Tra i titoli capaci di destare maggiore curiosità a monte nel 2023 c’era il secondo lungometraggio di Sam Esmail, in parte per il pedigree del regista, noto soprattutto per il suo percorso televisivo con Mr. Robot per USA Network e Homecoming per Prime Video (quest’ultimo il contesto in cui ha lavorato per la prima volta con Julia Roberts, protagonista femminile del suo nuovo film), e in parte per il prestigio del materiale di base, il romanzo Leave the World Behind di Rumaan Alam, dato alle stampe nel 2020 e incluso tra i finalisti per il National Book Award di quell’anno. E tramite Netflix, che ha acquisito i diritti nello stesso periodo e lavorato al film in collaborazione con due produttori esecutivi del calibro di Barack e Michelle Obama, la prosa di Alam arriva ora sugli schermi grazie all’adattamento di Esmail, di cui parliamo nella nostra recensione de Il mondo dietro di te.
Il mondo dietro di te
Genere: Thriller, fantascienza
Durata: 141 minuti
Uscita: 8 dicembre 2023 (Netflix)
Cast: Julia Roberts, Mahershala Ali, Ethan Hawke, Myha’la, Farrah Mackenzie, Charlie Evans, Kevin Bacon
La trama: non uscite da quella casa
Clay Sandford affitta una lussuosa casa a Long Island per passare un po’ di tempo lontano da tutto e tutti insieme alla moglie Amanda e i due figli Rose e Archie. All’inizio, al netto della connessione traballante, tutto sembra a posto, solo che nella notte arrivano due sconosciuti: George e Ruth Scott, sedicenti proprietari della casa. Stando a loro, un misterioso blackout ha travolto la nazione, e propongono di rimborsare parte della somma spesa dai Sandford in cambio del poter usare parte della casa. Amanda rimane dubbiosa, nonostante la conferma, la mattina dopo, di strani fenomeni che stanno impattando l’intero territorio nordamericano. Passano le ore, e la paranoia comincia a prendere il sopravvento su tutti gli occupanti della casa. Solo che a quel punto, come direbbe George, forse è già troppo tardi…
Il cast: sei sotto un tetto
Dopo averla già diretta in Homecoming, Esmail ritrova Julia Roberts, ancora una volta alle prese con un ruolo che sottolinea la portata del suo talento drammatico, spesso sottovalutato nonostante l’Oscar vinto due decenni fa per Erin Brockovich. Il di lei marito ha il volto di Ethan Hawke, ormai abituato alla parte dell’uomo di famiglia che vuole passare un po’ di tempo in perfetta tranquillità ma viene travolto da eventi oltre il suo controllo (non siamo dalle parti dell’horror duro e puro di Sinister, ma il tono è molto simile in certi punti). Mahershala Ali, che ha sostituito la prima scelta Denzel Washington nei panni di George, contribuisce all’atmosfera tesa e progressivamente inquietante con la sua recitazione calma e la sua dizione perfettamente calibrata per rassicurare e al contempo generare ulteriori domande. Kevin Bacon appare brevemente ma intensamente, facendo il massimo con il personaggio sulla carta stereotipato dell’eremita paranoico.
Un mondo grande e piccolo
Sin dalla prima inquadratura si nota lo stile di Esmail, con una precisione clinica nella costruzione delle inquadrature che infonde un sottile senso di inquietudine anche ai momenti di calma apparente che precedono la tempesta – tematica ed emotiva, non per forza fisica – dietro l’angolo. È una precisione che tiene conto della duplice modalità di fruizione, dato che il film, prima di approdare su Netflix, il cui formato ridotto va a braccetto con la claustrofobia crescente, è anche uscito in sala in determinati paesi, permettendo al pubblico di apprezzare i pochi (ma buoni) momenti spettacolari, in particolare una sequenza in autostrada che è un bell’esercizio di tensione progressiva (ma anche, e non del tutto a torto in funzione dei gusti personali, la fonte principale di commenti che descrivono Il mondo dietro di te come una versione più seriosa di E venne il giorno di M. Night Shyamalan). È un pre-apocalittico che mette a nudo le ipocrisie e le idiosincrasie di un mondo fissato con la tecnologia, nonché i pregiudizi che anni di progressismo non hanno del tutto eliminato.
Non ho più il (medium) fisico
C’è anche un certo livello di ironia nel fatto che il film sia prevalentemente fruibile su Netflix, poiché per certi versi è anche una lettera d’amore nei confronti di un’epoca anteriore quando film e serie erano visionabili per lo più in modalità analogica: c’è una sottotrama “telefila”, come direbbe Aldo Grasso, incentrata sulla figlia dei Sandford, che vuole disperatamente vedere il finale di Friends – una delle serie di catalogo più gettonate su Netflix – e non sa come fare in assenza di internet (il romanzo di base è uscito in piena pandemia, altro motivo per cui ha fatto breccia nel cuore dei lettori), sottolineando i limiti di una generazione cresciuta a suon di “tanto è tutto disponibile in streaming”. Ed è molto coerente che Esmail scelga di far partire sui titoli di coda proprio la sigla della mitica sitcom anni Novanta, riassunto ideale di come la vita dei protagonisti sia cambiata irreversibilmente: “So no one told you life was gonna be this way…”
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La recensione in breve
Sam Esmail porta sullo schermo il romanzo uscito nel 2020, impiegando il suo consueto stile volutamente glaciale per parlare di un mondo sull'orlo della crisi più totale.
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Voto ScreenWorld