Ogni prova del nove ha bisogno di un rischio. La massima estrapolata da un anonimo italiano è figlia degli ultimi avvicendamenti della Casa delle Idee, un’abitazione che ha costruito una spessa parete divisoria tra due stanze: i film al cinema e le serie tv in streaming. La prima camera è addobbata di effetti speciali sfarzosi, lotte mozzafiato e colpi di scena serviti ai fan su un vassoio argentato; leggasi pure tra le righe: Avengers: Infinity War, Avengers: Endgame e Spiderman: No Way Home. La seconda camera è più intima, il piccolo angoletto di una casa in cui ci si rifugia per sfuggire dai problemi o assecondare le proprie passioni; ecco quindi i rischi stilistici di WandaVision o l’attenzione al sociale di The Falcon e The Winter Soldier o l’ironia dietro gli angoli bui di Hawkeye. Tanti rischi, tante piccole prove del nove condensate in diversi episodi, tante stanze per la casa delle idee che ha deciso di aggiungere un’altra camera, la più difficile da costruire e arredare: Moon Knight.
Forse l’esperimento più complesso dell’ultimo periodo, proprio perché del tutto distaccato dai soliti prodotti Marvel Studios e così vicino ai toni bui della concorrenza. Già il trailer ci mostra un filone hard boiled affrontato poche volte dalla Marvel, più legato a sogni e disagi che a promesse disattese o giustizie mancate come per Steve Roger e Tony Stark; tutto mostrato attraverso il cubo di Rubik: tante facce diverse e sconnesse che hanno bisogno di maestria e tempo per arrivare all’ordine.
Un ordine tra supereroi e alter-ego. Un ordine tra disturbi mentali e vigilanti mascherati. Un ordine tra stanze della stessa Casa… delle idee.
In fondo tutti quelli che si sono affacciati da poco al mondo dei supereroi, spesso, come per Sanremo, dividono i personaggi del mondo Marvel o del MCU in due categorie: “Chi è?” e “Ah, ma è ancora vivo”; lo stesso vale per l’ultimo protagonista approdato su Disney+: Moon Knight. Imprese notturne, Oscar Isaac, sdoppiamento di personalità, mercenari, piramidi e misteri dell’antico Egitto; quante scatole cinesi nasconde questa serie? Ma soprattutto, per rispondere ai neofiti, chi è e cosa si cela dietro le pieghe tenebrose di Marc Spector?
Animati Notturni
Oscar Isaac lo conoscete, vero? Dune, Show me a hero, Scene da un matrimonio: frammenti di una carriera sempre più in crescita. In realtà l’attore guatemalteco uno scampolo Marvel lo ha già avuto: interpretava proprio il papà putativo dei mutanti, che con una sorta di spirito antimezzosangue cercava di reincarnarsi di volta in volta per soggiogare la razza umana e i nuovi Dei nei confronti dei genoma X purosangue, proprio in X-Men – Apocalisse. Per fortuna le storie sono andate avanti, ma a quanto pare Isaac e l’universo cinematografico di Stan Lee non hanno dimenticato il suo legame con l’Egitto.
Bene, esame superato sull’attore protagonista, ma se vi dicessi Marc Spector o il pugno di Khonshu? Niente? Nessuna lampadina? Tutti coloro che credono che Moon Knight sia un personaggio secondario del mondo fumettistico Marvel, non sanno quanto si sbagliano; vi dice nulla la Silver Age? Abbiamo parlato spesso del Comics Code Authority, ovvero l’organo di censura dei fumetti nato nel 1954 dopo la pubblicazione del libro: “Seduction of Innocent” dello psichiatra Fredric Werthman, che analizzava e condannava tutte le passioni giovanili e adolescenziali – soprattutto i fumetti – incentrate sul giallo, l’horror e gli abiti succinti delle donne disegnate. Tutti gli albi dovevano passare da quel codice e addirittura molti venditori si rifiutavano di vendere fumetti senza il marchio dell’Authority. Insomma, un egregio palo verticale per chiunque volesse approfondire il lato oscuro del mondo supereroistico e tutto non si limitava solo agli aspetti visivi come sangue o violenza o personaggi ambigui, ma anche alle ideologie: le figure di rilievo della politica non dovevano mai essere ridicolizzate e i buoni dovevano vincere sempre.
