Chi ha deciso che le ragazze devono essere carine e indifese?

Negli ultimi anni, l’universo manga e anime è stato vittima di un uragano di novità, una metamorfosi all’attivo dall’impatto considerevole. Eppure, in mezzo a questa Babilonia di esperimenti, una delle cose che maggiormente ha colpito i fan è stata l’evoluzione significativa di eroine e protagoniste femminili.

Difatti, se in passato molte di loro erano spesso murate in ruoli stereotipati, quasi macchiettistici da tsundere, yandere o kuudere, oggi molti personaggi femminili stanno infrangendo questi confini, mixando i tratti ed evolvendosi. Donne forti, intelligenti, indipendenti, che non necessitano di un uomo per essere salvate. Ormai protagoniste di storie avvincenti, il che rende la narrativa delle serie più variegata, interessante e sfaccettata.

Alcuni esempi di anime e manga che vantano donne protagoniste del cambiamento sono Jujutsu Kaisen, Frieren – oltre la fine del viaggio e Il monologo della speziale. Nobara, Frieren e MaoMao sfidano le convenzioni e mostrano una nuova pelle, un nuovo modo di essere eroine nel mondo dell’animazione nipponica.

I vecchi stereotipi delle protagoniste femminili: forti, ma dipendenti

Sailor Moon, Lady Oscar, © Amazon, Pluto TV

La figura femminile nei manga e nella società giapponese ha subìto un’evoluzione lenta ma significativa. Come accennato nella nostra recensione di Firefly Wedding, in epoca antica le donne potevano ricoprire ruoli di prestigio, ma con l’avvento del Buddhismo e l’affermazione di una società patriarcale la loro posizione si indebolì, e furono relegate a ruoli domestici e marginali.

Caso volle che i manga avessero iniziato a diffondersi proprio in Epoca Edo e con essi la rappresentazione della donna nel fumetto. Tuttavia, fu solo con l’avvento del dopoguerra che le protagoniste femminili esplosero in tutta la loro complessità. Fu il dio del manga Osamu Tezuka a gettare le basi per personaggi femminili indipendenti, divisi tra libertà e aspettative sociali, proprio come ne La Principessa Zaffiro. Tuttavia – fino a pochi decenni fa – i mangaka proponevano spesso modelli femminili stereotipati e sessualizzati, svilenti, come ad esempio l’archetipo della “donzella in difficoltà”, fragile e dipendente dal protagonista maschile.

Nel corso degli anni ‘70-’90 e in seguito alla nascita del Gruppo 24, lo shōjo manga si trasformò e i personaggi femminili mutarono radicalmente. Da eroine romantiche e co-dipendenti dal protagonista maschile si passò a donne emancipate, autosufficienti. Eppure, ad oggi serie iconiche quali Sailor Moon, Cardcaptor Sakura, Le Rose di Versailles ci appaiono così lontane da un ideale femminile quantomeno appropriato.

Difatti, malgrado tali manga vantassero protagoniste femminili forti e sicure di sé, persisteva la necessità di un legame amoroso. Nel frattempo, anche gli shōnen iniziarono a introdurre figure femminili più sfaccettate, come Bulma in Dragon Ball o Fujiko Mine in Lupin III. Donne potenti, certo, ma vittime di una forte sessualizzazione e subordinate ancora alle controparti maschili, problemi tuttora diffusi, soprattutto nei generi isekai e idol.

Le nuove eroine: un viaggio verso l’emancipazione e la complessità

MaoMao, Il monologo della speziale, © Crunchyroll

Ad avvalorare ulteriormente la nostra tesi c’è la sempreverde classificazione dei personaggi in quelle che vengono tuttora definite tipologie-dere, celebri in anime, manga e videogames. Sin dagli anni 70, alcuni personaggi sono catalogati in archetipi tipici quali ad esempio lo Tsundere, Dandere, Yandere o Himedere\Kamimedere, atti a definire i profili caratteriali di protagonisti e protagoniste. Ad oggi, queste stesse caratteristiche sono sì onnipresenti, ma stanno subendo una sorta di metamorfosi. Un cambiamento che permette ad alcuni personaggi femminili di elevarsi e spogliarsi di una determinata categoria: protagoniste vere e non semplice macchiette.

