È il 2023, solo da poche settimane, e non potevamo aspettarci un inizio d’anno migliore. Perché, in esclusiva su Sky e NOW e in contemporanea assoluta con l’America, già è disponibile il primo evento televisivo dell’anno. Una serie attesa, adattamento del celebre e acclamato videogioco, che, stando alle premesse, si presentava con tutte le carte in tavola per diventare un nuovo fenomeno di culto.
D’altronde i nomi coinvolti parlano chiaro: Craig Mazin, autore dietro l’acclamata miniserie Chernobyl, in coppia con Neil Druckmann, papà del videogioco originale, dietro la macchina da presa e alla scrittura; Pedro Pascal e Bella Ramsey come protagonisti e Anna Torv e Gabriel Luna comprimari; un parco di registi di prim’ordine, dal chiaro gusto europeo (tra gli altri la regista Jasmila Žbanić e Ali Abbasi) e l’immancabile colonna sonora di Gustavo Santaolalla, che i fan del videogioco conoscono bene.
Ma i nomi da soli valgono poco. Conta non tanto la fedeltà al materiale originale, quanto la volontà di realizzare un’opera che sappia colpire il pubblico e dimostrare sin da subito la sua eccezionale qualità. La sua unicità. Fortunatamente, come vedremo nella nostra recensione del primo episodio di The Last of Us, la serie HBO azzecca e centra il bersaglio, dando vita a un lungo inizio (più di 80 minuti) che coinvolge e prepara il terreno per quello che verrà. A partire da un prologo di mezz’ora che non lascia indifferenti.
The Last of Us 1×01
Genere: Horror/Drammatico
Durata: 81 minuti
Uscita: 16 gennaio 2023 (NOW e Sky)
Cast: Pedro Pascal, Gabriel Luna, Nico Parker, Anna Torv, Bella Ramsey
La trama: Luci e oscurità
È il 2003 e la vita scorre serena ad Austin, Texas. Anzi, è una giornata particolare: è il compleanno di Joel (Pedro Pascal), padre single che vive con la figlia Sarah (Nico Parker) e risolve spesso e volentieri i problemi di suo fratello Tommy (Gabriel Luna). Quella a cui assisteremo, seguendo le vicende di Sarah, tra scuola, studio e un piccolo regalo per suo padre (un orologio aggiustato), sarà l’ultima giornata considerata normale. Perché, mentre la quotidianità procede, piccoli segnali di cambiamento si fanno via via sempre più percepibili. Sirene di ambulanze, qualche elicottero che sembra volare troppo vicino ai tetti, alcune notizie che si susseguono tra radio e televisione, instaurano un clima sempre più teso, silenzioso ma inesorabile. Come il ticchettio di una bomba pronta ad esplodere.
Basta il tempo di una notte per cambiare la vita dei protagonisti e di tutto il loro mondo. Passano vent’anni per ritrovare un disilluso Joel diventato un contrabbandiere insieme alla sua compagna Tess (Anna Torv), in una Boston controllata da forze dell’ordine militari e dove la natura ha iniziato a riprendersi il proprio spazio nei confronti del panorama urbano. Una città dove la polvere continua a posarsi e dove i sopravvissuti continuano a lottare in mezzo a desolazione e cadaveri da bruciare. In questo panorama desolato e distopico, l’organizzazione delle Luci, una milizia di volontari pronti a ribellarsi al controllo delle forze dell’ordine comandata da Marlene (Merle Dandridge) tiene prigioniera una giovane ragazza (Bella Ramsey), le cui vicende si intrecceranno con quelle di Joel e Tess. Ai due, infatti, viene chiesto di portare la ragazza fuori dalla zona di quarantena di Boston. Sarà l’inizio di un viaggio.
Adattare un videogioco
È il 2013 quando The Last of Us si presenta per la prima volta nel mercato. Il gioco targato Naughty Dog è un mix di survival horror e action, dove il giocatore è costretto tanto a procedere in maniera attenta e silenziosa, quanto a sopravvivere a lunghe sparatorie. Di quel videogioco che possiamo considerare un classico moderno, la serie HBO di Craig Mazin, qui anche regista dell’episodio, predilige la prima qualità alla seconda. Meno violento (per ora) rispetto alla fonte originale, meno portato all’azione e all’uso delle armi, ma più attento a costruire un mondo davvero vissuto, ricco di dettagli, e a costruire un’atmosfera tesa e cinerea, il prodotto televisivo riesce a centrare un obiettivo che spesso viene mancato nelle trasposizioni da videogioco a opera audiovisiva: il cuore.