Fu l’ingresso di tematiche come droga e alcol in Spider-Man a rilanciare i temi adulti nei fumetti, fino a riportare l’horror e il thriller tra le pagine dei supereroi e ovviamente, come potete sospettare conoscendo un minimo le grandi doti comunicative e la testardaggine di Stan Lee, la Marvel fece di tutto per cogliere al volo il potenziale della Silver Age e approcciare il pubblico giovanile con storie in cui potevano riconoscersi, in cui subentrano elementi magici e mistici. Un nome su tutti: Doctor Strange. Proprio lui, l’amorevole dottore di quartiere, con tanto di qualifica suprema dal numero #110 del 1963; seguito da Scarlet, Agatha, Mefisto, tutti riuniti nella stanza più oscura della Casa delle Idee e lontani dagli alieni o dalla Generazione Charles Xavier. Il gotico piaceva e il mondo dei miti e delle leggende folkloristiche accresciuto da autori come Poe o Stoker, accettati anche dal Code Authority, portò la Marvel a storie (semi)autoconclusive in cui sperimentare la fusione tra la base storica degli eroi comuni e il fascino del mistero, soprattutto in due albi. Il primo fu Tomb of Dracula che fece da contraltare alla nascita di un antieroe degno della seconda stanza Marvel: Blade. Il secondo, ancora più rilevante, si concentrò sui mannari e sul licantropo Jack Russel, redatto da Roy Thomas e promosso, visto il successo, a serie di duratura caratura. Solo che Stan e Godman non si limitarono a rendere Werewolf By Night, la serie in cui Russel troneggiava, un buon prodotto, chiamarono un pezzo da 90 dei fumetti per scriverlo: Gerry Conway.
E qui, al solito, come per i cantanti di Sanremo: chi è Conway? Semplicemente colui che ha scritto la storia in cui Gwen Stacy muore o ha inventato The Punisher. Ci siamo, perché nel numero 35 della serie con protagonista Jack Russell, debuttò un villain dall’aspetto inquietante e molto adatto ai nuovi temi horror: proprio Moon Knight. Genitori del personaggio: Doug Moench, che di strada con Batman ne ha fatta parecchia, e Don Perlin e Al Milgrom ai disegni. Due albi in particolare spostarono Moon Knight dal ruolo di villain a quello di anti eroe: Marvel Spotlight del ‘76 e i numeri 22 e 23 di Spectacular Spider-man, degni eredi di quelle gradazioni di ombra che a giro toccavano tutti i protagonisti principali della Casa delle Idee. Un uomo comune in continua lotta con le personalità che la divinità Khonshu frappone tra lui e il suo disturbo, un araldo di vendetta più che un eroe e citando ciò che dicevamo in apertura, l’esatto corridoio in comune che unisce la stanza degli effetti speciali alla stanza più intima. Già, ma chi può abitare una camera del genere?
The Dark Side of the Moon Knight
“All that you touch
And all that you see
All that you taste
All you feel”
Lo hanno detto i Pink Floyd in Eclipse, mica Luca Giurato in qualche follia estemporanea. Tutto quello che tocchi, vedi, gusti e senti, crea delle percezioni e ognuna di esse costituisce un momento della vita o della giornata. Ma cosa succederebbe se i sensi venissero amplificati o inquinati da altre personalità? È proprio il caso di Moon Knight e il trailer ci mostra per bene il suo disturbo dissociativo di identità, da non confondere con la schizofrenia. Alcune critiche sul web hanno fiutato la somiglianza con il buon McAvoy in Split, ma state tranquilli: Patricia non è ancora entrata nell’universo Marvel.
Nella controparte fumettistica c’entrano poco la psicologia o gli studi della dottoressa Fletcher, i concetti di giustizia e identità multiple di Moon Knight dipendono dal fanatismo e dall’infusione della divinità che lo ha scelto come suo fidato campione, di conseguenza ogni personalità rispecchia un tratto di Khonsu, che nell’antico Egitto era il Dio della guarigione, della giovinezza e indovinate un po’… della luna. Ma quali sono le identità del protagonista? Marc Spector nasce insieme al personaggio: un ex pugile e mercenario divenuto l’araldo del Dio. Poi c’è Steven Grant, il ricco miliardario dal lato oscuro con chiaro rimando a Bruce Wayne, anche se la serie ha preferito spostarlo dai miliardi al ruolo di impiegato in un museo. Ma ogni poliziotto buono ha bisogno della controparte cattiva ed ecco entrare in gioco Jale Lockley, l’amabile tassista che raccoglie indizi e info sui criminali grazie alla proprietaria di un Dinner. E infine c’è Mr.Knight, il lato più elegante della luna, che sostituisce il cappuccio e il mantello con un completo bianco.
Andando più nel profondo, ci accorgiamo di quanto ogni individuo interpretato da Isaac nella serie, sia davvero il riflesso di concetti più ampi: il viaggiatore, il protettore, la guida per i notturni, colui che abbraccia; abissi di una mente che si scollega e ricollega in continuazione al suo possessore.
È giusto pensare che un qualsiasi prodotto visivo dovrebbe per davvero prendere a modello Eclipse dei Pink Floyd e diventare generatore di emozioni per tutto ciò che tocchi, vedi, gusti e senti; proprio come un’abitazione piena di camere diverse che ha bisogno di un Cicerone che sappia guidarci. Ed è ancora più importante osservare sia il lato migliore che quello più oscuro della luna, se il banco di rischio crea nuove prospettive per la tua casa, soprattutto se ti chiami Casa delle Idee.
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