Neil Patrick Harris torna nel mondo delle sitcom con questa nuova serie tv firmata Netflix e creata da Darren Star – autore di molti show di successo come Sex and the City, Beverly Hills 90210, Melrose Place e le più recenti And Just Like That… ed Emily in Paris – e Jeffrey Richman, produttore di Modern Family. Una premessa senza dubbio incoraggiante per questi 8 episodi da circa mezz’ora l’una.
Disponibile per lo streaming dal 29 luglio, Uncoupled vede il nostro ex Barney Stinson nei panni di Michael, un 40enne con una carriera di successo che, dopo 17 anni di relazione, viene improvvisamente lasciato dal fidanzato storico Colin, ritrovandosi di nuovo catapultato nello spaventoso mondo degli appuntamenti di New York. Un single disperato nella Grande Mela sembra un’idea vagamente familiare? In effetti, come vedremo nella nostra recensione di Uncoupled, lo show sembra, nel bene e nel male, un tuffo nel passato e, forse, arriva un po’ fuori tempo massimo. Ma Neil Patrick Harris, con la sua arguta ironia e la complicità di un cast affiatato, riesce a risollevare le sorti dello show, che si rivela una vera e propria serie tv comfort.
Uncoupled
Genere: Commedia romantica
Durata: 30 minuti ca./8 episodi
Uscita: 29 luglio 2022 (Netflix)
Cast: Neil Patrick Harris, Tisha Campbell, Emerson Brooks, Brooks Ashmanskas
Single a 40 anni: la trama di Uncoupled
Michael ha una vita apparentemente perfetta: è un agente immobiliare di successo che vive a Manhattan in un enorme appartamento che condivide con il suo compagno di vita, Colin (Tuc Watkins), con il quale ha una relazione da 17 anni. In occasione del 50° compleanno di Colin, Michael gli organizza una festa a sorpresa mozzafiato, ma sarà il suo fidanzato storico a lasciarlo senza parole: appena arrivato davanti alle porte del locale, infatti, Colin comunica a Michael di aver portato via dall’appartamento tutte le sue cose, lasciandolo senza alcuna spiegazione. Il nostro protagonista, dopo aver superato lo shock iniziale, si ritrova, così, per la prima volta single dopo quasi 20 anni, costretto ad affrontare un universo a lui ormai sconosciuto: quello degli appuntamenti. Fortunatamente, Michael potrà contare sul sostegno della collega Suzanne (Tisha Campbell) e degli amici Billy (Emerson Brooks) e Stanley (Brooks Ashmanskas), per districarsi tra cocktail party, chat su Grindr e disinvolti Millennials.
Un dolore glamour
“Dicono che il denaro non faccia la felicità, ma se devo piangere preferisco farlo sul sedile posteriore di una Rolls Royce piuttosto che su quello di una carrozza del metrò.” La celebre frase di Marilyn Monroe rappresenta appieno lo show con Neil Patrick Harris. Quello a cui assistiamo in Uncoupled, infatti, è un dolore piuttosto glamour: vediamo Michael disperarsi sul suo divano di pelle scamosciata in un salotto che sembra uscire da una rivista di arredamento e che si affaccia su Manhattan con enormi vetrate. Tutti i set, in realtà, sembrano pornografia immobiliare, tra abitazioni di lusso e locali alla moda.
In preda allo sconforto, il nostro protagonista non si lascia scappare nessuna tra le feste più esclusive della Grande Mela, alle quali partecipa insieme alla frizzante collega Suzanne, allo sfortunato gallerista Stanley e alla star del piccolo schermo Billy. Un riferimento nemmeno troppo velato a Sex and the City, ma a tinte gay. In questo senso, Uncoupled sembra proprio essere un po’ rimasto ai primi anni Duemila. Mentre molte serie tv attuali tentano di affrontare discorsi di inclusività (e altre cercano di “rimediare” ad alcune lacune del passato, come And Just Like That…), il nuovo show di Darren Star sembra non voler mettere piede fuori dalla bolla formata da Michael e dalla sua cricca di amici gay e ricchi.
Fortunatamente, dopo i primi episodi, il lusso lascia spazio al molto più interessante (e divertente) viaggio di Michael alla scoperta di se stesso, che diventa il focus principale della serie.
Il cast di una serie tv corale
È davvero esilarante, infatti, guardare il neo single Michael alle prese con un mondo degli appuntamenti ben lontano da quello cui era abituato, mentre si lamenta delle nuove abitudini – soprattutto in campo sessuale – dei Millennials. Neil Patrick Harris è in grado di conferire al suo personaggio ironia e profondità al tempo stesso; ci ritroviamo, infatti, dal sorridere per le sue disavventure ad empatizzare con un disagio che tutti noi, almeno una volta nella vita, abbiamo provato: sforzarci di girar pagina il prima possibile quando, in realtà, vorremmo solo tornare indietro per riprenderci ciò che ci è stato tolto.
Una performance, quella dell’attore statunitense, ben sostenuta dal resto del cast principale, con i quali si instaura una chimica senza sforzo che rende lo show un passatempo piacevole e rassicurante. Uncoupled, infatti, non commette l’errore di concentrarsi eccessivamente sul suo protagonista ma lascia che le relazioni tra lui e gli altri personaggi abbiano un’evoluzione. Relazioni che, speriamo, vengano ancora più approfondite all’interno di una seconda stagione che, dal cliffhanger finale, promette di aver luogo.
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La recensione in breve
Uncoupled mette in scena lo smarrimento di ritrovarsi di nuovo single a 40 anni, dopo quasi 20 di relazione. Lo show, ideato da Jeffrey Richman e Darren Star, ricorda le atmosfere, a tinte gay, di Sex and the City, aspetto che lo fa apparire un po' fuori tempo massimo. A risollevarne le sorti, però, arrivano la brillante performance del suo attore protagonista e un cast di supporto estremamente affiatato.
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Voto ScreenWorld