Cos’è che rende un uomo un vero uomo? Non quello che fa, ma le sue decisioni: non come inizia una cosa, ma come decide di finirla
È così che Guillermo del Toro presenta Hellboy, con le affettuose parole del padre adottivo all’inizio del suo primo film dedicato al diavolo investigatore di Mike Mignola. Straniero in terra straniera, demone in terra che proprio per questi stranieri che non lo comprendono mai davvero rinuncia al proprio lignaggio, non ascendendo a signore della distruzione per proteggere il nostro mondo.
Prima di essere protagonista di film e videogiochi, il corpulento Red è stato al centro di universo fumettistico capace di espandersi anche oltre il suo ruolo di fulcro narrativo. Non poteva esser diversamente, per una creatura che ha dimorato per lungo tempo nella mente del suo creatore.
Lo sketch che divenne eroe

Chissà se avremmo avuto Hellboy senza quel fan che chiese a Mignola un disegno particolare, che nella mente dell’artista prese la forma di un diavoletto con la scritta Hellboy sulla cintura. Da quella convention di Salt Lake City, Mignola torna a casa con la sensazione che quella sua idea di una serie sul paranormale potrebbe avere trovato il suo protagonista.
Ma prima di esser un investigatore del B.P.R.D., Hellboy si gode la copertina di Dime Press, storica fanzine italiana, dove, nel 1991, il futuro Red minaccia un guardingo Nathan Never. Disegnata a quattro mani da Mignola e Nicola Mari, questa copertina presenta già alcuni tratti inconfondibili di Hellboy, anche se la colorazione grigia rimarrà un unicum. La maledizione Hulk, se vogliamo, colpisce anche il diavolo.
Sono già presenti però quelle corna limate, la mano di pietra e quella fisicità massiccia che il tratto di Mignola renderà cult, a partire dalla sua prima apparizione, qualche mese dopo, in San Diego ComiCon Comics #2, in cui esordisce ufficialmente come indagatore del paranormale. Ruolo ripreso in John Byrne’s Next Men #1, in cui lo si vede finalmente a colori. In rosso, ovviamente.
L’idea di realizzare una storia di mostri e leggende è stata la forza motrice per la creazione di Hellbory. Sin dalla sua prima avventura, Il Seme della Distruzione, è evidente la ricerca di Mignola nel senso di un’attenta creazione di un folklore solido. Tradizioni di diverse parti del mondo, leggende più o meno note e mitologie assortite concorrono alla creazione di un corpus narrativo incredibilmente affascinante
Le origini di Hellboy

Non ricordo cosa leggessi in quel periodo, ma quando lessi Dracula pensai ‘Ho chiuso con tutto il resto, questo è il mio genere’
Diceva Mignola, ripensando alla genesi di Hellboy. E il tocco gotico di cui Dracula è simbolo diventa un tratto evidente del suo universo, basata su horror vecchia scuola che strizza l’occhio a quelle atmosfere da monster universe. Arrivano le suggestioni da Frankenstein, le ghost stories di Hodgson sono fondamentali, con la loro dimensione marinaresca, tanto da portare alla creazione della casata dei Cavendish, centrale in Il seme della distruzione e nel successivo Una piaga di rane.
Ma è Lovecraft, con il suo orrore cosmico, a rifinire questo mondo. Dove il visionario di Providence aveva rivestito il cosmo con la condanna a minacciosa presenza, Mignola orchestra una più concreta manifestazione con gli Ogdru Jahad, entità aliene devastatrici di mondi. Demoni e creature cosmiche, orrore e fantascienza.
Ma una fantascienza lontana dalla hard sci-fi, vicina invece a quella visione avventurosa dei mondi del futuro tipica dell’era pulp, della Golden Age. Dove regnava la weird science, con scienziati folli ed esperimenti deliranti. E dalla letteratura pulp, Mignola mutua anche un’iniziale libertà narrativa, i racconti sono inizialmente poco legati orizzontalmente, con trame molto verticali che incidentalmente si riconnettono alla continuity del personaggio, come ammesso dallo stesso autore:
Credo che la parte fondamentale della struttura narrativa di Hellboy derivi da autori di pulp magazine come Robert E. Howard e Manly Wade Wellman. In particolare, l’idea di un personaggio che vaga per il mondo e si imbatte in storie incredibili. Ma anche il formato, che non è quello più comunemente utilizzato per raccontare storie, ma dopo la prima miniserie ho voluto dedicarmi a delle storie brevi, anche stravolgendo l’ordine cronologico
Un mondo di leggende

