Piccola scintilla, illumina la via. Splendi così forte durante il giorno. Allontana la notte. Anche una piccola scintilla può illuminare la via. Sii la scintilla, ragazzo.
Un concetto semplice, eppure potentissimo. Una piccola luce può squarciare l’oscurità, ma può anche accecare. Ma non è forse questo il compito della luce? Creare ombre e, di conseguenza, dubbi. Le Lanterne Verdi, custodi della volontà e della giustizia intergalattica, sono sempre state un faro nell’immensità del cosmo. Ma la loro missione è sempre stata giusta? O il loro potere è un’arma a doppio taglio?
La loro storia è fatta di eroi e cadute, di battaglie vinte e guerre sbagliate, di fiducia cieca e ribellioni necessarie. Quindi, senza scomodare i ragazzi di Ennis, possono davvero questi agenti intergalattici imporsi come giudici supremi tra i mondi? O il loro ruolo di custodi della pace cela in sé il rischio di diventare oppressori?
C’è davvero il rischio di diventare il cattivo, dopo aver vissuto tanto tempo da eroe?
Per trovare una risposta, dobbiamo viaggiare nel tempo, all’alba di una leggenda.
Le origini del mito: Alan Scott e l’era primordiale
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PRima di Hal Jordan, prima del Corpo delle Lanterne Verdi e della loro organizzazione intergalattica, c’era Alan Scott. Comparso per la prima volta in All-American Comics #16 nel luglio 1940, Alan Scott non era un membro di una forza spaziale, ma un eroe solitario. Creato da Bill Finger e Martin Nodell, il personaggio nacque da un’idea molto più “terrestre” di quanto si possa immaginare.
Nodell, nel suo viaggio in metropolitana di ritorno a Brooklyn, notò un addetto che cambiava manualmente i segnali con una lanterna rossa e verde per dirigere il traffico ferroviario. Da lì nacque l’idea di un anello magico legato a una fiamma verde, capace di conferire poteri straordinari. Il tutto senza la necessità di entità cosmiche o regole universali.
Per i primi anni, Alan Scott operò come eroe mistico, proteggendo Gotham City con la sua lanterna magica. Figuratevi se Bill ambientasse altrove i suoi personaggi. Oscurità e luce, proprio come Batman e Lanterna Verde. Ma quando sei destinato alla grandezza, non puoi condividere il palcoscenico, e la regola del cammino dell’eroe, come al solito, prevede un cambiamento.
Hal Jordan e il Corpo delle Lanterne Verdi
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Nel 1959, in piena epoca Silver Age, lo scrittore John Broome e l’artista Gil Kane trasformarono l’idea delle Lanterne Verdi in qualcosa di più ambizioso. Con Showcase #22, nacque Hal Jordan, un pilota collaudatore scelto dall’anello del morente Abin Sur. Ma Hal non sarebbe stato solo.
Ora, la figura di Lanterna Verde non era più un’entità mistica, ma parte di un’intera polizia intergalattica governata dai Guardiani dell’Universo, antiche e onnipotenti creature di Oa. Il Corpo delle Lanterne Verdi divenne un’organizzazione militare interstellare, divisa in 3600 settori, ognuno sorvegliato da un suo rappresentante.
Un’idea affascinante: un corpo di pace formato da individui senza paura, scelti per la loro incrollabile volontà e capaci di affrontare qualsiasi minaccia.
Ma la domanda sorge spontanea: chi decide cosa è giusto e cosa è sbagliato?
I Guardiani dell’Universo hanno sempre agito con l’obiettivo di mantenere l’ordine, ma ordine non significa giustizia. E non tutti i loro agenti hanno seguito il sentiero della luce.
Per maggiori info, cliccate play sul secondo capitolo della “Suicide Squad” e concentratevi sui discorsi e sulle azioni di Peacemaker; vi renderete conto che il suo modus operandi non è poi così lontano dalle lanterne.
Il primo grande dubbio: Lanterna Verde/Freccia Verde
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Tra il 1970 e il 1972, il fumetto Lanterna Verde/Freccia Verde (piccolo capolavoro che vi consigliamo di porre in prima fila nella vostra libreria, Nda.), scritto da Dennis O’Neil e disegnato da Neal Adams, portò alla luce il primo vero conflitto morale del Corpo.
