Che bello poter scrivere la recensione di Do A Powerbomb, uno dei fumetti più attesi dell’anno da una frangia di pubblico nerd che non solo ha imparato ad amare Daniel Warren Johnson, il suo autore, grazie alle precedenti opere, ma che di fatto trova in questo titolo tante manifestazioni del proprio nerd-pensiero.
Do A Powerbomb!
Genere: comics
Pagine: 216 pagine
Uscita: 05 maggio 2023
Editore: Saldapress (originariamente pubblicato da Image Comics)
Questione di cuore
Do A Powerbomb è la quintessenza dell’essere nerd, cioè essere talmente innamorati di una cosa da non riuscire a trattenersi dal pensarci notte e giorno e di approfondirla nella maniera più completa possibile, e forse anche un pochino oltre.
Perché è questo quel che siamo: un enorme popolo di folli, innamorati pazzi, fieri di quello che ci appassiona al punto da volerlo gridare al mondo.
E il successo di eventi come Lucca Comics & Games, Napoli Comicon e tanti altri eventi di settore e aspetti sociali ne sono testimonianza e simbolo di questa profonda pulsione aggregativa che in parte caratterizza l’attuale cultura pop. Essere nerd è diventato “una moda”, innegabile, ma per molti veri “credenti” oggi è anche una cosa da poter portare con orgoglio e grande senso di appartenenza, a differenza di quello che accadeva ormai una ventina di anni fa.
Ma partire con un trattato di sociologia spiccia non è esattamente il modo migliore per approcciarsi a raccontarvi un fumetto che vi farà emozionare nella sua semplicità, se letto con gli occhi giusti (e anche il cuore).
E di cuore in Do a Powerbomb ce n’è tantissimo.
Daniel Warren Johnson: uno di noi
Partiamo dall’autore: Daniel Warren Johnson è uno degli amici nerd che avreste sempre voluto avere al vostro fianco e in buona sostanza riesce a rappresentare molte delle caratteristiche più belle e positive dello stereotipo nerd moderno. Quello con l’attitude. Che è un concetto un po’ difficile da spiegare. Vediamo se descrivendolo arriviamo al risultato.
Immaginate un amante del metal (ma non chiuso al genere, anzi, ricco di knowledge decisamente molto vasto), musicista (è un ottimo chitarrista, dotato di una buonissima tecnica), totalmente flippato di fumetti (comics e manga, e questi ultimi con un ruolo davvero importante e particolare nella sua vita), collezionista di action figures e ogni memorabilia che certe opere sono state capaci di produrre.
Nel 2019 quando abbiamo conosciuto Daniel Warren Johnson, abbiamo passato ore a parlare con lui di Katsuhiro Otomo, di Transformers, di kaiju (e classici dell’epoca d’oro dei tokusatsu giapponesi di casa Toho), di Judas Priest, Anthrax, Cypress Hill e ovviamente di fumetti. E ovviamente di wrestling, pure di quello meno commerciale e popolare.
Più ci parlate e più vi rendete conto di avere di fronte un “fratello”, uno come voi, cresciuto con le stesse passioni e la stessa intensità.
Uno che si infiamma subito per qualcosa che lo appassiona e lo condivide con un entusiasmo davvero senza fine. Come dimostra proprio Do A Powerbomb, dato che la sua passione per il wrestling nasce nel 2018, quando la sua prima figlia Fiona era appena nata e dormiva poco o pochissimo (e chi è genitore come chi scrive sa perfettamente cosa vuol dire).
Queste sue caratteristiche le ha concentrate nella sua arte, sfornando opere e disegni davvero di altissimo livello. L’Italia lo ha conosciuto nel 2019 con The Ghost Fleet (sui testi di un ancora giovane Donny Cates) e con un gioiello evergreen come Murder Falcon, tutto cuore e musica metal, e riscoprendo più tardi un capolavoro come Extremity, a metà tra Mad Max e Nausicaa della Valle Del Vento di Miyazaki.
Poi le opere in DC Comics e Marvel, tra le quali spiccano Wonder Woman Terra Morta e Beta Ray Bill Stella D’Argento. Per non parlare di quello che pubblica nel suo profilo Instagram, in cui potete scovare di tutto, da Star Wars alla lucha libre, da Gundam e ai supereroi passando per i kaijue Ultraman, in un turbinio di influenze e richiami nerd potentissimi.
