Per chiunque ami leggere, il booktok è una realtà che non si può evitare né negare. Al di là della concordanza di opinioni e gusti su libri e storie che riempiono gli scaffali delle librerie, la comunicazione social su TikTok per quanto riguarda l’editoria è quella che sta mandando avanti il mercato, indirizzandolo verso il gusto del pubblico: ed è qui che entra in scena lo spicy.
La letteratura erotica è sempre esistita in letteratura e i nuovi trend social non hanno di certo scoperto nulla di nuovo. Persino in una serie come Friends, coi piedi ben affondanti negli anni Novanta, si parlava di letteratura erotica, quando Joey trovava per caso un libro “spicy” in camera di Rachel.
In effetti, proprio l’episodio di Friends – il secondo della settima stagione – può essere utile per gettare le prime basi riguardo una riflessione su come sia evoluto il genere oggi noto come spicy. Durante tutto l’episodio in questione, infatti, il personaggio di Joey passa il tempo a prendere in giro Rachel per la scelta delle sue letture. Trent’anni fa, una donna che leggeva un romanzo erotico era facilmente preda di prese in giro e pregiudizi, che a volte la identificano con le perversioni di cui magari si trovava a leggere. Se quell’episodio di Friends fosse stato girato oggi, invece, Rachel non si sarebbe affatto vergognata di “venire scoperta” mentre legge letteratura erotica. Al contrario, probabilmente si sarebbe messa a elencare titoli da consigliare agli amici.
Il nuovo libro di Elena Armas
Il 7 marzo per Newton Compton Editori arriverà in libreria Facciamo finta che non finirà, romanzo sequel/spinoff di Facciamo finta che mi ami(conosciuto soprattutto con il titolo originale The Spanish Love Deception). In questo nuovo romanzo di Elena Armas si racconta la storia di Rosie, la migliore amica di Lina (protagonista del primo romanzo), e di Lucas, cugino di Lina per il quale Rosie ha sviluppato una cotta digitale, avendolo prima conosciuto solo attraverso uno studio approfondito delle foto condivise sui social.
Il romanzo di Elena Armas mette in scena alcuni dei tropi principali più amati del momento. A causa di un crollo nel suo appartamento, Rosie si trova a essere coinquilina del ragazzo per cui ha una cotta, giocando quindi sulla forced proximity, la convivenza forzata, che è uno degli elementi che piace di più ai lettori di genere romance. Rosie, inoltre, sogna di diventare scrittrice e, per aiutarla, Lucas si propone di sottoporle una serie di appuntamenti che possano aiutare la donna a trovare l’ispirazione: si tratta di una sorta di rivisitazione del tropo del fake dating, che è senza dubbio uno dei terreni più fertili nella letteratura contemporanea di genere.
Insieme a The Love Hypothesis, The Spanish Love Deception è stato uno dei primi esempi spicy di “fenomeno su booktok”. Un libro che ha raggiunto una fama internazionale grazie proprio al passaparola sui social. Un successo che è legato anche alla scelta di costruire una storia che avesse dalla sua tutta una serie di elementi che incontrano il palato del pubblico contemporaneo. Gli stessi elementi che ora si trovano anche in Facciamo finta che non finirà e che dimostrano che oggi i lettori sono ancora più consapevoli di quanto fossero in passato del potere che hanno di influenzare l’andamento del mercato. Un fatto facilmente dimostrabile proprio dall’esplosione di titoli spicy.
Lo spicy non riguarda solo il romance
Sembra esserci un pregiudizio o, se vogliamo, uno stereotipo secondo cui lo spicy è una “sfumatura” che riguarda solo il genere romance. Questo, probabilmente, perché uno dei titoli più noti che possono rientrare nella grande sfera della narrativa eroica è 50 sfumature di grigio, che appartiene appunto al romance.
Tuttavia lo spicy riguarda ogni genere e, come si diceva in apertura, non è una cosa nuova. Per quanto riguarda il fantasy, ad esempio, il genere dell’urban fantasy non si è mai tirato indietro quando si trattava di spingere su scene esplicite riguardo il sesso. Nel 2003, ad esempio, in libreria arrivava Nodo di sangue, il primo capitolo della saga dedicata al personaggio di Anita Blake scritta da Laurell K. Hamilton. Una saga che prevedeva scene di sesso molto grafiche, che spesso riguardavano anche relazioni poliamorose. Oppure con la saga di Sookie Stackhouse – arrivata in Italia nel 2007 – il pubblico si è rapportato a un urban fantasy popolato da mutaforma e vampiri, dove addirittura c’era spazio per gli snuff movies. Ancora, J.R. Ward con La confraternita del pugnale nero – uscito nella prima edizione nel 2008 – ha scritto una saga sui vampiri in cui il punto cruciale non era la lotta contro i cacciatori, ma l’incontro tra i vampiri e le loro shellan, le loro anime gemelle, che sempre passavano attraverso scene erotiche molto grafiche.
