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    Home » Streaming » Ultime recensioni streaming » Boo, Bitch, recensione: la serie teen tra Mean Girls e Il sesto senso

    Boo, Bitch, recensione: la serie teen tra Mean Girls e Il sesto senso

    La recensione di Boo, Bitch, la nuova serie teen Netflix che alterna l'animo girly di Mean Girls al sovrannaturale de Il sesto senso.
    Martina BaroneDi Martina Barone12 Luglio 20224 min lettura
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    Una scena di Boo, Bitch
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    La versione più attuale e vicina a Mean Girls che sia stata fatta. E non solo per la storica frase “Non puoi sederti con noi“. Boo, Bitch è esattamente cosa accadrebbe oggi ad una giovane “nessuno” che improvvisamente diventa la ragazza più popolare della scuola. Con l’aggiunta che la protagonista della serie Netflix ha un piccolo particolare che il film sceneggiato da Tina Fey non aveva: è morta. Dopo una festa, la più divertente e riuscita della sua vita. E non a causa di fiumi di alcol o uso improprio di droghe. Bensì per un’alce (rinominata Shelley) passata nel momento sbagliato di fronte alla macchina sbagliata, catapultatasi sopra l’esile corpo della giovane Erika e che la porta direttamente all’altro mondo. O almeno così sarebbe dovuto essere.

    Come vedremo nella recensione di Boo, Bitch, infatti, il personaggio interpretato da Lana Condor, che su Netflix era stata già la protagonista della saga romantica Tutte le volte che ho scritto ti amo, diventa un fantasma con ancora la capacità di fare pipì e con il dono di poter giocare con l’elettricità che la circonda. Uno spirito incarnato nel suo stesso corpo e visibile al resto dei suoi compagni di classe, alla sua famiglia, e alla migliore amica Gia, interpretata dell’attrice Zoe Margaret Colletti, che assieme a lei cerca di trovare una maniera per far ascendere la ragazza all’aldilà. È arrivato perciò il momento per Erika di chiudere tutti i conti rimasti in sospeso, dal riuscire finalmente a farsi conoscere con il proprio nome e non con l’identità di “Helen Who” affidatale dal primo anno di liceo fino a poter andare al ballo con il ragazzo per cui ha una cotta da sempre.

    Boo, Bitch

    Genere: Commedia
    Durata: 8 episodi/20 minuti ca.
    Uscita: 8 luglio 2022 (Netflix)

    Regia: Erin Ehrlich, Lauren Iungerich, Tim Schauer, Kuba Soltysiak
    Cast: Lana Condor, Zoe Collett, Mason Versaw

    Quanti followers ha un fantasma?

    Una scena di Boo, Bitch

    Una serie suddivisa in otto puntate, ma di una fruibilità e una goduria tali da vederle una dopo l’altra, arrivando ben presto alla sua conclusione. Uno di quei casi in cui, seppur la serialità e il cinema seguano regole separate, il prodotto aveva forse tutte le caratteristiche per diventare il nuovo teen movie del momento. Ma la scelta ha virato più sulla fabbricazione di pillole da venti minuti circa a cui lo spettatore riesce ad appassionarsi, rimanendo stregato da una versione girly e modernizzata de Il sesto senso, tra drammi liceali e followers su TikTok.

    Boo, Bitch si confronta con Mean Girls con la sua Erika Vu che sostituisce la Cady Haron di Lindsey Lohan, ma ritroviamo anche tutto il compartimento di contorno, come l’interesse romantico (interpretato al tempo da Jonathan Bennett) fino alla nemica-amica (indimenticabile l’iconica Rachel McAdams nella parte di Regina George). Cambiano i nomi, i ruoli e soprattutto i tempi, ma la serie Netflix torna a raccontare come la luce dei riflettori, in un periodo delicato come quello dell’adolescenza, possa dare irrimediabilmente alla testa (in un mondo in cui si può attaccare la ring light direttamente alla fotocamera dello smartphone!).

    La morte ti fa st*onza

    Una scena di Boo, Bitch

    Partendo dall’assioma per cui se sei morto non hai nient’altro da perdere, la protagonista si butta completamente nel raggiungimento dei propri obiettivi, che vanno dal bacio mai ricevuto dal ragazzo che le piace arrivando alla notorietà che i social e i party riescono a conferire. Il cercare di portare a compimento alcuni obiettivi che finiscono per trasformare la giovane non certo da viva a non-viva, bensì da migliore amica a st*onza inverosimile.

    L’arco della narrazione è ben delineato, spaziando dalla comicità giovanile alla mutazione dello status quo attraversata dalla protagonista, su di una sceneggiatura che utilizza espressioni e (non così) sottili allusioni alla morte o all’essere “ghostati”, riverberando la dimensione sovrannaturale e funerea della serie. Un tema seguito pedissequamente e altrettanto ragionato che bilancia ironia e analisi sociale, quella ovviamente riservata al microcosmo di una scuola americana, ad alcune svolte e colpi di scena (anche questi a citare il cult di fine anni Novanta di M. Night Shyamalan). Tutto con un pizzico di egocentrismo, vanità e misticismo a La morte ti fa bella. Perché con Boo, Bitch essere fantasmi non è mai stato così cool, nonché incredibilmente in tendenza.

    La recensione in breve

    7.0 Divertente

    Tra Mean Girls e Il sesto senso, con un pizzico di egocentrismo e vanità, Boo, Bitch è una serie Netflix ironica e leggera su cosa significa snaturare la propria natura. Sia se si è morti che no.

    • Voto ScreenWorld 7
    • Voto utenti (0 voti) 0
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