Se c’è una crepa o un’ombra nella coscienza americana, state pur certi che poco distante potrete trovare Ed Brubaker in cerca dell’ambientazione per una storia. Basterebbe pensare alle atmosfere psichedeliche del suo Reckless o alla ricostruzione storica di periodi storici come visto in Fatale, per comprendere come Brubaker sia capace di intrecciare lo slancio narrativo con una contestualizzazione sociale sempre puntuale. Tratto fondamentale che nuovamente si evidenzia in Le Case del Male.
Tipico dei grandi narratori, come ci hanno insegnato King, Dick o DeLillo. Eppure, Brubaker sembra aver sempre quel guizzo particolare, il cogliere una sfumatura ancora più critica, violenta di queste ombre dell’american way, per trasformarle nel perfetto sfondo di vicende che si fondano su una quotidianità vissuta, per poi esplodere in faccia al lettore.
Ritorno al Satanic Panic

Con Le Case del Male, tuttavia, Brubaker sembra voler cercare un delicato equilibrio tra un racconto dai toni horror e il ritratto di una morale talebana che ha sconvolto gli States nei primi anni ’80, con il famigerato Satanic Panic. Dimenticato per anni, forse perché conosciuto oltre i confini americani, questa vera e propria ansia sociale ha sconvolto l’America, piombata improvvisamente in un incubo sociale in cui sette sataniche e adoratori dei diavoli erano in mezzo ai cittadini comuni.
Non certo una novità per una morale monolitica che aveva già partorito cacce alle streghe come il maccartismo, ma che con il Satanic Panic riuscì a creare una vera e propria ondata di ansie sociali, mietendo vittime eccellenti. Ogni elemento lontano dal consueto, ogni presunta trasgressione alla morale religiosa imperante diventava immediatamente una manifestazione satanica, un evento che sconvolgeva una nazione dominata da telepredicatori e ancora sconvolta da follie rituali divenute macabri cult, in primis la famiglia Manson. Arrivando anche a demonizzare il ‘satanico’ Dungeon & Dragons, che divenne persino oggetto di un film, Maze & Runners, in cui un giovane Tom Hanks diventava un pericoloso assassino perché traviato dal celebre gioco di ruolo.
Le Case del Male: In fuga dal destino

Natalie Burns vive al di fuori del sistema, cercando di non farsi notare. Divenuta investigatrice privata, la sua specialità è il ritrovamento di giovani scomparsi, specialmente quando le sparizioni sono in realtà adesioni a culti e sette. Assunta dai genitori disperati, Natalie si rivela una sicurezza perché ha un punto di vista privilegiato: è stata protagonista di una simile esperienza.
Ai tempi delle elementari, Natalie è stata al centro di una pericolosa inchiesta che mise sotto i riflettori i suoi insegnanti, improvvisamente accusati di essere dei satanisti che abusavano dei loro piccoli alunni. Caso mediatico esploso in una nazione che vedeva Satana ovunque, montato soprattutto sulle testimonianze traballanti dei bambini, ritenute sufficientemente valide per condannare gli insegnanti. E per spingere uno di loro al suicidio, gesto estremo che fece riaprire il caso rivelando la fallacità di questo processo e rendendo ora gli accusatori carnefici da punire.
Fuggire da questa ombra del passato è stato essenziale per Natalie, che viene ora costretta a riaprire questo capitolo quando l’agente dell’FBI West chiede il suo aiuto per scoprire chi stia uccidendo tutti i bambini coinvolti in quel disastroso processo. E forse, la verità è più terribile di quanto i due investigatori possano immaginare.
Horror o realtà?

Una bomba sociale come il Satanic Panic, ora noto grazie anche a revival del periodo come Stranger Things, non poteva certo lasciare indifferente Brubaker. Abituato a cercare dei precisi riferimenti per dare sostanza alle proprie intuizioni narrative, Brubaker costruisce una storia che si affida ad eventi storici, come il caso della McMartin School, o citando il famigerato Michelle Remembers, libro denuncia che diede il via a tutta l’ansia satanica.
In altre sue opere, come il citato Fatale, Brubaker ha lasciato trapelare la sua passione per l’horror, in particolare il cultismo, e poter inserire questo interesse in una storia ambientata durante il Satanic Panic è stato il punto di svolta per Le Case del Male, come ha spiegato lo stesso autore:
“Le case del male è qualcosa che ho definito “noir della Satanic Panic”. È a metà strada tra una storia horror inquietante e un noir maledetto ed è direttamente legato alla mania per il satanismo degli anni Ottanta. Il libro parla chiaramente delle mie ossessioni per l’horror legato ai culti e gioca con i temi demoniaci dell’horror classico – da Hammer a Carpenter a Stephen King. Quella paura, che allora sembrava ovunque, è riemersa chiaramente e mi ha fatto venire voglia di tornare a esplorarla, cercando di darne una interpretazione alla “Brubaker-Phillips” che unisse noir e horror”
Tra realtà e finzione

