Ci sono tanti motivi per cui la saga di Harry Potter continua ad avere tanto successo tra il pubblico, a dispetto delle controverse dichiarazioni fatte dalla sua autrice J.K. Rowling nel corso degli ultimi anni. Harry Potter, infatti, non è solo una saga che ha riscritto gli standard del fantasy per ragazzi, ma è anche un vero e proprio fenomeno culturale, una sorta di copertina di Linus che ha dato a tanti lettori la sensazione di avere un luogo da chiamare casa e un mondo nel quale potersi riconoscere.
Al di là dell’impatto sociale e culturale che la saga ha avuto sul pubblico, Harry Potter ha dalla sua anche elementi strutturali che ne hanno sancito il successo. Dal world building perfettamente costruito e dettagliato, passando per le trame verticali dei sette libri e, ovviamente, per la costruzione dei personaggi, che rappresentano davvero il fiore all’occhiello di tutta l’operazione. Ogni personaggio, che fosse un protagonista o un personaggio secondario, ha la sua ragione di esistere, ma soprattutto una sua tridimensionalità che gli concede l’illusione di essere vero, reale e concreto.
Tra i personaggi più amati c’è senza dubbio Severus Piton (Snape in lingua originale), che nella saga cinematografica è interpretato dallo straordinario Alan Rickman, scomparso il 14 gennaio 2016. Mentre ci apprestiamo a rivivere su Italia 1 la maratona degli otto film che compongono la saga, un dubbio ci è saltato alla mente. Piton è senza dubbio uno dei personaggi più completi e sfaccettati dell’intera saga. Uno dei più interessanti, con una storia personale che spinge chi legge o chi guarda a provare compassione per lui, ma si può davvero considerare un eroe?
La storia del principe
Per la maggior parte della saga di J.K. Rowling – soprattutto in ambito letterario – Severus Piton viene descritto come un uomo sgarbato, diretto fino al punto di risultare brutale, con un aspetto unto e viscido che non lo rende piacevole a prima vista. Ma anche un secondo sguardo non viene in alcun modo addolcito né dal carattere né dai modi del professore di Pozioni, che si mostra sempre con un’espressione colma di disprezzo e di una certa superiorità.
Da Harry Potter e la pietra filosofale a Harry Potter e il principe mezzosangue Piton viene percepito da chi legge/da chi guarda come un vero e proprio antagonista. Dal momento che l’intera storia offre al lettore la visione di Harry – pur ricorrendo alla narrazione in terza persona -, Piton viene sempre descritto come un uomo crudele, un uomo che odia il protagonista e che non fa niente per cambiare questo status quo.Soprattutto, nel climax del penultimo romanzo, Piton si macchia di un crimine per cui tanto Harry quanto il fruitore della storia rimangono sconvolti e che cambia l’equilibrio della storia stessa.
Questa percezione cambia nel corso dell’ultimo romanzo, quando Piton affida a Harry una parte dei suoi ricordi, che il mago Grifondoro fa poi galleggiare nel Pensatoio di Silente. In Harry Potter e i doni della morte esiste proprio un capitolo intitolato La storia del principe in cui il vero carattere di Piton viene portato in superficie, dando una giustificazione a molti dei suoi comportamenti e conferendo anche una giustificazione a quello che avviene in cima alla Torre di Astronomia nel sesto romanzo.
Con un solo capitolo J.K. Rowling cambia le carte in tavola: di punto in bianco quello stesso lettore che aveva provato astio o fastidio per Piton si trova con le lacrime agli occhi, commosso per una storia che sembra voler sconfiggere anche la prova ultima della morte. È grazie a questo singolo capitolo – un solo capitolo all’interno di sette libri – che la nostra percezione di Piton cambia: non più un essere abietto, ma un eroe che ha rischiato tutto. Ma basta questo a far di Piton un eroe?
Un pessimo amico
Durante il flashback che racconta la storia di Severus Piton il lettore viene messo a conoscenza del fatto che il futuro professore di Hogwarts ha stretto amicizia con Lily Evans (la futura mamma di Harry) quando entrambi erano solo dei bambini. Severus cresce in una famiglia disfunzionale e a tratti abusiva, all’interno di un nucleo familiare privo di amore e, soprattutto, cresce abbandonato a se stesso, senza che nessuno si curi veramente di lui, al punto da essere costretto ad andare in giro con abiti dismessi e dall’aspetto trasandato. Forse è proprio per questo vuoto emozionale che si avvicina a Lily: la bambina rappresenta tutto quello che lui non avrà mai.
Una bambina bella, solare, amata dai genitori al punto da suscitare la gelosia della sorella Petunia. Soprattutto, però, Lily è la prima persona a vedere Severus come una persona e non come un semplice obiettivo di prese in giro e frustrazioni. Piton e Lily diventano amici perché Severus ha bisogno di una persona che gli voglia bene senza altre motivazioni, una persona che sia sua amica a prescindere. In qualche modo i due bambini sono le due facce di una stessa medaglia, che trovano senso solo quando si trovano insieme, unite.
Questa amicizia infantile è forse l’aspetto più commovente della loro relazione, perché consiste quasi in un salvarsi a vicenda. Lily salva Piton dalla solitudine in cui il suo status sociale sembrava destinarlo. Piton, al contempo, aiuta Lily a scoprire la sua stra-ordinarietà, salvandola da una vita “normale” che non sarebbe stata giusta per una persona così straordinaria come Lily viene sempre descritta. Le cose, però, cambiano e si complicano quando i due si trasferiscono alla scuola di Magia e Stregonerie di Hogwarts. È qui che Severus Piton dimostra la propria tossicità come amico. Il ragazzo, infatti, è subito preoccupato dall’essere diviso dalla sua amica dopo lo Smistamento del Cappello Parlante e il suo umore continua a peggiorare quando si rende conto che Lily non lo ha più eletto come suo unico amico. La gelosia per le attenzioni della ragazza di cui si è innamorato si trasforma in un atteggiamento superiore, snob, pieno di disprezzo che peggiora quando Lily sembra avvicinarsi al gruppo dei ragazzi più popolari della scuola.