Grazie a questa libertà, Hellboy e compagni posso viaggiare per il mondo e scontrarsi con miti locali. Vampiri rumeni, streghe slave e luchadores demoniaci, ma anche supereroi Golden Age come Lobster Johnson concorrono tutti alla creazione di una realtà fumettistica sconfinata, in cui, alla fine, Hellboy sembra essere la presenza meno inconsueta.
E per trasmettere questa potenza, Red diventa una figura spesso in difficoltà, complice il suo aver rifiutato la sua natura semi-divina. Mossa perfetta per umanizzarlo, per dare sfogo alla sua pungente ironia o alla sua innata curiosità nei flashback del passato, in cui possiamo assistere al plasmarsi di una personalità dai mille tratti. Tutto, comunque, sembra ricordarci che non c’è solo distruzione o pericolo, ma anche bellezza e magia in questo suo mondo nascosto.
Magia che non offusca la presenza di una componente pop, che ricorda come Mignola sia figlio di una cultura condivisa con i lettori. I nazisti sono presenti sia come presenza storica, con il richiamo alla Società di Thule, che come villain alla Indiana Jones, ma allo stesso tempo le atmosfere da complottismo e segreti di stato trovano forma nella riservatezza delle operazioni del B.P.R.D. .
La perfetta sintesi tra questi aspetti, tra fantascienza e fantasy, tra pop e autorialità, nasce da una caleidoscopica visione di Mignola. E ne scaturisce un mondo in cui magie ancestrali e orrori antichi convivono con nuove tecnologie che destrutturano, uccidono, in un certo senso, il fantastico. Una malinconica ineluttabilità accompagna Hellboy, il magico sembra sempre più raro e diluito in un mondo che corre troppo veloce e non ha più voglia di soffermarsi a godersi la sensazione di altro.
La famiglia di Hellboy

Quando Mignola ha creato Hellboy, era indeciso se renderlo un personaggio solitario o parte di un gruppo. Inizialmente inserito nel futuro B.P.R.D., era necessario definire come si sarebbe relazionato con il mondo. Hellboy, essendo “diverso” per natura, necessitava di un certo distacco dalla comunità umana, ma non poteva essere un lupo solitario.
Con un carattere ironico e burbero, ma fondamentalmente buono, Red doveva avere un contesto sociale per esprimere il suo lato migliore. Con la creazione del Bureau of Paranormal Research and Defense, Mignola ha mantenuto l’idea di raccontare le avventure di una squadra di eroi unici contro minacce paranormali, pur continuando a concentrarsi su Red e creando per lui una sorta di famiglia all’interno dell’agenzia segreta.
Abe Sapien, Roger, Liz e Kat diventano figure fondamentali per definire Hellboy come eroe, ma soprattutto come individuo. Le loro interazioni all’interno di questa insolita famiglia evidenziano l’umanità di questi weirdo, creando un interessante contrasto con i colleghi umani, più a loro agio nei mondi visibile e segreto.
Mignola esplora anche il passato e l’adolescenza di Hellboy, introducendo momenti più leggeri e comici che mettono in risalto il suo cuore buono e il suo spirito eroico. In questo modo, riesce a conferire al personaggio una profonda umanità, capace di emergere in contrasto con le sue pulsioni più oscure e quelle delle controparti umane.
Il diavolo umano