Esempi lampanti di tale trasformazione potrebbero essere Kugisaki Nobara di Jujutsu Kaisen, la maga Frieren di Frieren – oltre la fine del viaggio e la speziale MaoMao de Il monologo della speziale, rappresentanza di una rottura semi-netta con il passato. Difatti, non solo questi personaggi sono indipendenti da figure maschili per risolvere i loro conflitti (interiori e non), ma possiedono anche tratti distintivi che le rendono più complesse, tridimensionali. Eroine forti, emancipate, astute e ben scritte, necessarie in epoca contemporanea.

Nobara Kugisaki, non una donzella in difficoltà

Nobara Kugisaki, © AnimesinJapan (X)

Non mi pento di niente! Perché essere Nobara Kugisaki è la cosa più bella che ci sia!

Co-protagonista in Jujutsu Kaisen e “il terzo elemento shonen” dell’opera, Nobara Kugisaki dimostra sin da subito di essere una delle eroine più rivoluzionarie degli ultimi anni. Di fatto, è innegabile che il manga di Akutami vanti una quota rosa tra e più interessanti del panorama. Donne potenti e decise, emancipate, che non necessitano di alcun aiuto esterno per risolvere le proprie battaglie. Insomma, non delle donzelle in difficoltà che necessitano di essere salvate.

Il target ci ha abituato a protagonisti maschili che tentano di guadagnarsi il rispetto e il potere, proprio come fa Nobara nel corso degli episodi che la vedono coinvolta. La giovane ha un approccio altrettanto deciso, che le permette di sfidare gli stereotipi tipici delle protagoniste femminili, dimostrando un carattere esplosivo, spesso arrogante. Oltretutto, nonostante instauri un legame di amicizia con Yuji e Megumi, non si mostrerà mai sentimentalmente interessata ai due, limitandosi a combattere le maledizioni con vigore. Un personaggio umano, che vanta una connotazione diversa, originale, una boccata d’aria fresca nel panorama shonen degli ultimi anni.

Frieren, il potere della memoria

Frieren, Frieren – oltre la fine del viaggio, © Crunchyroll

Non sono brava a esprimere le mie emozioni… ma questo non significa che non le provi.

Uno dei personaggi che ci ha spinto a realizzare questa analisi è stata certamente la maga Frieren di Frieren – oltre la fine del viaggio. L’elfa più amata degli ultimi anni rappresenta un modello di protagonista completamente diverso da quello tradizionale, un qualcosa che va ben oltre le consuetudini-dere. Maga millenaria, agli albori della storia si distingue per il suo distacco emotivo e la necessità di voler comprendere le emozioni umane nel corso di un viaggio sia fisico che spirituale.

Difatti, sin da subito Frieren si configura quale ponte tra passato, presente e futuro, eppure non considera la sua pseudo-immortalità come un qualcosa in più. Ella è prigioniera della solitudine. Un sonno eterno che si spezza solo quando entra a contatto con Himmel, Heiter e Eisen, che lentamente riescono a far breccia nel suo cuore di ghiaccio. Tuttavia, sarà solo con altrettanta lentezza che la donna si renderà conto di non aver prestato attenzione ai suoi vecchi compagni. Destinata ad affrontare una realtà in cui il tempo scorre in modo diverso per lei rispetto agli esseri umani, nonostante la sua potenza combattiva e la sua esperienza millenaria.

A veicolare le sue azioni non vi è alcun interesse relazionale, nessun movente di potere, bensì un misto tra senso di colpa e necessità. Ciò che la rende un’eroina così affascinante, diversa, è il suo fine ultimo: ella non tenta di riprendersi un regno, non lotta per amore, non è una fanciulla vulnerabile. Piuttosto, il suo è un percorso nostalgico di attraverso il viale dei ricordi. Battendo un malinconico sentiero, stavolta decide di ricongiungersi con la sua umanità, un processo di scoperta che la spinge a esplorare i legami passati e a comprendere il valore delle emozioni, che siano esse umane e non.

Ciò le permette di riconsiderare cosa davvero significhi vivere e amare.

MaoMao, la critica sociale

MaoMao, Il monologo della speziale, © Yonaluss (X)

Non sono una bambola, non ho bisogno di essere protetta.

Protagonista de Il monologo della speziale (o I Diari della speziale), MaoMao è una delle eroine più peculiari nel panorama delle protagoniste femminili recenti. Cresciuta in una Cina imperiale fittizia, la giovane speziale ha sviluppato nel corso degli anni una mente analitica e una spiccata curiosità per i veleni.