Sebbene il sottogenere spicy continuasse a vivere in determinati romanzi di genere, era comunque molto relegato e molto stigmatizzato. L’avvento dei social, che ha permesso ai lettori di tutto il mondo di condividere passioni e preferenze, ha cominciato pian piano ad abbattere un muro di vergogna, permettendo alle storie spicy di raggiungere una notorietà inaspettata. In questa nuova fase non si può allora non citare il nome di Sarah J. Maas che, con la saga di Una corte di rose e spine (e il famoso capitolo 55 di Una corte di nebbia e furia) e, soprattutto, con la serie di Crescent City ha dato allo spicy una sorta di “permesso di esistere”, al punto che anche autrici ritenute più autorevoli come Leigh Bardugo non hanno esitato a inserire elementi più “piccanti” nei loro romanzi. Anche Jennifer L. Armentrout, con la saga di Sangue e Cenere sta spaziando nel genere spicy, a dimostrazione che il pubblico di riferimento è sempre più interessato a questa esplorazione.
Ma perché oggi lo spicy è così popolare?
La domanda, a questo punto, sembra sorgere in modo spontaneo: perché, nonostante la narrativa erotica sia viva da moltissimo tempo, lo spicy solo ora è diventato così popolare? Si torna, in questo caso, a parlare della comunicazione social. Grazie all’uso sempre più universale di Youtube, Instagram e ora TikTok, si è assistito a un certo di senso di liberazione. Se prima gli amanti del genere erano costretti a cercare titoli in angoli nascosti delle librerie, subendo quasi uno stigma sociale per i propri gusti, ora c’è un’accettazione decisamente maggiore.
Parlare di narrativa erotica o spicy, che dir si voglia, non significa più essere additati come strani o perversi. Fino a venti anni fa, in effetti, lo spicy portava con sé una forte dose di vergogna: i lettori si vergognavano di quello che leggevano, si censuravano, si nascondevano. Ora, invece, la paura del giudizio è molto meno diffusa e la consapevolezza delle nuove generazioni, così come la corsa all’inclusività, hanno portato a una cultura dell’accettazione che, sebbene abbia ancora molta strada da fare, ha cambiato il modo di comunicare e di dialogare.
Anche chi non è appassionato di letteratura erotica, anche chi non ama scene molto esplicite dove spesso si fa uso di un linguaggio scurrile, sa comunque di potersi avvicinare a questo tipo di narrativa anche solo per saziare una curiosità. Forse è questo il vero punto: essere curiosi, oggi, non è più una colpa, né un limite. I lettori, oggi, non devono più vergognarsi né delle loro fantasie né delle loro curiosità. E se pure è vero che è ancora molto di moda un certo atteggiamento di bookshaming, è altrettanto corretto assumere che pian piano i pregiudizi stanno cadendo e finalmente anche coloro che amano un tipo di scrittura più “piccante” possono esporre innocentemente la propria predilezione. Da questo punto di vista, allora, si può dire che lo spicy è popolare da sempre, solo che in passato nessuno aveva il coraggio di dirlo.
Il rovescio della medaglia
C’è però un rovescio della medaglia da affrontare. Lo spicy ha senso quando è ben inserito nella storia, quando è “pensato” e non messo solo per rincorrere una moda o una tendenza. Questo fa sì che il mercato cominci ad essere in qualche modo saturo di storie dove la sessualità viene affrontata in modo spesso così gratuito da risultare fuori luogo o, addirittura, volgare.
Questo è un problema che riguarda soprattutto i capitoli delle saghe che sono cambiate in corso d’opera. Se può infastidire in Facciamo finta che mi ami il passaggio da un registro romantico a quello più esplicito di amplessi che in qualche modo tradiscono quel tone of voice, non c’è niente di più fastidioso di una saga che cambia da un libro all’altro.
Per fare un esempio si può fare di nuovo il nome della Armentrout. Sebbene la saga dedicata a Poppy e Hawke non abbia mai lesinato su scene più o meno esplicite, la corsa all’accelerazione sotto il segno dello spicy ha portato alla creazione di un quarto volume che ha fatto inorridire i fan stessi della scrittrice, dando vita a un review bombing. Come in ogni cosa si deve evitare la gratuità della scelta, il bisogno spasmodico di scrivere qualcosa di simile a quello che va per la maggiore per non correre il rischio di essere lasciati indietro.
Perché quando qualcosa è fatto solo per salire sul proverbiale treno dei vincitori, il pubblico se ne accorge.