“For here
Am I sitting in a tin can
Far above the world
Planet Earth is blue
And there’s nothing I can do”
Un veloce saluto a Lois e poi su… nel cielo! Ma questa volta, per Superman, non andrà tutto nel verso giusto. Dopo una classica missione di salvataggio con la Justice League, Kal-El compie un enorme sacrificio per salvare tutto quello che ama: poi via, sparito nel nulla. Proprio come il Major Tom di David Bowie, Superman si ritrova alla deriva nello spazio profondo, lontano da tutto quello che gli è noto e dalle persone a cui vuole bene. Sperduto, disperso in un settore della galassia sconosciuto, senza quasi più energie e lontano dal sole più vicino.
Una panoramica spaziale

È così che inizia Superman: Lost di Christopher Priest e Carlo Pagulayan, una delle più belle e impattanti storie sull’Azzurrone pubblicate nel 2024. Tramite le sequenze nello spazio e i pensieri di Superman, è possibile vedere come il personaggio venga disassemblato nei suoi punti cardini. Speranza via via a mancare, messa in discussione dei suoi valori, sicurezze lentamente sparire; tutto in un contesto totalmente sci-fi e che si rifà all’Interstellar di Christopher Nolan. Ad aggiungere un’ulteriore spinta alla narrazione, arrivano in aiuto di Priest il fisico teorico Dave Van Domelen, che aiuterà gli autori a piegare al loro volere lo spazio e il tempo, è le nozioni di filosia di Soren Kierkegaard.
Ma procediamo con ordine: dopo essersi disperso nello spazio, Clark si ritroverà a vagare per diversi settori della galassia, cercando di avvicinarsi sempre più alla Terra ma senza nessun riferimento che gli possa indicare la via corretta. Durante il viaggio finirà prigioniero di predoni spaziali e ospite indesiderato di un pianeta fortemente diviso socialmente e politicamente.
Con l’obiettivo sempre in mente di ritornare verso casa, Superman, però farà il possibile per aiutare anche la popolazione locale, finendo invischiato in alcuni intrighi politici. Ad aggiungere un ulteriore problema alle sua sventure, l’unica entità che potrebbe aiutarlo, la Lanterna Verde di quel settore, si innamorerà perdutamente di lui e si rivelerà non particolarmente stabile mentalmente.
La grande penna di Christopher Priest

Parlavamo di Interstellar, ma perché proprio quella pellicola? Non che ci siano particolari parallelismi con il film, oltre all’ambientazione spaziale e il tema dei viaggi nel tempo, ma Christopher Priest sembra quasi prendere tutti i concetti analizzati nella pellicola di Nolan e sviscerarli al meglio e con meno superficialità. Le nozioni e le accortezze del professor Van Domelen aiutano sicuramente sia l’autore che il lettore a non perdersi nei meandri delle definizioni di wormhole e a capire meglio il finale dell’opera.
Gli appassionati di questo genere, magari, potrebbero appunto ritrovare in Superman: Lost quello che non hanno trovato in Interstellar. Continuando, dopo il ritorno dallo spazio, si scoprirà che profondi cambiamenti hanno sconvolto la sua persona, i traumi vissuti saranno enormi e la sua psiche sarà fortemente minata, mentre, sul nostro pianeta, saranno passate solo poche ore. Lois, il mattino dopo la partenza di suo marito, lo ritroverà immobile al centro della stanza in cui si erano salutati, fissando il vuoto e totalmente assente.
Christopher Priest è uno degli scrittori più amati da pubblico e critica, tra i suoi lavori più celebri c’è indubbiamente la sua run su Deathstroke, storico nemico di Batman, pubblicata tra il 2016 e il 2020. La serie ha avuto un destino alquanto funesto in Italia, ci sarebbe proprio bisogno di una bella ristampa!
Dove troviamo, invece, Soren Kierkegaard nell’opera? Ricordiamo che tra i suoi pensieri, quello meglio conosciuto è legato alle possibilità umane. Queste, benché infinite, possono portare l’individuo stesso al totale annullamento a causa di una scelta, che potrebbe rivelarsi positiva quanto negativa. E quasi in ogni tavola di Superman: Lost è permeata dalla presenza di questo spunto di riflessione del filosofo danese; Superman immobile e impassibile agli stimoli esterni di Lois, avvolto disperato nel suo mantello, annientato nella psiche e fortemente condizionato dagli avvenimenti lontani da casa.
Per tutta la lettura Priest ci farà chiedere se e cosa sia successo con la Lanterna Verde, se il nostro Azzurrone abbia ceduto in qualche modo, se la disperazione avesse totalmente annullato e demolito Clark. Volete leggere una delle storie moderne che più mette in discussione Superman? L’avete tra le mani.
…è Superman!

Lost, ci viene presentata come una tradizionale storia supereroistica, ma rispetterà questa etichetta solo dal punto di vista dei disegni. Le vicende di trama, invece, rendono il racconto ricco di dolore e di emozione, con spunti filosofici e psicologici, grazie agli aggiustamenti dati dagli studiosi menzionati poc’anzi. Cos’è l’essere umano, qual è il suo posto nel mondo, quanto un’entità tendenzialmente divina possa essere messa in discussione nelle sue sicurezze; tutto questo raccontato grazie ad un world building e ad una caratterizzazione dei personaggi di altissima qualità.
Questa miniserie, è indubbiamente una delle migliori storie moderne sul personaggio, anche prima della nomina agli Eisner passati. Un racconto, questo di Christopher Priest, capace di far conoscere al meglio Superman e la sua profonda complessità, anche a chi dice di preferire l’Oscuro Pipistrello di Gotham. Superman: Lost è un’opera che sicuramente dovrebbe passare almeno una volta tra le mani di tutti gli appassionati di fumetti e, fidatevi, potrebbe anche essere un modo per arrivare ancora più pronti davanti al nuovo film del padre dei supereroi di prossima uscita e diretto da James Gunn. Inoltre, avete visto l’ultimo trailer? Bene, se vi siete persi dei riferimenti eccoveli tutti pronti a portata di click!