Dove eravamo rimasti? Alla fine della terza stagione di Westworld gli androidi umani, fin troppo umani, nati dalla fervida mente di Michael Crichton (autore dietro la macchina da presa del film del 1973 che ha ispirato la serie HBO) erano riusciti ad evadere dalla realtà fittizia dei parchi a tema e a conquistare il controllo della realtà popolata dagli esseri umani in carne ed ossa, con non pochi bastoni tra le ruote. Dolores (Evan Rachel Wood) è stata disattivata come sacrificio per spegnere la macchina Robohoam che controllava le azioni degli esseri umani e liberarli così dalla loro schiavitù, mentre l’ombroso William (Ed Harris) incontrava una sua copia controllata da una Charlotte (Tessa Thompson) particolarmente malintenzionata. La posta in gioco, è diventata più alta di sempre.
Dal 27 giugno, e ogni lunedì per otto episodi in totale, arriva su Sky Atlantic e NOW la quarta stagione dello show fantascientifico ispirato al film omonimo di Crichton e creato in tandem da Jonathan Nolan e Lisa Joy. Questa è la nostra recensione del primo episodio Westworld 4, incipit di un nuovo capitolo televisivo ricco di sorprese, di nuovi e vecchi volti che ritornano e intriganti prospettive future per i personaggi interpretati da Evan Rachel Wood, Ed Harris, Thandiwe Newton e la new entry (dalla terza stagione) Aaron Paul; una ripartenza promettente per uno show che negli ultimi anni ha perso molti spettatori e sta cercando di risalire la china.
Westworld 4
Genere: Fantascienza
Durata: 8 episodi/55 minuti ca.
Uscita: 27 giugno 2022 (Sky/NOW)
Cast: Evan Rachel Wood, Ed Harris, Thandiwe Newton
La trama: si alza la posta in gioco
Dopo i roboanti eventi del finale della terza (e poco convincente) stagione televisiva, sembra che la Charlotte interpretata da Tessa Thompson abbia preso il controllo degli androidi e ne abbia creato delle copie perfette da posizionare all’interno dell’ipertecnologico mondo reale per capovolgere le sorti dell’umanità a suo piacimento una volta per tutte. Per fare ciò, la burattinaia della quarta stagione usa William (Ed Harris) per impadronirsi di un impianto idroelettrico di grandissimo valore al confine tra gli Stati Uniti ed il Messico, per scopi ancora non chiarificati. Nel frattempo, nel mondo reale, Christine (la copia di Dolores o la stessa nuovamente riattivata?) è un’intraprendente ragazza che lavora per la Olympiad Entertainment, un’azienda tecnologica che si occupa di creare storie originali per i personaggi di un videogioco. Un pattern narrativo fin troppo familiare che sembra richiamare alla mente con prepotenza le dinamiche perverse delle prime due stagioni televisive di Westworld.
Ma qui siamo nel mondo reale, quello degli esseri umani in carne ed ossa. Un mondo che appare sempre più minacciato da un piano volto a mettere in atto una vendetta terrificante nei confronti dell’umanità stessa: gli androidi ribelli stanno per far assaggiare un po’ della stessa medicina ai “medici curanti”, in preparazione di uno scontro finale dagli esiti incerti.
Cos’è il libero arbitrio?
Se durante la terza stagione la Dolores di Evan Rachel Wood era sempre più intenzionata a distruggere l’umanità dalle sue fondamenta, la realtà delle cose si era però prospettata decisamente più complessa: non soltanto la Delos era responsabile della creazione dei parchi a tema degli androidi intelligenti, ma grazie alla super-tecnologia contemporanea aveva assoggettato gran parte dell’umanità ad una parvenza di libertà di scelta. Per distruggere l’umanità, Dolores avrebbe prima dovuto salvarla dal grande inganno in cui era cascata. Ancora una volta, e forse in maniera più prepotente, Westworld si interroga su cosa sia veramente il libero arbitrio e quale ruolo giochi nelle scelte che compiamo ogni singolo giorno che ci alziamo dal nostro letto: siamo davvero liberi di plasmare la nostra vita a nostro stesso piacimento?
Un’ignara Christine, programmatrice di storie per videogiochi, scoprirà molto presto a sue spese che dietro al suo apparentemente innocuo lavoro si nasconde un piano occulto per trasformare l’umanità in un nuovo parco a tema dominato dai cloni androidi di Charlotte. A fungere da unica (?) bussola morale contro l’apocalisse possibile e ventura è la determinata Maeve (Thandiwe Newton) armata di katana e pronta a tutto pur di ristabilire l’ordine e la pace. Una missione già intrapresa nelle stagioni televisive precedenti, ma qui più a fuoco che mai.
Una quarta stagione ancora più ambiziosa
Impazienti di scoprire cosa accadrà nei successivi sette episodi della serie HBO di Jonathan Nolan e Lisa Joy, possiamo affermare che le premesse del primo, interlocutorio episodio, sembrano essere ben più ambiziose rispetto all’incerta stagione precedente, claudicante e fuori fuoco a più riprese. Con la quarta stagione (di quante ancora?), Westworld si prepara a mettere in posizione con molta probabilità le ultime pedine della scacchiera prima dello showdown finale, per la salvezza dell’umanità intera e per il ruolo che potranno giocare gli androidi intelligenti all’interno della nuova realtà che verrà plasmata nel futuro. Che la serie ispirata al film di Crichton abbia perso molto del suo smalto e della sua freschezza già dalla seconda stagione è ormai risaputo, ma questo nuovo capitolo ci sembra una (ri)partenza promettente.
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La recensione in breve
Il primo episodio di Westworld 4 si interroga nuovamente sulla natura del libero arbitrio e su quanto siamo veramente padroni della nostra vita ogni giorno, in preparazione di uno scontro finale tra esseri umani e macchine dagli esiti incerti ma decisamente promettenti.
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Voto ScreenWorld