Neil Druckmann, creatore della serie HBO The Last of Us, ha commentato la decisione del team creativo di modificare il destino di Bill nel terzo episodio della serie. In Long, Long Time – questo il titolo dell’episodio andato in onda – ci vengono presentati Bill (Nick Offerman) e Frank (Murray Bartlett), la coppia che i nostri eroi della QZ di Boston stanno cercando di localizzare. Rispetto al videogioco, che suggeriva implicitamente una relazione tra i due, l’episodio si concentra quasi interamente sulla loro storia d’amore, conclusasi con la decisione di morire pacificamente insieme.
Durante un intervento al podcast di The Last of Us della HBO, i creatori dello show Craig Mazin e Neil Druckmann hanno spiegato perchè Bill ha accettato la decisione del suo compagno di morire suicida, unendosi addirittura a loro in questo tragico epilogo. “La mia sensazione è che, a metà giornata, quando Bill ha deciso: ‘Va bene, seguirò questo piano. Andrò alla boutique. Mi metterò quello che lui voleva che indossassi. Ci sposeremo””, a quel punto Bill ha deciso. “Faremo tutte quelle cose. Gli preparerò la cena“. Ha deciso molto rapidamente: ‘E poi questo è quello che farò anche perché non c’è nessun altro cazzo di modo‘”.
I due hanno inoltre rivelato le influenze dietro la sceneggiatura dell’episodio, in particolare un’opera teatrale di Mark Crowley. “Questa è una scena difficile perché c’è una battuta che Bill dice qui che ho preso quasi direttamente dal drammaturgo Mark Crowley che ha scritto The Boys in the Band, una meravigliosa opera teatrale degli anni ’60 sugli uomini gay che navigano nelle loro vite e nelle loro relazioni“, dice Mazin.
“Uno di loro in quell’opera dice all’altro: “Non si tratta di quel tragico suicidio alla fine dell’opera”. Non tutti i gay devono morire alla fine della commedia, perché c’è una tradizione che equipara essenzialmente l’omosessualità alla tragedia, e che un gay non può invecchiare ed essere felice e vivere a lungo. Per me era importante che Bill dicesse letteralmente che non si tratta di questo“.
Druckmann ha concentrato le sue idee su ciò che rimaneva da vivere a Bill se avesse deciso di rimanere, il che non sarebbe stato molto, a dire il vero. “Quello che mi piace di tutto questo, oltre a quanto sia bello e commovente quando lo si guarda, è che in un certo senso Bill è molto, molto fortunato che la persona che ama di più stia uscendo alla fine della propria vita. Anche a Bill non resta molto da vivere“, spiega.
“Quindi la scelta è relativamente più facile. Ma in un certo senso si riflette, o pulsa verso l’esterno, per dire cosa succede quando si perde qualcuno che si ama così tanto e c’è ancora molta vita davanti a noi. Perché è un po’ quello che abbiamo visto accadere all’inizio della storia con Joel. Ed è questa la cosa che Joel sta facendo del suo meglio per evitare di vivere di nuovo. E lentamente ma inesorabilmente l’universo ci sta dicendo che stiamo tornando a quel momento nel tempo“.
L’allontanamento di Long, Long Time dalla sceneggiatura originale del gioco è stato giustamente accolto con favore, dato che ha offerto una backstory più accurata alla coppia, aggiungendo allo stesso tempo la luce necessaria a un mondo cupo. È una scelta in linea con i commenti di Druckmann sulla necessità di discostarsi dai giochi quando ciò serve a migliorare la storia.