In breve tempo, complici anche una simpatia e disponibilità innate, un talento straordinario nel disegno con una grande personalità e l’infusione genuina di grande sentimento nelle sue opere (e anche la spinta da parte di molti di noi addetti ai lavori che non abbiamo mai smesso di tesserne le lodi) Daniel Warren Johnson si è ricavato un nome e una posizione anche nel nostro paese.
Fino a pochi giorni fa in cui è stato, grazie a saldaPress, uno degli ospiti principali dell’edizione 2023 del Comicon, per celebrare l’uscita italiana di Do A Powerbomb.
Ma che cos’è Do A Powerbomb?
Tecnicamente parlando Do A Powerbomb è un ibrido tra un battle shonen e un comics indipendente, il cui fulcro narrativo è la famiglia e la crescita degli eroi protagonisti, tutto ambientato in un mondo di wrestling e magia.
Yua Steelrose è una wrestler professionista, tra le più amate e popolari. Durante il match più importante in cui doveva difendere il titolo dal suo avversario Cobrasun qualcosa va storto e una tecnica eseguita erroneamente le fa subire un incidente fatale.
La vita di Yona, sua figlia, viene sconvolta. Crescendo, la perdita della madre genera in lei una reazione intensa, spingendola sempre di più verso il wrestling, senza tuttavia conseguire grandi risultati.
Lo zio Blood, wrestler, preparatore e fratello di Yua, si rifiuta di allenarla per impedirle di seguire il destino della madre. Per non parlare del padre Jacob.
Ma Lona è testarda, decisa, incredibilmente motivata. Vuole seguire il suo sogno, esorcizzare il dolore affrontandolo, qualsiasi siano le conseguenze.
Ed è qui che entra in scena una figura bizzarra, uno stregone necromante, William Necroton, il quale accompagna Lona in un’altra dimensione per farle una proposta tanto assurda quanto importante.
Necroton nei suoi anni di prigionia in questa dimensione bloccata ha avuto modo di appassionarsi al wrestling talmente tanto da organizzare una sorta di Mortal Kombat interplanetario per il suo sollazzo e quello del suo pubblico. Il Torneo a Coppie VitaMorte offre un premio unico: poter riportare in vita una persona.
Lona sa di trovarsi di fronte ad una potenziale trappola ma in un unico istante le vengono posti di fronte i due unici desideri della sua vita: affermarsi nel wrestling (e sentirsi compresa, nei suoi intenti e nel suo potenziale) e riabbracciare la madre scomparsa.
Ma chi potrà mai fare coppia con lei?
Cobrasun non si è mai ripreso da quell’incidente che ha causato la morte di Yua Steelrose e oggi si barcamena tra incontri hardcore e leghe minori, in una versione sbiadita del campione che è stato.
La proposta di Lona si presenta inaspettata, ma incredibilmente coerente con il percorso di redenzione che non ha mai avuto il coraggio di intraprendere.
I due accetteranno di lottare come Sun & Steel contro i più temibili lottatori dell’universo in un torneo dove il risultato non è predeterminato come negli show a cui siamo abituati e dove in gioco ci sarà la loro vita e il loro destino.
Combattimento dopo combattimento. Suplex dopo suplex. Fino alla fine.
Cuore, sudore e lacrime
La struttura narrativa di Do A Powerbomb è il classico viaggio dell’eroe, in cui la protagonista (Lona, ma Cobrasun non è da meno) viene messa la prova da uno stregone malvagio offrendo come vittoria della quest l’oggetto del proprio desiderio. Il viaggio la porterà a crescere, cambiare e soprattutto fare veramente tesoro degli insegnamenti e del lascito della madre, figura centrale e vero cuore dell’opera.
In pieno stile shonen manga si scoprirà che anche gli avversari più ostili nascondo profonde motivazioni, a volte ammirevoli e ogni lotta è presupposto di crescita, maturazione e redenzione.
Anche se lo scorrimento risulta piuttosto lineare, quel cuore di cui parlavamo all’inizio dell’articolo, batte forte e con vigore.
