Alejandro González Iñárritu ha presentato in concorso Venezia 2022 il suo ultimo film, Bardo, prodotto e distribuito da Netflix. Durante la conferenza stampa di presentazione del film gli è stato chiesto come si senta un autore della sua caratura a sapere che la sua opera verrà fruita attraverso lo schermo televisivo della piattaforma streaming. Il regista ha ringraziato Netflix per l’opportunità e ha fatto un confronto tra la sua generazione e quella attuale.
“Devo dire che sono molto grato a Netflix perché mi ha dato una libertà assoluta. In Messico il mio film uscirà in moltissime sale, ma anche in tantissimi altri luoghi del mondo, per me questa è una cosa senza precedenti. Penso che sia un regalo alla gente, l’esperienza cinematografica che vivrà è grazie a Netflix. Poi devo dire un’altra cosa, tutta la mia generazione ha avuto accesso alle sale, ovviamente, dove vedevamo i Blockbuster, ma i grandi autori li ho visti in televisione, spesso in VHS in qualità orribile.”
“Tutti siamo destinati a fruire i film sul telefono e chissà su che tipo di schermi invisibili fra dieci anni. Quello che sopravvive però saranno sempre le idee, il mezzo non importa sempre, le sale dei cinema sono una cattedrale, ma io ho sempre apprezzato tantissimo il cinema in televisione. È irreale pensare di vedere tutto al cinema, è impossibile combattere questi nuovi mezzi che stanno diventando di qualità sempre più alta. Abbiamo una tecnologia impressionante e le piattaforme streaming ci danno accesso a opere incredibili, una realtà che prima non potevamo nemmeno immaginare”
Bardo è un’opera estremamente personale a cui Alejandro González Iñárritu ha dedicato anni di lavoro, e che racconta la storia di un famoso documentarista (interpretato da Daniel Giménez Cacho) che deve fare i conti con le proprie radici e con il peso di aver lasciato il proprio paese.
“Oggi ricorre un anniversario speciale per me e per la mia famiglia, perché l’1 settembre 2001 abbiamo lasciato il Messico per andare a vivere a Los Angeles.” – ha aggiunto Inarritu, a proposito dei temi del film, come riportato anche da Adnkronos – “Pensavamo di andare via per un anno e invece ne sono passati 21: tornato lì per fare le riprese di questo film mi sono ritrovato come di fronte ad uno specchio, si è trattato di reinterpretare emozionalmente un ricordo”.