La voce della strada, manga di Kei Usuba, è un’opera alienante che ti scuote nel profondo, e il suo impatto nasce da un contrasto a tratti disturbante. Difatti, da un lato troviamo uno stile di disegno morbido, quasi infantile, fatto di linee rotonde e volti espressivi. Dall’altro, l’opera vanta una narrazione aspra, che affonda senza esitazione nella crudezza della vita, nella povertà, nell’abbandono, nella violenza e nella disperazione giovanile.

La voce della strada è una voce ostinata, un monito dall’oltretomba che fatica a farsi sentire. E Usuba non addolcisce alcun che, anzi mostra la realtà nella sua forma più grezza, autentica, brutale. Parla di un disagio e una problematica che attanaglia molti giovani, ma non spettacolarizza il dolore, né scade nel pietismo.

“Questo quaderno è la prova che sono sopravvissuto”

La voce della strada - J-POP Manga, © amazon.it
La voce della strada – J-POP Manga, © amazon.it

Yukito Ojiro non ha nemmeno diciotto anni, eppure la sua esistenza è già carica di oscurità e dolore. Figlio di una madre anaffettiva e violenta, trova conforto solo nella sorella Sakurako, poco più grande di lui, che ha assunto il ruolo di figura materna e guida. È stata lei a trasmettergli valori e ideali, un faro nel buio, prima che il suo corpo esamine venisse ritrovato sotto un ponte. Sakura è stata uccisa, la sua vita spezzata da un macabro e tossico sistema che non perdona, che non esita. Aveva diciotto anni, come lui oggi, eppure il paragone non sembra reggere oltre: Yukito è ancora un bambino, appare bloccato nel tempo, come se il dolore lo avesse pietrificato all’età in cui tutto ha avuto inizio. Come se scrivere ininterrottamente, giorno dopo giorno, non fosse solo una fuga, ma una condanna alla paralisi emotiva. Un’àncora che un po’ lo salva, un po’ lo spinge in fondo.

Yukito vive schiacciato da un debito che non è suo, ereditato dalla madre e poi dalla sorella: una catena che lo costringe a sopravvivere ai margini, vendendo droga, barattando la propria libertà. E quando qualcuno gli chiede “come conosci quella prostituta?”, gli amici ridono di lui e insinuano che se la sia scopata. Ed è proprio in quel momento che il lettore ricorda di non essere di fronte ad un battle shonen o un romance, che Yukito non ha 9 anni, bensì diciotto: è un adulto col viso di un bambino, un’anima pura costretta ad affrontare la realtà. Un pugno dritto allo stomaco, e per Yukito, e per noi.

Vomitavo parole su parole.

La voce della strada - J-POP Manga
La voce della strada – J-POP Manga

Eppure, nonostante lui ripeta ai suoi amici di non aver nulla da dire, qualcosa in lui brucia ancora. In silenzio, il giovane riempie quaderni su quaderni: parole vomitate senza sosta, pensieri che cercano di trovare un senso, versi scritti come appigli per non sprofondare. La scrittura è la sua unica valvola di sfogo, il suo modo di gridare che ancora esiste. E accanto a lui c’è Meiji, l’amico di una vita, più deciso, più lucido, capace di trasformare quelle parole in musica. Meiji non vuole compromessi con la banda di Marumoto né con lo Yakuza che tiene Yukito in pugno: il suo unico obiettivo è dare voce ai testi dell’amico, trasformare quel dolore in qualcosa di vivo, potente, ascoltabile.

Insieme, Yukito e Meiji si completano. Il primo scrive per non impazzire, il secondo interpreta, mette su beat e rime le emozioni dell’altro. La loro è un’unione profonda, viscerale, che va oltre l’amicizia: un legame che tiene entrambi in superficie. Ed ecco che la nebbia malinconica si dipana lentamente quando sono insieme, quando fanno musica, quando parole e note s’intrecciano.

Spiare l’animo di Yukito

La voce della strada - J-POP Manga
La voce della strada – J-POP Manga

Leggere La voce della strada fa sentire quasi in colpa. Quasi come se spiare la vita di Yukito fosse un gesto indebito, come se penetrare nei suoi pensieri, nei suoi desideri e nella sua innocenza significasse sfiorarlo nell’intimo. La sua è un’anima pura, incatenata a un destino crudele, e leggere il suo percorso lascia addosso un senso di impotenza e commozione. Un manga che colpisce per la sua forza narrativa e per il coraggio con cui affronta tematiche rare, come quella dei giovani costretti a farsi carico dei debiti e delle colpe dei genitori. O ancora: quanto il contesto in cui si cresce influisce sulla vita di un individuo?