Il punto di svolta in questa amicizia è rappresentato dall’incidente che viene descritto nel quinto capitolo della saga, quando Harry scopre che suo padre e i suoi amici erano effettivamente dei bulli, che prendevano in giro il loro compagno di scuola. Fino a quel punto, però, il lettore non si sente di dover condannare il gesto: nel quinto libro Piton era ancora solo il nemico di Harry, un uomo crudele che aveva lavorato per il Signore Oscuro. Per quanto superficiale possa sembrare ammetterlo, a quel punto sembrava giusto che James Potter punisse il suo compagno di corso per il modo in cui, nel futuro, tratterà il figlio. Ma con il capitolo La storia del principe questa prospettiva si ribalta e James Potter appare come uno dei tanti quaterback di tanti film statunitensi basati sul bullismo nelle scuole. A quel punto Lily cerca di intervenire, prova a frenare James, ma Severus, umiliato e indifeso, le si rivolta contro, chiamandola Mezzosangue.
Naturalmente il peso di un’amicizia fallimentare va riconosciuto anche a Lily, che non appare certo priva di colpe nella gestione dell’intera situazione. Ma Piton, oltre la gelosia, comincia a provare un rancore così cieco che non solo lo spinge a insultare la sua migliore amica e a chiudere quasi immediatamente i rapporti, ma anche ad avvicinarlo alla fazione oscura che tanta morte porterà nel mondo magico. Piton, di fatto, non si unisce a Voldemort perché crede nella causa del mago oscuro, ma perché è un ragazzo dal cuore spezzato, frustrato nel non avere il coraggio di prendere quello che vuole e che si sente tradito proprio da quella persona che, per prima, gli aveva fatto credere nella possibilità di un lieto fine.
Professore e bullo
La rabbia che Piton prova nei confronti di James Potter si riversa poi su Harry. Per sei anni il professore non perde l’occasione di deridere e disprezzare il nuovo studente davanti a tutta la classe. Nel primo capitolo della saga, le lezioni sono appena all’inizio e Piton non perde occasione per umiliare Harry davanti a tutti, adducendo una presunta ricerca di notorietà. L’odio di Piton è così radicato in lui che lo rende cieco e gli impedisce di vedere quanto padre e figlio si somiglino solo nell’aspetto. Se si fermasse a scrollarsi di dosso i propri pregiudizi forse vedrebbe che Harry somiglia molto più a lui: un ragazzino solo, costretto a crescere all’interno di un nucleo familiare altrettanto tossico e abusivo che, proprio come Severus, vede in Hogwarts una casa e un luogo in cui costruire la sua cosiddetta found family.
Invece Piton resta per tutto il tempo trincerato dietro il suo odio e i suoi pregiudizi e questo lo rende un professore che somiglia molto ai bulli che lo tormentavano. Lo scoprire che stava facendo il doppio gioco e che collaborava con Silente contro Voldemort rende meno problematico il suo atteggiamento da professore? La risposta è no. Piton salva la vita a Harry e si preoccupa di insegnargli a chiudere la mente dagli attacchi di Voldemort, ma allo stesso tempo continua a maltrattarlo, a vessarlo con della vera e propria violenza psicologica. Quello che fa, oltretutto, non lo fa per il ragazzo, ma per una sorta di senso di colpa, per la nostalgia dell’amata perduta. Quando Silente gli chiede se, alla fine, si sia affezionato al ragazzo, Piton risponde in modo inequivocabile, facendo capire che di Harry non gli importa poi molto e che l’unico motivo per cui agisce come ha fatto è per amore nei confronti di Lily. Proprio come si era unito a Voldemort per i motivi sbagliati, il suo passaggio alla parte giusta della guerra si basa sulla rabbia di vedersi tradito da Voldemort che ha ucciso la donna di cui era innamorato. In Piton, dunque, non sembra esserci alcuna luce, ma solo rabbia. Solo odio.
Quindi Piton è un eroe?
Dopo quanto asserito fino a questo punto sembrerebbe logico tirare le somme e asserire che, dopotutto, Severus Piton è un personaggio negativo. Torniamo dunque alla domanda principale: Severus Piton è davvero un eroe? La risposta è comunque sì. Severus Piton non è quel tipo di eroe della tradizione cavalleresca, che fonda il proprio merito sulle virtù e la bontà d’animo, così come sulla presenza di un ineluttabile sistema di valori. Severus Piton è un eroe nella concezione moderna del termine: un uomo colmo di difetti che supera le proprie imperfezioni per un Bene Superiore. A questo punto non interessa il motivo per cui decida di passare al bene. Quello che importa è che Piton scelga, con coraggio e abnegazione, di sfidare tutto, persino la morte, per ottenere un risultato. Sebbene sia un sentimento tossico a guidarlo. È comunque in nome dell’amore che Piton prende tutte le sue decisioni. E il suo eroismo sta proprio qui: nell’accettare la sconfitta, nel suo prendere atto dell’ennesimo tradimento e invece di chiudersi solo nel suo rancore passare all’azione. Proprio perché odiava James e, allo stesso modo, odia Harry, il suo eroismo forse vale di più, perché implica una scelta, una presa di posizione netta.