Da Lucasfilm arriva The Acolyte – La Seguace, il nuovo progetto originale e in live action dedicato all’universo di Star Wars. La serie è distribuita in esclusiva settimanale su Disney+, ma la premieré del 5 giugno ci ha permesso di assisteere in via eccezionale ai primi due episodi. Al timone del progetto, come sempre ormai, c’è Kathleen Kennedy, affiancata da Leysle Headland, conosciuta ai più per quella piccola perla che porta il nome di Russian Doll – da recuperare su Netflix.
The Acolyte è sempre stato un progetto molto atteso e al contempo delicato sin dal suo annuncio: la lista dei prodotti Star Wars uscita nell’ultima decade non porta una dote totalmente positiva, e sin dal primo trailer “La Seguace” sembrava poter riportare in vita i toni originali della saga. Spade Laser, Jedi, Sith, azione al cardiopalma e un setting perlopiù drammatico ed epico che, tolto qualche caso isolato, manca ormai da troppo tempo nella Galassia Lontana Lontana. Il materiale promozionale ha sempre infatti proposto lo show con un action dalle tinte dark ed investigative, ambientato ben 100 anni prima della nascita dell’Impero e quindi in un momento molto florido per i Cavalieri della Repubblica e la Repubblica stessa.
Il cast, peraltro, è molto interessante: Carrie-Anne Moss (la Trinity di Matrix), Lee Jung-Jae (la star di Squid Game, ormai sbarcata ad Hollywood) e Amandla Stenberg (direttamete da The Hate U Give). Insomma una squadra di tutto rispetto, che unisce volti nuovi ad altri emergenti ad altre icone di un passato cinematografico non troppo lontano. I primi due episodi, disponibili da oggi su Disney+, lasciano intendere più o meno chiaramente la direzione della serie, fermorestando che per un parere definitivo dovremmo aspettare il season finale. Nel frattempo, però, vale quantomeno la pena parlarne.
Luci e Ombre
Il tema è chiaro sin da subito, ed è vecchio quasi quanto il maestro Yoda stesso: qual è il confine, la differenza fra bene e male? Ha ancora senso appellarsi ad una moralità e delle ideologie che ormai puzzano di vecchio e paiono del tutto obsolete? The Acolyte prova ad indagare in questa direzione, seminando diversi indizi che trovano subito sfogo in un piccolo plot twist finale – che chiaramente non dettaglieremo. Diciamo “piccolo” perché a meno che non abbiate iniziato a vedere/leggere storie da ieri, è incredibilmente deducibile dopo pochi minuti. La dualità avrà insomma un ruolo molto fisico oltre che intellettuale, e vedremo come andrà a finire.
Nel mezzo di questi primi 60 minuti, ci sono però cose buone. Sicuramente l’azione è ben coreografata, dagli stunt ai combattimenti veri e propri, il livello è altissimo e superiore a tutte le produzioni recenti di Star Wars, tolta Ahsoka. Dall’altra, l’impressione e le sensazioni sono sempre quelle di trovarsi di fronte ad un prodotto “derivato” e non “visceralmente collegato” a quello che sin da ragazzini abbiamo imparato ad amare di Star Wars. Ed è un problema molto diffuso in tutte le produzioni Disney legate alla IP creata da George Lucas, con chiaramente qualche eccezione che conferma la regola. Manca il fascino, mancano le sensazioni di assistere ad un vero evento degno di nota e più in generale l’epica del franchise è ancora “missing in action”.
Guerre Stellari ha ancora fascino?
La spiegazione è troppo difficile da trovare e non può essere univoca; forse dovremmo concentrarci sul concetto di serialità e quantità, sostantivi che hanno in qualche modo castrato Guerre Stellari del suo appeal mistico. Forse dovremmo invece porre l’attenzione sulla mancanza di un vero creativo erede di Lucas al timone (arriveranno i lavori sotto la supervisione di Filoni, e vedremo). Oppure è tutto riconducibile ai personaggi: dopo gli “OG”, come direbbero i giovani di oggi, tutto ciò che è venuto dopo ha faticato a penetrare con decisione la cultura popolare e il fandom – anche qui, con qualche piccola eccezione. Sarà, ma al netto della buona qualità media di questi primi due episodi, rimane un certo distacco emotivo che invece di avvicinare lo spettatore, sembra quasi volergli ribadire che “questa è una cosa nuova rispetto a quello cui eravate abituati”.
Saranno discorsi romantici, oppure no; resta il fatto che dopo la prima stagione di Mandalorian e l’ottimo Andor, su Disney+ tutto quello che ha portato il nome di Star Wars è stato o mediocre, o buono o disastroso (Boba Fett, ricordate?). All’orizzonte, oltre a The Acolyte, c’è anche Skeleton Crew che sembra però essere un progetto più leggero. Quindi il futuro resta un’incognita. Concludiamo mandando un grande abbraccio a Carrie-Anne Moss, commovente e magnifica in abiti Jedi, e ricordandovi allo stesso tempo che The Acolyte è disponibile in esclusiva su Disney+. Ci farà compagnia tutti i mercoledì, fino a circa metà luglio. Avremo sicuramente modo di riparlarne. Nel frattempo, che La Forza sia con Voi.
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