Hal Jordan, la più fedele delle Lanterne, venne affiancato da Oliver Queen, alias Freccia Verde, un eroe urbano con una visione della giustizia molto più vicina alla realtà quotidiana. Viaggiando insieme per l’America, ancora Ennis in sella al predicatore, Hal scoprì per la prima volta i limiti del suo potere: per anni aveva creduto che il Corpo delle Lanterne fosse dalla parte del bene, ma non sempre il bene corrisponde alla legge.
E non sempre la legge corrisponde alla realtà. In fondo Beccaria aveva ragione:
“Parmi un assurdo che le leggi che sono l’espressione della pubblica volontà, che detestano e puniscono l’omicidio, ne commettano uno esse medesime, e, per allontanare i cittadini dall’assassinio, ordinino un pubblico assassinio.”
Il loro viaggio li portò a scontrarsi con povertà, razzismo e ingiustizie che nessun anello del potere poteva risolvere. Il momento più simbolico arrivò quando un uomo afroamericano domandò a Hal perché, con tutto il suo potere, avesse sempre salvato popoli alieni ma mai gli oppressi della Terra.
E con quelle parole nacquero le ombre, sbocciarono i dubbi.
Un conflitto eterno: La Guerra del Sinestro Corps
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Nel 2007, con La Guerra del Sinestro Corps, Geoff Johns trasformò Sinestro nella più grande minaccia dell’universo DC, attraverso i disegni di un Gibbons in forma smagliante. Come il mondo del fumetto sa bene: se affidi un dubbio a un inglese, lui lo trasformerà in un capolavoro. Per info chiedete pure di Watchmen.
Ex membro del Corpo, Sinestro creò un suo esercito, reclutando guerrieri capaci di incanalare la paura e brandire il potere della luce gialla. Il suo obiettivo? Distruggere i Guardiani e dimostrare che l’ordine non si mantiene con la volontà, ma con la paura.
Il regime del terrore applicato alla giustizia, un concetto storico tanto basilare quanto geniale, che ha in Senestro la sua massima esposizione mediatica.
Lo scontro fu devastante e portò il Corpo delle Lanterne Verdi a prendere una decisione estrema: concedere alle Lanterne Verdi la possibilità di uccidere. Come 007, ma con qualche potere verde in più.
Fu la prova definitiva che il Corpo delle Lanterne Verdi, nel bene e nel male, aveva oltrepassato la sottile linea tra giustizia e dominio. Tra esseri viventi ed esseri superiori.
Il Corpo delle Lanterne Verdi: una forza in continua evoluzione
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Con il rilancio del 2004, Geoff Johns non solo riportò Hal Jordan, ma ricostruì l’intero Corpo delle Lanterne Verdi. Contestualmente, venne varata la testata Il Corpo delle Lanterne Verdi, scritta da Peter J. Tomasi e illustrata da Dave Gibbons e Patrick Gleason.
Questa serie esplorò le difficoltà della polizia intergalattica nel mantenere l’ordine in un universo sempre più caotico. Alcuni membri non accettarono il loro ruolo, mentre molte civiltà iniziarono a vedere il Corpo come una forza invasiva più che un simbolo di giustizia.
Un momento chiave si ebbe durante la gestione di Robert Venditti su Hal Jordan and The Green Lantern Corps, in cui le Lanterne Verdi furono costrette a un’alleanza con il Corpo di Sinestro.
Se le Lanterne Verdi avevano bisogno di allearsi con la loro nemesi, era forse il segnale che la loro autorità non era più sufficiente a garantire l’ordine? Ancora la paura, ancora il terrore al servizio della giustizia a ogni costo. Altro che Akainu tra le pagine di One Piece.
Una luce che oscura
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Le Lanterne Verdi nascono per proteggere, ma nel corso della loro esistenza hanno dimostrato che ogni sistema, anche il più giusto, può trasformarsi in oppressione. Perché forza e ordine, fondendosi, creano un surrogato della giustizia.
Nel giorno più splendente e nella notte più oscura…
Il loro giuramento risuona ancora nell’universo, ad ogni costo, senza eccezione. Ma dietro quella luce c’è sempre un’ombra, un sottile dubbio che porta il giustiziere a diventare boia, proprio come scopriamo tra le pagine di “Human Target” firmato da Tom King.
Sono eroi o carnefici? Giudici o tiranni? Luce o ombra? Forse tutte le cose o forse nessuna di queste. Forse sono solo personaggi dei fumetti che, però, somigliano tanto alla realtà.
Forse la risposta non è scritta nelle stelle. Forse, come ogni Lanterna Verde, dipende solo dalla volontà.