Spare – Il minore è un successo editoriale senza precedenti. E su questo non c’è proprio nulla da obiettare. Anzi, ad essere precisi, hanno contribuito alla sua incredibile affermazione anche tutti quelli che hanno acquistato il libro per poi criticarlo aspramente. A gridare al mondo la proporzione incredibile di questa perfetta operazione editoriale sono, niente meno, che delle cifre. Numeri che hanno il compito di mostrare chiaramente quanto l’Inghilterra, il mercato europeo e la compattezza di quello americano, stessero aspettando la pubblicazione della biografia del Principe Harry.
Cifre alla mano, dunque, Spare ha veduto 400mila copie. E solamente il primo giorno e in Gran Bretagna. Il numero finale, dunque, è ben più impressionante, visto che si devono aggiungere Stati Uniti e Canada. In questo modo le vendite ammontano a 1,4 milioni. Tutto questo vuol dire che, solo nel Regno Unito, l’incasso è stato pari a 5,6 milioni di sterline. Mentre per l’America si parla di 22 milioni di dollari. In definitiva, dunque, Spare, è considerato il più grande successo editoriale del 2023. E l’anno è appena iniziato. Ma quali sono i motivi dietro ab questo fenomeno globale? Proviamo ad indagare su tre aspetti fondamentali che hanno costruito la forza, almeno dal punto di vista del costume, di questa biografia capace di fatturare cifre a molti zeri.
La variante gossip
Inutile negarlo. Gran parte del clamore creato intorno a Spare, ancor prima della sua uscita sugli scaffali delle librerie di tutto il mondo, è dovuto al potere del gossip e, in modo particolare, al ruolo che la famiglia reale britannica svolge al suo interno. Il fenomeno, com’è noto, ha radici che si sono ben radicate nel corso degli anni dando vita ad una sorta di soap opera, a volte dai toni poco nobili.
Stabilito questo, però, è essenziale porsi un’altra domanda. Per quale motivo questo tipo di narrazione sostenuta dai tabloid e diversi magazine ha avuto così tanto appeal sui lettori medi e spesso casuali? Molto semplicemente perché questo crea una sorta di racconto consolatorio e quasi teatrale. Essere a conoscenza dei lati più nascosti della quotidianità dei Windsor, pone chi osserva in una sorta di superiorità. Allo stesso tempo utilizza i principi stessi del sogno per andare a smitizzarli. In sostanza, dunque, molti possono provare una sorta di sottile soddisfazione al pensiero che “anche i ricchi piangono”. E i reali non sono esclusi.
Oltre a questa compagine, poi, c’è anche un’altra fetta di mercato in cui s’inserisce chi prova dell’effettiva partecipazione, andando ad empatizzare con i diretti interessati.
In questo caso, però, si tratta di un fenomeno prettamente britannico. Per molti cittadini del Regno Uniti, infatti, la monarchia non è tanto un’istituzione quanto una presenza costante e granitica che ha attraversato le generazioni ed i diversi cambiamenti culturali. È la sicurezza che, per quanto le cose possano mutare, ci sarà sempre qualche cosa tanto forte da rimanere nella sua immutabilità. Basti pensare a quello che il lungo regno di Elisabetta II, di fatto una regina che non ha mai governato, abbia significato per molte persone.
Un legame che, agli occhi di molti altri popoli potrebbe essere misterioso e poco comprensibile come, ad esempio, gli americani. In questo caso, però, Spare si è valso di un capitolo tutto nuovo ed inaspettato che è riuscito ad accendere la curiosità del pubblico statunitense. Prima il matrimonio con Meghan Markle, poi la scelta di lasciare il loro ruolo di working royal e andare a vivere in California. Per finire con la tanto discussa intervista realizzata da Oprah Winfrey e la docu-serie Harry & Meghan lanciata su Netflix. Ecco, per il mercato statunitense tutto questo ha il potenziale della perfetta sceneggiatura per un film ad Hollywood. E non è detto che non venga prodotto.
