Ana De Armas ha ricevuto la benedizione da Joyce Carol Oates, autrice del romanzo da cui è tratto il film Blonde, dal 23 settembre su Netflix, in cui de Armas interpreterà la diva di tutte le dive: Marilyn Monroe. Durante una conferenza al 21° Neuchâtel Intl. Fantastic Film Festival in Svizzera l’autrice del best-seller romanzato sulla vita disperata di Norma Jeane Baker, che ha visionato la pellicola in anteprima, ha rivelato di approvare il film di Andrew Dominik, elogiando la performance di Ana de Armas.
“Andrew Dominik è un regista davvero brillante. Penso che sia riuscito a mostrare l’esperienza di Norma Jeane Baker proprio dalla sua prospettiva, piuttosto che limitarsi a vederla dall’esterno, filtrata dallo sguardo maschile. Si è immerso nella sua prospettiva“, ha detto Oates. Il teaser di Blonde mostra Norma Jeane Baker mentre viene truccata dal suo make-up artist, in attesa che Marilyn Monroe “appaia” nello specchio, e con la paura che possa non arrivare. “Trasformarsi in Marilyn le ha sempre richiesto ore”, ha poi affermato alludendo tanto alla preparazione di Marilyn prima di entrare in scena, quanto alla performance di Ana de Armas. “Per Ana de Armas, la meravigliosa attrice che la interpreta, credo ci siano volute circa quattro ore di trucco al giorno. Quando le vedi sullo schermo [Ana/Marilyn], non sembrano esistere, non sembrano vere. È un’immagine fantastica, ma interpretarla significa sopportare una buona dose di angoscia. Con l’avanzare dell’età, Marilyn continuava a ricevere questi ruoli da giovane starlette e si sentiva umiliata. Non si può continuare a interpretare una bionda stupida che si avvicina ai 40 anni. Alcuni dicono che si sia suicidata. Non lo penso necessariamente. Penso che possa essere morta di qualcosa come un’estrema disperazione“. Ha detto la scrittrice, parlando della controversa morte di Marilyn Monroe.
Nel romanzo Blonde, pubblicato nel 2000, la Oates ha analizzato il fenomeno divistico cucito attorno alla vulnerabile Norma Jeane Baker, che ha perso la propria identità a favore di quella di Marilyn Monroe, una maschera completamente inventata, trasformandosi così in un personaggio sfruttato dall’industria cinematografica. “Si è guadagnata una fama mondiale, ma non è un’identità con cui si può vivere. È un’identità che ha fatto guadagnare molti soldi a tanti uomini, ma non altrettanto a se stessa. Quando è morta, a 36 anni, non aveva abbastanza soldi per un funerale adeguato“, ha detto la Oates.
La Oates, presente al festival in qualità di presidente della giuria internazionale, ha scritto più di 150 romanzi e racconti in una carriera di oltre 60 anni. È stata più volte finalista al Premio Pulitzer, cinque volte vincitrice del Premio Bram Stoker e si è affermata come spietata osservatrice della società americana.