Figlia di un dottore (ed ex eunuco a servizio dell’Imperatore), la fanciulla sta raccogliendo erbe medicinali quando, improvvisamente, viene rapita e venduta in qualità di serva alla corte imperiale. Il pragmatismo con cui MaoMao affronta la sua esistenza è encomiabile (sebbene talvolta eccessivo), ma l’attitudine a risolvere enigmi attirerà l’attenzione di Jinshi.

Tuttavia, Il monologo della speziale non è solo intrighi di corte e misteri da risolvere. L’opera si distingue per una strenua denuncia sociale, di cui la protagonista è diretta e indiretta interessata. Non solo si punta il focus sulle differenze di classe, permettendoci di approfondire la figura della nobiltà, delle prostitute, dei lavoratori comuni e soldati, ma vi è particolare interesse nei confronti della condizione delle donne.

All’epoca, che queste ultime appartenessero ad un ragno più o meno basso non faceva alcuna differenza. In età Imperiale le donne non avevano alcuna voce in capitolo in termini di diritti. Non potevano scegliere il proprio consorte, i matrimoni erano frutto di accordi commerciali tra padri, oltretutto le violenze ai danni delle fanciulle erano all’ordine del giorno.

Esempio lampante è la motivazione che MaoMao dà in merito al perché si disegni le lentiggini ogni mattina:

Ogni giorno, mi applico le lentiggini con dell’argilla secca. […] Lo faccio per evitare di essere trascinata in un vicolo buio.

Nel quartiere dei piaceri, ci sono anche uomini a cui le prostitute non bastano. Spesso non hanno denaro, sono violenti o affetti da malattie veneree. Dato il mio aspetto sciatto e la mia magrezza, non mi capitava spesso di essere presa di mira. […] Poi sono stata rapita dagli schiavisti, perché il trucco ormai stava andando via.

Ella, tuttavia, non sente mai di essere vittima delle circostanze, ne’ tantomeno avverte l’esigenza di essere protetta da altri. Al contrario, è un personaggio che affronta il mondo con cinismo e una logica implacabile, risolvendo misteri complessi ed esaminando attentamente le ingiustizie del tempo. Malgrado vi sia un personaggio interessato a lei, la giovane non è mossa da ideali romantici, né cerca il supporto di un uomo. Nonostante il contesto storico e sociale difficile in cui si trova, riesce a districarsi tra le dinamiche di potere con determinazione, facendo appello solo alle sue abilità.

Autosufficienza: eroine emancipate

Frieren, Frieren – oltre la fine del viaggio, © Crunchyroll

Un aspetto fondamentale che accomuna tutte queste eroine è la loro autosufficienza emotiva e intellettuale. Non è un bisogno di supporto esterno (o maschile) a definirle, bensì uno spiccato istinto di sopravvivenza, unito ad arguzia e rispetto per sé stesse, per la propria identità. Ciò denota un cambiamento fondamentale rispetto a molte protagoniste precedenti, spesso messe in secondo piano dalla dinamica romantica o dalle aspettative sociali. Queste ultime le costringevano a identificarsi in “donzelle in difficoltà” o meri oggetti del desiderio, ridotte a stereotipi macchiettistici che – col tempo – hanno smesso di generare ilarità.

Oggi, le eroine sono più complesse, autonome, con storie che esplorano non solo il loro coraggio, ma anche la loro vulnerabilità, intelligenza e indipendenza. I tre personaggi non possono essere definiti tsundere o yandere, bensì protagoniste squisitamente umane, esempi lampanti di un cambiamento cui – probabilmente – stiamo assistendo da anni.

Nobara, Frieren e MaoMao sono solo alcune delle eroine che hanno tracciato un nuovo cammino. Mostrano che i personaggi femminili possono essere tanto potenti e straordinari quanto la controparte maschile, senza mai perdere di vista la propria umanità. Non una “svolta femminista”, ne’ tantomeno uno sconvolgimento dei target. Bensì la consapevolezza che i personaggi anime e manga non siano più monodimensionali, ma aperti a decine e decine di interpretazioni.

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Napoletana, classe '92, si definisce "nerd da sempre, da prima che fosse socialmente accettato". Dopo il diploma al Liceo Classico, una breve ma significativa tappa all'Accademia di Belle Arti le ha aperto gli occhi sul suo futuro: letteratura, arte e manga, compagni di una vita ed elementi salvifici. Iscritta a Lettere Moderne, studia e lavora per poi approdare su cpop.it e scoprire il dietro-le-quinte del mondo dell'editoria. Nel 2025 si unisce al team di ScreenWorld in qualità di coordinatrice del reparto Anime e Manga: la chiusura di un cerchio, il coronamento di un sogno.