L’effetto Diana
Il secondo elemento da prendere in considerazione è, con molta probabilità, il più forte e determinante. Ovviamente si tratta di Diana. Lei, Lady D, la donna più fotografata nel mondo, il volto riconoscibile tra mille, icona pop e, solo per ultima, Principessa del Galles è ben lontana dallo svanire dalla memoria di chi ha assistito al suo passaggio. Di fatto ancora oggi rappresenta la spina nel fianco della monarchia e il rimpianto di molti britannici. E non solo. In questo caso, però, la sua presenza evidente, anche all’interno della biografia, veste i panni di madre scomparsa prematuramente, lasciando dietro di sé due figli bisognosi della sua presenza.
Questo vuol dire, dunque, che per la maggior parte dell’opinione pubblica, Harry è ancora quel ragazzino di 12 anni che, a testa bassa, ha seguito il feretro della madre fino all’abbazia di Westminster. D’altronde ci sono delle immagini dalla potenza emotiva così forte da toccare in modo indelebile la cultura globale e popolare. E tra questi un posto d’onore è attribuito, senza alcun dubbio, ai funerali di Lady Diana.
Per lo stesso identico motivo, nonostante sia diventato uomo e lui stesso padre di due figli, negli atteggiamenti di Harry si va ricercando sempre il riflesso di quel bambino e, soprattutto, della madre. Una ricerca che spesso da i sui risultati. Visto che il più giovane dei principi Windsor sembra aver ereditato la capacità comunicativa della principessa e la sua propensione al sorriso. Due aspetti che, nonostante il passare degli anni, lo identificheranno non come “il minore” o “la riserva. Piuttosto come il figlio di Diana.
William & Harry, la leggenda dei fratelli inseparabili
Effetto secondario del ruolo di Diana come madre e, soprattutto, della sua scomparsa prematura è stata la formulazione di un racconto leggendario che è stato strutturato, nutrito e narrato da gran parte della stampa scandalistica. Si tratta del rapporto idilliaco tra William e Harry che, dal giorno dei funerali fino al matrimonio con Meghan, è sempre stato considerato vero e, soprattutto, inattaccabile.
I due ragazzi contro il mondo, uniti dallo stesso dolore e dal medesimo evento traumatizzante. Anche in questo caso ci si trova di fronte ad un’immagine potente dal punto di vista comunicativo. Un potenziale che i giornali ed il palazzo stesso ha compreso alla perfezione. I primi per vendere più copie con i principi in copertina. I secondi per rinverdire il fascino di una monarchia ormai troppo “anziana” e facilmente “giudicabile” per creare interesse.
Di fatto, dunque, in questi anni si è assistito alla formazione di un archetipo di fratellanza che difficilmente esiste nella realtà. E questo vale anche per le teste coronate. Si basa sull’assenza di differenze caratteriali, sulla mancanza di ambizione e desiderio di supremazia o, quanto meno, sui semplici dissidi. In maniera concertata più voci si sono affannate a definire la struttura di una nuova favola, di un romanzo per cuori teneri al centro del quale, ovviamente, ci sono due principini rimasti soli troppo presto.
Per l’immaginario globale non potevano che diventare degli adulti legati indissolubilmente e propensi ad appoggiarsi in ogni scelta. L’amore per Diana e il peso della sua assenza era il collante perfetto. Una storia meravigliosa che, in realtà, vive di conflitti interiori esattamente come in qualsiasi realtà famigliare. Per tutti questi motivi, dunque, il rapporto problematico che i due stanno affrontando, una volta diventati uomini, è incomprensibile a tanti, anche se, alla fine dei conti, si è rivelato particolarmente produttivo.
In molti, infatti, hanno acquistato Spare per leggere grandi rivelazioni di Harry riguardo il fratello. Aspettativa che, per altro, è stata essenzialmente delusa. E questo fa sospettare, probabilmente con ragione, che la stampa britannica abbia deciso di sostituire un racconto idilliaco, ormai poco fruttuoso, con uno dai toni più oscuri e drammatici. Perché la narrazione mitologica ha sempre bisogno di nuovi capitoli all’orizzonte.
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