La musica può rendere gli uomini liberi.

Tuttavia, in questo scenario duro e oppressivo, la musica – in particolare il rap – non si configurare quale fuga o ambizione, bensì come atto di sopravvivenza. Yukito, il protagonista, scrive per resistere al dolore, alla bruttezza della vita, alle emozioni che lo investono. Ogni sua strofa graffia e colpisce, abbatte le ingiustizie, un gesto disperato per non crollare. Nessuna illusione patinata, solo la necessità di essere ascoltato.

Dopotutto, questo legame viscerale tra musica e sopravvivenza si riflette anche nella realtà. Numerose ricerche dimostrano che il suono ha un impatto profondo sul benessere psico-fisico. Dall’infanzia alla vecchiaia, la musica stimola emozioni, memoria, comunicazione e può persino aiutare a recuperare funzioni neurologiche compromesse da traumi o malattie. La musicoterapia – attraverso canto, strumenti o ascolto attivo – si è rivelata efficace nel contrastare il decadimento cognitivo, migliorare l’umore e sostenere la qualità della vita. Non è solo una cura, ma anche una forma di prevenzione e autodifesa emotiva.

Bambini intrappolati in un mondo per adulti

La voce della strada - J-POP Manga
La voce della strada – J-POP Manga

La forza espressiva dell’opera risiede in un tratto non convenzionale, spigoloso, irregolare, a tratti disordinato: così, il disegno di Usuba riflette la precarietà emotiva dei suoi personaggi. Come già accennato, le figure sono quasi infantili e comunicano decine di emozioni, immerse in ambientazioni opprimenti, divenendo estensioni del trauma interiore.

Dunque, con il suo tratto grezzo e delicato al tempo stesso, con i suoi personaggi che sembrano bambini intrappolati in un mondo adulto, Kei Usuba realizza un manga che colpisce al cuore, che resta addosso. Un’opera che parla di sogni, di condanne ereditate, e di quel filo invisibile che a volte, contro ogni previsione, riesce a legare le parole alla salvezza.

Nel corso del primo volume, il percorso di Yukito si intreccia a quello di altri personaggi, creando un tessuto umano che pulsa di contraddizioni, dolcezza e atrocità. Tuttavia, riteniamo non sia un’opera per tutti, bensì un manga che colpisce, disgusta, talvolta divora. Non sarà facile scrollarsi di dosso il senso di inadeguatezza e impotenza dinanzi alla tragica storia di Yukito.

Eppure, al contempo, il lettore non potrà fare a meno di notare decine di flebili lucine in fondo a questo tunnel dell’orrore. Eccolo lì, il potere delle parole.

Conclusioni

8.5 Forte

Con un tratto morbido ma spigoloso e personaggi dall’aspetto infantile intrappolati in una realtà brutale, La voce della strada di Kei Usuba è un manga che scava nel dolore e nella resistenza. Yukito, un giovane segnato da traumi familiari, trova nella scrittura e nella musica una fragile ancora di salvezza. L’opera intreccia storie dure, fatte di abbandono, violenza e sogni spezzati, restituendo un mondo dove la bellezza si intravede solo tra le crepe. Non è una lettura semplice né per tutti: colpisce, turba, commuove. Ma proprio in quel dolore pulsante si accende il potere delle parole, unica luce possibile in un buio che sembra non finire. Un manga che resta dentro.

The Good
  1. Stile di disegno
  2. Temi forti e raramente trattati
  3. Focus sulla vita di strada
  4. Critica sociale
The Bad
  1. Trigger warning: prostituzione, violenza, morte
  • Voto ScreenWorld 8.5
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Napoletana, classe 92, nerd before it was cool: da sempre, da prima che fosse socialmente accettato. Dopo il diploma al Liceo Classico, una breve ma significativa tappa all'Accademia di Belle Arti mi ha aperto gli occhi sul futuro: letteratura, arte e manga, compagni di una vita ed elementi salvifici. Iscritta a Lettere Moderne, ho studiato e lavorato per poi approdare su CPOP.IT e scoprire il dietro-le-quinte del mondo dell'editoria. Dal 2025 scrivo per LaTestata e mi sono unita al team di ScreenWorld in qualità di Capo Redattrice Anime e Manga: la chiusura di un cerchio e il coronamento di un sogno.