Immaginate di trovare un diario per terra. Immaginate di aprirlo e leggere appunti sparsi in mezzo a tanti scarabocchi, qualche disegno grezzo e schizzi di sangue rinsecchito. Capite subito che l’autrice dello strano diario è una ragazza con qualche problema, molti traumi nel cervello e tanta voglia di condividere col mondo il suo profondo disagio. Ecco, questo è più o meno quello che si prova leggendo Hack/Slash – Ritorno a scuola, l’ultimo, delirante fumetto di Zoe Thorogood (edito da Bao Publishing). Classe 1998, britannica e con tanto malessere in corpo, l’autrice si è fatta sentire (e notare) con Tutta sola al centro della Terra, fumetto introspettivo che nel 2023 ha mostrato il talento e soprattutto la voce di una fumettista con tanta personalità sia nel tratto che nella scrittura.

Ma se quella di due anni fa era un’opera personale, intima e impregnata di vita vissuta (in cui era facile riconoscersi grazie alla pandemia), Hack/Slash è un’altra storia. E non è un racconto partorito dai malesseri di Zoe Thorogood. Hack/Slash è nato appena sei anni dopo di lei, nel 2004, quando la Image Comics pubblica una proprietà una nuova serie fatta di sangue, cacciatrice di mostri e serial killer. Una serie nata dalla penna di Tim Seeley e le matite di Stefano Caselli in cui Thorogood sguazza a meraviglia, mettendoci anche del suo. Mettetevi comodi. Adesso vi raccontiamo come è stato sbirciare dentro questo diario parecchio zozzo.

Spiando nel disagio

Una vignetta di Hack/Slash
La protagonista di Hack/Slash – © Bao Publishing

Premessa fondamentale: per capire e apprezzare appieno Hack/Slash: ritorno a scuola non serve conoscere la serie madre. Il fumetto funziona benissimo da solo, anche perché si colloca all’inizio delle avventura (o meglio, disavventure) della protagonista Cassie Hack. Ragazza problematica con un trauma enorme da smaltire, Cassie si aggira per il suo strambo mondo assieme a un omaccione di nome Vlad. La sua vita (mai noiosa, va detto) cambia quando entra nell’Accademia Femminile per Cacciatrici su Commissione diretta dalla dirompente Darla Ritz, signora armata di motosega a capo di giovani donne sulle tracce degli slasher. Chi sono gli slasher? Inquietanti creature capaci degli orrori più efferati, ma difficili da scovare in giro per il mondo. Fin dalla trama si capisce quanto Hack/Slash crei pretesti assurdi per dare forma e vita a una famiglia disfunzionale dove il trauma funge da collante.

Una vignetta di Hack/Slash
Due vignette di Hack/Slash – © Bao Publishing

Cassie e le sue amiche si annusano e si trovano perché figlie dello stesso padre: un passato oscuro che le ha segnate. Spesso deluse dalla loro famiglia naturale, tutte ritrovano un senso in quell’accademia dove ogni caccia non è altro che una quest in cui ritrovare parte di se stesse. Un sottotesto lampante, che Thorogood rende ancora più palese facendoci spiare nel diario di Cassie. Una scorciatoia facile che, dopo il lungo soliloquio visto in Tutta sola al centro della terra, conferma quanto l’autrice ami guadagnarsi l’empatia del pubblico a suon di confessioni. Lo fa con una scrittura diretta, a tratti brillante, figlia della schizofrenia espressiva made in Gen Z fatta di meme, ritmo forsennato e allusioni sessuali per niente velate. Tutto cercando un difficile equilibrio tra tono scanzonato, gustoso splatter ludico e un po’ di intimismo. A vincere, sappiatelo, saranno primi due.

Ritratto di giovani in fiamme

Hack/Slash
Una striscia di Hack/Slash – © Bao Publishing

Hack & Slash è un sottogenere che nasce con Dungeons & Dragons, riferendosi a quelle campagne tutte basate su azione, mazzate e duelli all’arma bianca. Col tempo il genere si è imposto soprattutto come etichetta videoludica, per descrivere quei titoli in cui il combattimento è la base del gameplay (vi dice qualcosa Diablo?). Ed è curioso come, nonostante la violenza in Hack/Slash sia esplicita, truculenta e senza freni, il fumetto non sia così pieno d’azione. La violenza espressa da Thorogood è più che grafica che fisica. Lo dimostra la brutalità (e la facilità) con cui passa in un batter d’occhio da tavole rigide, piene di vignette molto classiche, a splash page in cui la gabbia esplode e l’ordine non è stato invitato.

Forse il merito più grande di Hack/Slash è proprio nell’aver reso il fumetto stesso il diario di una ragazza in fiamme (e instabile) come Cassie. Un trionfo di colori, character design assurdi e soluzioni sempre diverse (a volte armoniche, altre un po’ caotiche) che danno libero sfogo a una personalità alla ricerca di un posto nel mondo. Ammesso che sia giusto cercarlo. E trovarlo. Dopotutto la stabilità è sopravvalutata. E la Gen Z lo sa meglio di tutti.

La recensione in breve

7.0 Instabile

Violento, splatter e con un malessere generazionale lampante, Hack/Slash conferma il talento grafico di Zoe Thorogood. Dopo l'intimo Tutta sola al centro della terra, questa volta l'autrice dà forma a un fumetto più ludico e disimpegnato, maneggiando personaggi altrui senza rinunciare a tratti della sua poetica.

  • Voto ScreenWorld 7.0
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Nato a Bari nel 1985, ha lavorato come ricercatore per l'Università Carlo Bo di Urbino e subito dopo come autore televisivo per Antenna Sud, Rete Economy e Pop Economy. Dal 2013 lavora come critico cinematografico, scrivendo prima per MyMovies.it e poi per Movieplayer.it. Nel 2021 approda a ScreenWorld, dove diventa responsabile dell'area video, gestendo i canali YouTube e Twitch. Nel 2022 ricopre lo stesso ruolo anche per il sito CinemaSerieTv.it. Nel corso della sua carriera ha pubblicato vari saggi sul cinema, scritto fumetti e lavorato come speaker e doppiatore.