Il successo di Hellboy deriva dalla sua sensibilità e positività, in netto contrasto con il destino che gli era assegnato di governare sugli inferi. Nonostante sia nato come araldo della fine dei tempi, Hellboy sviluppa un forte attaccamento alla sua umanità, grazie alle amorevoli cure del professor Bruttenholm arricchita dalla sua esperienza con il B.P.R.D.
La sensibilità di questo pariah lo spinge a vedere le creatura mostruose non solo come minacce, ma come esseri tormentati con una propria storia, come dimostra la sua relazione con Roger, un homunculus che evolve da nemico a membro della sua squadra. Questi tratti contribuiscono a creare un personaggio che, pur avendo caratteristiche eroiche, si discosta dai prototipi classici.
Mignola ritrae Hellboy come una figura in linea con il protagonista dei film western: pratico, diretto e con un umorismo secco. Per bilanciare le diverse sfaccettature di Hellboy, Mignola incorpora nella sua creazione elementi della sua stessa personalità, modellando fisicamente il personaggio su suo padre.
La personalità di Hellboy è principalmente frutto della mia indole, ma gran parte dei suoi tratti fisici sono ispirati a mio padre. Non ha fatto la Seconda Guerra Mondiale, ma ha combattuto in Corea, era un tipo duro, coriaceo
Oltre il supereroe
La caratteristica più distintiva di Hellboy è il tratto di Mignola, che nel primo arco narrativo, Il Seme della Distruzione, rappresenta una fresca novità nel panorama fumettistico. Mignola non era un esordiente, avendo già guadagnato notorietà con opere come Batman by Gaslight, riscrittura steampunk del Crociato di Gotham, e Odissea Cosmica, maxi evento marveliano voluto da Jim Starlin. Inoltre, il suo lavoro con Bill Mantlo nella miniserie Rocket Raccoon ha contribuito alla sua formazione come artista.
Tuttavia, proprio mentre altri autori lasciano il colosso marveliano per fondare quella new generation dei comics che sarà la Image Comics, Mignola sente che è il momento di uscire dal meccanismo tradizionale e sperimentare, stilisticamente e narrativamente:
All’epoca del lancio di Hellboy feci un gran casino. Dopo dieci anni in Marvel e DC avevo realizzato parecchio, ma vedevo altri artisti che erano riusciti a creare dei personaggi propri e stavano facendo soldi. Dopo Gaslight mia mogli era convinta avessi ricreato Batman, ma in realtà avevo solo dato un’altra versione di Batman. Volevo creare qualcosa di veramente mio, ma l’unico nome che avessi inventato era ancora Hellboy. E così decisi di realizzarlo, ma quando uscì la prima serie, nonostante fosse andata tutto sommato bene, ero pronto a tornare in DC per realizzare un altro Batman. Fu mia moglie invece a spingermi a realizzare un altro ciclo di storie di Hellboy. Non credo fosse totalmente convinta dell’idea di Hellboy, ma era pronta a dargli una chance
Senza freni tradizionali, Mignola sperimenta, esalta la spigolosità del suo tratto e gioca con inquadrature e prospettive, utilizzando campi lunghi anche in vignette compresse per mantenere alta la tensione narrativa. Le tavole non sono particolarmente dettagliate, ma trasmettono comunque un’abilità nella gestione della dinamica e dell’emotività del personaggio, riflettendo lo spirito del suo approccio narrativo.
Non saprei motivare la popolarità del fumetto, so solamente che ho inserito all’interno tutto ciò che amo. Ho cercato di raccontare Hellboy non come un supereroe, ma come una persona normale. E credo che questa mia scelta si sia percepita
Hellboy oltre Mignola

Non un padre padrone, Mignola, che si rende presto conto di come il mondo che ha creato ha diritto a svilupparsi anche senza la sua (onni)presenza. Nelle produzioni creator-owned, è comune che il creatore monopolizzi il processo creativo. Al contrario, Mignola, dopo aver sviluppato le fondamenta del suo complesso universo narrativo, è riuscito ad affidare la sua serie e i suoi spin-off ad altri autori senza problemi.
Nuovamente, una rottura rispetto alle consuetudini, tipica di una personalità anti-sistema come quella di Mignola.
Il mio coinvolgimento nella gestione del mondo di Hellboy è progressivamente diminuito, non disegnando più gli albi e realizzando poche copertine. Non sono più interessato nella creazione di nuovi volumi, a volte parlo con gli sceneggiatori delle loro idee, o con i disegnatori che realizzano le tavole. In pratica, mi curo della parte divertente, lasciando il lavoro pesante ad altri
Questa decisione lungimirante ha permesso a Hellboy e ai suoi compagni di avere una lunga e proficua vita editoriale, culminata con un capitolo finale nel 2016 che potrebbe segnare la conclusione delle avventure di Mignola. È quindi un momento ideale per immergersi nella saga di un eroe atipico, che con la sua grinta e il suo spirito indomito ha segnato due decenni di storia del fumetto, diventando uno dei personaggi più amati del panorama fumettistico.
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