Contrariamente ad altri lavori di Brubaker, in cui la matrice narrativa dell’autore è estremamente riconoscibile, con Le Case del Male si percepisce invece una deriva narrativa che risente dell’influenza di maestri del genere, King in primis. Pur preservando la sua individualità artistica, Brubaker si affida a una storia che, per quanto appassionante, risente di un’affinità con cult del genere. Sempre godibile, soprattutto per i dialoghi ottimamente gestiti, ma insolitamente priva di colpi di scena davvero sorprendenti, come se il focus non fosse tanto sui protagonisti ma piuttosto sulla caratterizzazione umorale del periodo.
Forse, la chiave di lettura di questa scelta stilistica è in un commento di Sean Phillips, disegnatore di Le Case del Male e storica matita di Brubaker:
“Negli Stati Uniti sono successe che alcuni bambini accusarono i propri genitori, insegnanti, capi scout o sacerdoti di coinvolgerli in rituali satanici. Abbiamo preso quelle accuse ridicole e ci abbiamo costruito sopra una storia”
Nella caratterizzazione di Natalie, Brubaker riesce a costruire una vita sofferta ma magnetica, con un utilizzo perfetto dei flashback, metronomi puntali dell’evoluzione del personaggio. Piccole ma continue rivelazioni che rendono sempre più concreta la donna, ma che sono spesso offuscati da un presente che manca di mordente in alcuni passaggi, lontani dalla solita vis narrativa di Brubaker. Sia chiaro, Le case del male rimane un’ottima lettura, ma da Brubaker siamo stati abituati a una più vivida costruzione dell’iter narrativo, che in questo caso sembra giocare troppo in difesa.
Ritratto di un incubo

Sensazione che non tocca minimamente l’ottima interpretazione grafica della famiglia Phillips, Sean e Jacob, che danno a Le Case del Male un’anima stupendamente disturbante. Il tratto di Sean Phillips è oramai la ‘voce’ con cui Brubaker è maggiormente conosciuto, e ci permette di godere di una narrazione visiva intensa, capace di pompare adrenalina con una caccia all’uomo nei boschi o nel ritrarre situazioni di evidente disagio.
Per trasmettere il senso di oppressione provato dai protagonisti, Phillips predilige una taglio chiuso delle vignette, con inquadrature strette ambientate in spazi claustrofobici, con rari sguardi all’esterno. Notevole il lavoro di costruzione di un’indagine serrata, reso con dettagli messi quasi in secondo piano, come Michelle Remembers, o sfruttare una narrazione visiva fuori campo che acuisce il senso di inquietudine, esaltando la tensione del racconto.
Una gamma emotiva ulteriormente galvanizzata dalle cromie del figlio Jacob. Le dolorose memorie di Natalie sono rese con tonalità accese, con una palette carica di rossi e gialli, perfette per suggerire la cieca fobia del periodo del Satanic Panic, mentre il presente ha una cromia estremamente fredda, che esalta le atmosfere graffianti ed emotivamente claustrofobiche della storia, dando il giusto spessore alle dominanti ambientazioni notturne.
Come leggere Le Case del Male

Le Case del Male, per quanto mostri meno delle tradizionali caratteristiche di Brubaker, è inconfondibilmente un’opera della premiata ditta Burbaker-Phillips. Lettura che serve non solo a ricordare la maestria della coppia, ma anche a ripercorrere da una prospettiva diversa un distrubante momento della storia recente americana.
In Italia, possiamo leggere Le Case del Male grazie a saldaPress, che inserisce il fumetto pubblicato in America da Image Comics all’interno della collana Maèstro, oramai sempre più dominato dalle opere di Brubaker.