche Internet Explorer sta diventando fonte di grande nostalgia da parte di quella generazione che oggi ha tra i trenta e quarant’anni e che con quel browser ha iniziato un’avventura, quella ancora in piedi, sul web.

 

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Nato a Roma nel 1986, Matteo Fantozzi è direttore editoriale di alcune testate giornalistiche che si occupano di sport, spettacolo e cinema tra cui JuveLive.it e CheMusica.it. Per anni redattore de IlSussidiario.net è autore di decine di saggi cinematografici come "Gabriele Muccino, il poeta dell'incomunicabilità" e "La bibbia di Scream". Autore di numerosi cortometraggi, tra cui "Perverso Stato Mentale", sta lavorando anche a diversi documentari. In passato ha collaborato come responsabile del backstage di corsi cinematografici tenuti da Sergio Rubini e Michele Placido.