Quindi poco importa se l’episodio si apre con un’introduzione ambientata nel 1968 che appare un po’ didascalica (e di meno classe rispetto ai titoli di testa del gioco), poco importa se – per amore di un pubblico più generalista (e la serie non nasconde di voler essere un prodotto pronto a diventare un fenomeno della cultura pop) – alcune dinamiche interiori dei personaggi vengono rappresentate in maniera più esplicita: i fan del videogame troveranno in questo primo episodio il clima e il mood che rendono The Last of Us unico nel suo genere. Grazie anche a una regia che porta lo spettatore a immergersi nella storia sin da subito, il primo episodio di The Last of Us, pur richiamando alcune dinamiche che possono apparire canoniche al genere a cui appartiene, si dimostra capace di andare subito oltre le apparenze, focalizzandosi sul lato umano ed emotivo della vicenda. La soluzione migliore per procedere a passo spedito nella narrazione, tagliando tutte quelle lungaggini che un videogioco è costretto ad abbracciare per mantenere attivo il ruolo del giocatore, e costruire un legame con i protagonisti, ancora chiusi in sé stessi e la cui tridimensionalità è da svelare lentamente.
Un cast che convince
Quando nel 2021 furono resi noti i nomi degli attori protagonisti della serie ci furono reazioni contrastanti. Pedro Pascal veniva dal successo di The Mandalorian e, per quanto il suo volto fosse ben diverso da quello a cui si era abituati nell’immaginare un Joel televisivo, la scelta degli autori fu accolta decisamente meglio rispetto a Bella Ramsey, annunciata per il ruolo di Ellie. Fortunatamente un attore non è solo un volto, ma un corpo e un talento e non abbiamo remore o dubbio alcun nell’affermare che non solo i due protagonisti, ma tutto il cast visto in questo episodio dimostra una qualità non comune.
Pedro Pascal si dimostra un protagonista con cui entrare subito in sintonia, complice una prima parte in cui si dimostra un normale e imperfetto padre con la figlia Sarah (una Nico Parker che per prima ci catapulta nel mondo di The Last of Us e ha il compito gravoso di reggere tutto il peso emotivo) che sottolinea ancora di più il cambiamento avvenuto nei vent’anni successivi. Per quanto possa somigliarci poco, il suo Joel rappresenta l’essenza stessa del personaggio, umano e arrabbiato. Fa piacere anche (ri)trovare Merle Dandridge, che dopo averla interpretata nei videogiochi, interpreta di nuovo Marlene, leader delle Luci.
Ancora troppo presto per commentare le performance di Gabriel Luna e Anna Torv, complice la poca presenza dei personaggi (anche se a Torv basta un occhio gonfio e metà del suo talento per rubare la scena).
Infine, l’elefante nella stanza: ultima ma non per importanza, Bella Ramsey, criticata a priori per la poca somiglianza con la Ellie del videogioco è, invece, una vera forza della natura. In una manciata di inquadrature e un paio di battute cattura incredibilmente la nostra attenzione riuscendo a diventare corpo e voce dell’essenza del personaggio che i fan conoscono, ma anche un’identità forte e catalizzante per i neofiti. Possiamo dire sin da subito che si tratta di un casting assolutamente perfetto, capace di rendere il personaggio vero, reale, umano.
Il ritmo di un romanzo
Iniziare il 2023 con una serie che mette subito in chiaro cosa vuol dire approcciarsi a un certo tipo di narrazione seriale oggi è quanto di meglio si possa auspicare. Nonostante la durata monstre di 80 minuti e i molti eventi che si susseguono al suo interno, questo primo episodio di The Last of Us ha il sapore dell’inizio di un romanzo che ci accompagnerà per molto tempo. Solamente un retrogusto amaro di introduzione, lunga ma necessaria, macchia quello che a tutti gli effetti è un ottimo ingresso nel mondo creato da Mazin e Druckmann, già capace di mostrare scintille di una qualità che – siamo sicuri – crescerà sempre più.
C’è un’attenzione particolare a un oggetto che Joel porta al polso: un orologio rotto, simbolo di un tempo bloccato, dell’incapacità di andare avanti. Un tempo sospeso come questo primo capitolo, che si chiude con un colpo di scena che preannuncia l’anima dell’opera. Perché più che un survival horror, The Last of Us vuole rappresentare l’orrore della sopravvivenza, in una dimensione più intima e drammatica che non lascerà indifferenti. Il 2023 si apre con una serie tv che ha tutte le premesse per diventare un classico senza tempo.
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La recensione in breve
Il primo episodio della serie The Last of Us è il miglior biglietto da visita possibile. Con una qualità invidiabile, questo primo capitolo della stagione presenta un mondo desolato ricco di dettagli e personaggi che, grazie a un cast perfetto, entreranno subito nelle simpatie del pubblico. Avvincente e immersivo, The Last of Us regala 80 minuti di grande televisione, degni di quello che può diventare presto un classico della serialità. E siamo solo all'inizio.
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Voto ScreenWorld