Dopo tre anni di attesa snervante, il primo volume della quinta stagione di Stranger Things ha finalmente fatto il suo debutto su Netflix, e con esso è arrivata la risposta a una delle domande che ha tormentato i fan dal finale della quarta stagione: cosa ne è stato di Max Mayfield. Il personaggio interpretato da Sadie Sink, lasciato in coma dopo il devastante incontro psichico con Vecna, ha finalmente rivelato il suo destino, e la verità è più inquietante di quanto molti potessero immaginare.

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La coscienza di Max non è semplicemente sospesa in un limbo medico: è intrappolata nel Sottosopra, la dimensione oscura che da sempre minaccia Hawkins e il mondo intero. Questa rivelazione non solo scioglie uno dei nodi narrativi più importanti della serie creata dai fratelli Duffer, ma apre anche scenari inediti per il confronto finale con l’antagonista principale.

Sadie Sink
Max in Stranger Things – Netflix

In un’intervista rilasciata a The Hollywood Reporter, Sadie Sink ha descritto l’esperienza di interpretare questa versione completamente inedita di Max, ammettendo quanto sia stata straniante dover incarnare il personaggio in condizioni così estreme. “Nelle stagioni precedenti c’era sempre qualcosa a cui aggrapparmi per trovare il personaggio: gli attori con cui recitavo, l’ambiente, persino solo i vestiti, le band, lo skateboard“, ha spiegato l’attrice. “Ma questa stagione non c’era niente. Erano vestiti che non sembravano quelli di Max, capelli pazzi cresciuti e aggrovigliati, sporco dappertutto sulla mia faccia“.

Il ritratto che emerge dalle parole di Sink è quello di una Max ridotta a uno stato quasi ferino, una sopravvivenza primitiva in un ambiente ostile che ha cancellato ogni traccia della teenager ribelle e appassionata di musica che i fan hanno imparato ad amare. “È in uno stato ruvido, selvaggio“, ha continuato l’attrice. “È stato piuttosto bizzarro. Era strano sentirmi come Max e poi sembrare così e trovarmi in quell’ambiente“. Per la prima parte della stagione, il destino di Max rimane avvolto nel mistero. Ma quando Holly Wheeler, la sorella minore di Mike e Nancy, viene rapita da Vecna e portata nel Sottosopra, i destini delle due ragazze si incrociano. Questo incontro improbabile diventa un momento cruciale non solo per la trama, ma anche per lo sviluppo emotivo di Max come personaggio.

Stranger Things
I protagonisti di Stranger Things – © Netflix

So come Max risponde a Lucas, Mike, Eleven o Will, ma a una ragazzina di dodici anni? Non sapevo come sarebbe stato“, ha ammesso Sink. Questa dinamica inaspettata ha permesso all’attrice di esplorare una dimensione completamente nuova del personaggio, rivelando attraverso l’interazione con Holly un lato più materno e protettivo di Max. “Questa storyline ha rivelato che Max è una persona davvero premurosa“, ha aggiunto, spiegando come il personaggio accetti Holly “come un’alleata ed estenda quel rispetto” invece di trattarla solo come una bambina.

Questa evoluzione rappresenta un arco narrativo significativo per un personaggio che, attraverso quattro stagioni precedenti, ha dovuto affrontare traumi familiari devastanti, la perdita del fratellastro Billy e infine l’attacco psichico di Vecna che l’ha lasciata in bilico tra la vita e la morte. Vedere Max trovare la forza di prendersi cura di qualcun altro, nonostante la sua condizione disperata, testimonia la resilienza che ha sempre caratterizzato il personaggio. Pur mantenendo il riserbo sui dettagli delle puntate ancora da rilasciare, Sadie Sink ha condiviso il suo entusiasmo per il modo in cui la serie si conclude. “Sono così felice del modo in cui finisce“, ha dichiarato. “Sento che abbiamo dato tutto quello che avevamo, ed è un buon punto di chiusura“. Tuttavia, l’attrice ha anche lasciato intendere che il legame con il personaggio e con il set di Stranger Things non si spezzerà facilmente: “Potrei farlo di nuovo. Perché amo quel set così tanto, e amo il personaggio“.

Holly Wheeler in STarnger Things
Holly Wheeler in STarnger Things – Netflix

Le parole finali di Sink sono cariche di un’emozione palpabile: “Non penso di aver davvero detto addio a Max ancora; non penso che lo farò mai“. Una dichiarazione che risuona non solo come testimonianza dell’attaccamento di un’attrice al suo ruolo, ma anche come riflessione sul legame profondo che milioni di spettatori hanno sviluppato con questi personaggi nell’arco di otto anni.

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Diplomata alla Scuola Internazionale di Comics di Napoli - corso di sceneggiatura -, è impegnata in progetti di scrittura creativa e recensioni. Cresciuta con la consapevolezza che “All work and no play makes Jack a dull boy”. Paladina dello Sturm und Drang. Adepta del Lato Oscuro della Forza.