La barriera è crollata. Un gelido vento soffia sulle macerie de Il Trono di Spade. La vecchia gloria di un tempo è andata distrutta, annientata da un finale di stagione che ha deluso anche i cuori più innamorati. Eppure, ora, il vento sta cambiando. L’inverno è alle spalle, gli animi freddi sono diventati più tiepidi e l’estate incombe col suo fiato caldo. Il fiato dei draghi. House of the Dragon sta arrivando e non lo sta certo facendo sulle ali dell’entusiasmo. Perché a questo ambizioso spin-off/prequel spetta l’ingrato compito di riaccendere l’interesse dei fan orfani del miglior Game of Thrones. Un’ardua impresa in cui noi riversiamo tutto il nostro ottimismo. Per arrivare preparati al fatidico 22 agosto, giorno in cui il primo dei 10 episodi di House of the Dragon approderà sui nostri schermi, ecco a voi cinque cose da sapere prima di tornare nella parte più ardente di Westeros.
1. Uno spin-off ambientato nel passato
Il Trono di Spade ci ha sempre accolti partendo dalla sua mappa, ma per raccontarvi House of the Dragon è più importante partire dalle clessidre. Perché il quando è più importante del dove. Lo spin-off è ambientato quasi 200 anni prima dei fatti raccontati in Game of Thrones e si basa sul romanzo Fire & Blood, scritto sempre da George Martin nel 2018, riprendendo materiale già utilizzato nel 2014 per il libro Il Mondo del Giacchio e del Fuoco. Al centro della storia ci sono i destini di casa Targaryen, raccontanti nel loro periodo di massimo splendore, visto che il loro dominio su Westeros non è affatto messo in discussione.
È un periodo di relativa pace e prosperità, visto che la bionda Casa non ha mai avuto così tanti draghi a svolazzare nei cieli. Un vero e proprio deterrente nucleare ante-litteram. Dimenticate le uova di Daenerys, perché questa volta i draghi domineranno la scena, facendo nascere un dubbio in tutti noi: i Targaryen sono rispettati o sono temuti? Lo scopriremo durante questo show che racconterà gloria e rovina di una famiglia dilaniata dai torbidi giochi di successione.
2. Tra luce e oscurità: i temi
Se Il Trono di Spade è stato il grande affresco di un vasto mondo, House of the Dragon sarà il dipinto di una famiglia intera, con tentativi di intrusione dall’esterno e matrimoni combinati con chiari secondi fini. Il che significa che lo spin-off sarà più intimo e domestico nei temi. Più piccolo, ma non meno ambizioso. L’idea di fondo è quella di realizzare uno show diverso dall’impostazione narrativa di Game of Thrones, ma che allo stesso tempo abbia un retrogusto familiare, visto che alcuni temi saranno per certi versi simili.
Avremo le immancabili lotte intestine per il trono, le grandi rivoluzioni delle donne che ambiscono al potere in un rigido mondo di dominio maschile e soprattutto le anime grigie di personaggi in chiaroscuro, sospesi tra grandezza e miseria. Anche perché ne Il trono di spade i Targaryen sono sempre stati dipinti come una casa incline alla follia, e Martin ha ammesso che vorrebbe dare loro una nuova prospettiva, mostrando anche le loro luci dentro le ombre. La sensazione è questa: House of the Dragon penserà in piccolo per poi espandersi e agire in grande, preparando il terreno per grandi sconvolgimenti futuri. Come l’inizio di un effetto domino che parte da Approdo del Re per poi travolgere tutta Westeros.
3. Non solo draghi
Chi pensa che House of the Dragon sarà soltanto un affare di Casa Targaryen si sbaglia di grosso. Perché la vocazione alla coralità di Game of Thrones non abbandonerà nemmeno il suo spin-off. In una recente intervista lo stesso George Martin ha spiegato che al fianco della famiglia dei draghi vedremo altre due case molto presenti nello show. La prima è quella dei Hightower, ovvero una delle famiglie più antiche di Westeros, il cui stemma simboleggia una fiamma su una torre di fuoco. Grandi commercianti, leali e coraggiosi, gli Hightower hanno sempre evitato conflitti e cercato il dialogo tra popoli. I nostri provengono da Old Town, che in tempi antichi fu una delle più grandi, influenti e prosperose città dei Sette Regni.
