Quando un eroe diventa un eroe? C’è un momento particolare, un istante che svolta un’esistenza, oppure questo percorso verso la gloria è fatto di tanti, piccoli passi? Nel caso di Ian Aranill, meglio noto come Dragonero, abbiamo scoperto quanto la sua ascesa a eroe dell’Erondar sia stata segnata da diversi episodi, che Luca Enoch e Stefano Vietti ci hanno raccontato tanto nella serie regolare quanto nello spin off Senzanima.

Ma prima ancora della fuga dalla casa paterna per diventare un mercenario, il giovane Ian era già sulla strada dell’eroe. Una scoperta che viene raccontata non in un fumetto ma in una serie animata, in cui abbiamo modo di scoprire la bellezza di un’avventura adolescenziale, scoprendo l’essenza più autentica e pura del futuro scout Aranill. Con Dragonero – I Paladini, infatti, viviamo le prime imprese del terzetto composto da Ian, dalla geniale sorella Myrva e dall’inseparabile Gmor.

Evoluzione e tradizione

Dragonero - I Paladini -© SBE/RAI
Dragonero – I Paladini -© SBE/RAI

Dragonero – I Paladini è un momento centrale nell’evoluzione di Sergio Bonelli Editore. Realtà storica del panorama fumettistico italiano, la casa editrice milanese ha scelto di seguire le tendenze di un mondo dell’entertainment votato alla crossmedialità, evolvendosi in media company, arrivando alla nascita di Bonelli Entertainment. Decisone nata dalla volontà di porre il proprio pantheon di personaggi al centro di produzioni che non si limitino al fumetto, ma che si spingano in altre dimensioni, arrivando a un pubblico più vario, sempre più in cerca di nuovi stimoli.

All’interno di questa nuova vita dei personaggi bonelliani, Dragonero non poteva certo restare indifferente. Già divenuto protagonista prima di un’espansione di Pathfinder, giunto poi nel mondo dei videogiochi con un titolo old school, per Ian Aranill arrivare all’animazione era quasi un passo obbligato. L’aver dato vita a una serie di capitoli diversi della sua epopea ha mostrato come lo scout erondariano sia un perfetto esempio di flessibilità all’interno delle possibilità contemporanee del mondo dell’entertainment.

Il comparto animazione sta rivelandosi sempre più uno strumento narrativo in mutamento, capace di rivolgersi a diverse demografiche, identificando specifiche tematiche per il pubblico di riferimento. Cimentarsi con queste produzioni è un segno tanto di percezione del mercato quanto di consapevolezza del desiderio del pubblico, sfida a cui Bonelli si è preparata mettendo in campo quello che, attualmente, è il suo personaggio più adattabile a una narrazione poliedrica.

Dragonero – I Paladini: primo passo di una nuova avventura

Dragonero - I Paladini
Dragonero – I Paladini -© SBE/RAI

Per Bonelli Entertainment, realizzare Dragonero – I Paladini non è stato solo un esperimento, quanto una dichiarazione di intenti: preservare lo spirito dei propri mondi, raccontandolo sotto una nuova luce. Nel caso della serie animata con protagonista il giovane Ian Aranill, questa volontà si è tradotta in una sintesi tra il rispetto della tradizione narrativa bonelliana e il linguaggio dell’animazione contemporanea.

Vincenzo Sarno, responsabile dello sviluppo delle properties di Bonelli, ha così definito la visione che anima questi progetti:

“Il desiderio più grande è quello di far divertire e di condividere un’esperienza di vita”

Seguendo questo principio, maneggiando un universo ricco di dettagli e minuziosamente definito, il team artistico di Dragonero – I Paladini non si è limitato a un uso della CGI come elemento risolutivo, ma ha adattato la tecnologia alla creatività. Il risultato è un utilizzo di cell shading misto a scenografie realizzate con tecniche pittoriche, una natura che permette a Dragonero – I Paladini di contare su un world building monumentale.

La sfida crossmediale

Dragonero - I Paladini
Dragonero – I Paladini -© SBE/RAI

La prima stagione di Dragonero – I Paladini ha messo in evidenza come, al netto di una trama che rispetta lo spirito del personaggio, si sia cercato un impatto visivo che fosse facilmente riconducibile al mito di Dragonero. Fondamentale in questo passaggio creare un’ambientazione in cui fossero presenti luoghi conosciuti dell’Erondar, che sono stati riprodotti con certosina fedeltà, e dare vita a tre giovani protagonisti che fossero familiari e al contempo nuovi.

Merito di una minuziosa opera di preparazione, con schizzi e bozzetti che testimoniano l’approccio quasi artigianale della serie. Una metodologia sostenuta da Bonelli Entertainment con un impegno importante, che ha consentito di affiancare ai professionisti interni partner tecnici di alto profilo.

Evidentemente, Bonelli Entertainment ha guardato con attenzione le più recenti produzioni animate, soprattutto nel segmento streaming. Dragonero – I Paladini si è rivelata una serie animata in cui la tradizione bonelliana convive con la consapevolezza del mercato contemporaneo, in cui tre giovani eroi vivono un’avventura dal sapore classico, raccontata con la grammatica visiva dell’animazione contemporanea.

Dragonero – I Paladini non è solamente un esperimento, quanto un modello produttivo su cui Bonelli Entertainment può sviluppare una propria identità, dando vita ad altre produzioni, come l’annunciata serie animata su Legs Weaver, che rientrano all’interno della valorizzazione del patrimonio bonelliano in un più ampio panorama multimediale.

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Classe '81, da sempre appassionato di pop culture, con particolare passione per il mondo dei comics e la fantascienza. Dal 2015 condivide queste sue passioni collaborando con diverse testate, online e cartacee. Entra nella squadra di ScreenWorld come responsabile dell'area editoria con una precisa idea: raccontare il mondo del fumetto da una nuova prospettiva