In House of the Dragon faremo la conoscenza di Otto Hightower, autoritario Primo Cavaliere (Hand of the King per chi mastica i romanzi) di Viserys I, e di sua figlia Alicent Hightower, da tempo presente a corte, fin dalla morte del Vecchio Re, a cui aveva fatto persino da balia sul letto di morte. La seconda casa che vedremo al fianco dei Targaryen è quella dei Velaryon, signori dei mari e popolo di grandi navigatori, provenienti dalla più grande isola della Baia delle Acque Nere. Il loro stemma raffigura un cavalluccio marino d’argento e racchiude l’essenza di una casa che ha sempre dominato le acque, arrivando a Westeros prima degli stessi Targaryen. Nella serie vedremo Corlys Velaryon, noto anche come il Serpente di Mare, marito della principessa Rhaenys Targaryen. Un legame, il loro, che conferma i rapporti strettissimi tra la casa del Fuoco e quella dell’Acqua.
4. Il ruolo di George Martin
Ora arriviamo alla domanda più importante: in che maniera è stato coinvolto papà George Martin? Ovvero meglio noto come lui colui che non ha alcuna intenzione di finire il maledetto The Winds of Winter.
Ecco, uno dei motivi del suo ritardo è da rintracciare anche nel suo impegno molto attivo in House of the Dragon. Martin figura come ideatore e produttore esecutivo dello show, visto che ha seguito passo dopo passo tutta la lavorazione della serie. Martin ha aggiornato i fan durante ogni singola fase di produzione, raccontando retroscena sullo stato dei lavori e confessando le sue impressioni dopo i primi convincenti test screening.
Però Martin non è l’unico legame creativo con Game of Thrones, visto che il regista Miguel Sapochnik (che ha diretto alcuni tra i migliori episodi de Il trono di Spade, tra cui La battaglia dei bastardi) questa volta è stato coinvolto anche come showrunner e produttore esecutivo. La sua maestria dietro la macchina da presa, però, è stato messa anche al servizio di Casa Targaryen, visto che Sapochnik ha diretto tre episodi dalla serie (il primo, il sesto e il settimo). Insieme a loro, Ryan Condal, fan di Martin fin dai primi libri della Saga, che ha cercato di mantenere coerenza tra il materiale dello scrittore e ciò che vedremo nella serie.
5. Una nuova saga?
C’è un’altra domanda che vola tra i cieli di Westeros: House of the Dragon sarà l’inizio di una lunga saga oppure no? Difficilmente assisteremo a una serie lunga otto stagioni come Game of Thrones, ma allo stesso tempo pare che il rinnovo per una seconda e una terza stagione sia una specie di segreto di Pulcinella. Non ancora ufficiale, ma già nei piani di HBO fin dall’avvio del progetto. Secondo un’indiscrezione dell’Hollywood Reporter (fonte assai affidabile), House of the Dragon verrà confermata per una seconda stagione subito dopo la messa in onda dei primi episodi, senza aspettare che la prima stagioni riveli il gradimento e il seguito del pubblico.
Tempo fa Casey Bloys, a capo di HBO, ha dichiarato: “Se dovessi scommettere, direi che c’è una buona possibilità che House of the Dragon otterrà una seconda stagione. Certo, ci vorrà ancora un po’ di tempo, ma di solito se mandiamo in porto un progetto è anche perché ci sono le condizioni per andare avanti”. Insomma, mettiamoci l’anima in pace. Che si sciolga ogni gelida perplessità. Che il fuoco arda ancora per tante stagioni. Il fiato dei draghi ci sarà sul collo per ancora un bel po’ di tempo.
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