Come già abbiamo avuto modo di sperimentare nelle altre opere di Daniel Warren Johnson è il sentimento a guidare tutto, un amore forte e trascendetale, che va oltre la morte e il desiderio di rivalsa. E lo fa con una genuinità che scavalca gli espedienti narrativi e la non complessità di trama o i colpi di scena non poi così inaspettati.
Ma oltre al valore narrativo c’è anche un valore simbolico importante. Qualsiasi sia la vostra opinione sul wrestling dovreste capire che l’esito predeterminato degli incontri non indebolisce in alcun modo lo spettacolo, sia in termini atletici che narrativi, dei match.
Quando Necroton racconta la sua passione per il wrestling (e non si rende conto degli esiti predeterminati), fornisce una delle migliori spiegazioni mai sentite sul perché il fenomeno del wrestling sia sempre così forte dagli anni ’70 ad oggi. Che si parli di puroresu, di Antonio Inoki, Tiger Mask e Giant Baba o che si parli di WWE e AEW, con Hulk Hogan, Ultimate Warrior, The Undertaker, John Cena, CM Punk e Kenny Omega, il wrestling è una combinazione pazzesca di narrazione, teatralità, spettacolo e pura esibizione atletica.
E dove sta il valore simbolico? DWJ fino al 2018 non aveva idea del perché il wrestling potesse essere così interessante, poi lo ha scoperto, se n’è innamorato e come fanno tutti i (veri) nerd che si rispettino lo ha letteralmente consumato, entusiasmandosi, approfondendolo e gridandolo al mondo al punto da farne un fumetto (e vabbè ci sono tantissimi richiami anche in Beta Ray Bill e altre opere).
Se esistesse un univoco nerd-pensiero sarebbe proprio questo: se ti piace qualcosa vivilo più a fondo che puoi e fanne un vanto, non una vergogna.
Ed ecco un’altra connessione simbolica importante. Nel fumetto Cobrasun e Lona Steelrose non vedono la predeterminazione dei match come una vergogna, anzi la vivono come una caratteristica importante, che aggiunge valore anziché toglierne.
Un’altra grande risposta a chi, scioccamente, sentenzia “il wrestling è finto”. Diavolo, no che non lo è. Come non lo è il teatro.
Ed ecco perché Do A Powerbomb è davvero un gioiellino. Magari non raggiunge i picchi di emozione di Murder Falcon ma è così vicino a tutti noi da diventare un manifesto di genuinità.
DWJ: quando un fumettista ti resta nel cuore
Certo, dovremmo parlare del comparto tecnico, entusiasmante, iper dinamico. Ogni combattimento, ogni tecnica, ogni movimento è espresso nella maniera più potente, gasando come solo certi battle shonen sanno fare e mantenendo una grande autorialità.
DWJ ai disegni è esplosivo, ricchissimo, veloce. La partnership con il buon Mike Spicer ai colori continua a confermarsi come una perfetta combo artistica.
Quando Cobrasun esegue un moonsault noi lo vediamo da un posto a sedere vicino al ring, con una prospettiva unica, come se il luchador stesse realmente volando. DWJ è un fuoriclasse, il suo stile così personale eppure così vicino ai canoni del comics americano più tradizionale come di quelli dei manga (si vede che DWJ è più figlio di Otomo che di Kirby) è ormai riconosciuto ovunque. Non troverete una singola tavola deludente.
I lariat, i calci, le powerbomb sembrano devastanti, esattamente la sensazione che abbiamo nel vedere molte tecniche durante i match televisivi. Quel sangue, indipendentemente da come fuoriesce (e non sempre parliamo di blade job) è vero, come gli infortuni che possono causare conseguenze gravissime negli atleti.
Se siete amanti del wrestling Do A Powerbomb è il fumetto che stavate aspettando. Condensa tutto quello che amete di questo sport-entertainment, infondendoci tutto l’amore che difficilmente può trasparire dallo schermo.
Se del wrestling non sapete nulla o non ve ne frega niente, ancora meglio, potrebbe essere la lettura che vi farà cambiare idea, offrendovi un o spaccato di amore famigliare e crescita personale davvero di genuinità rara nell’industria dei comics.
Un altro colpo andato a segno. Cuore, sudore e lacrime. Daniel Warren Johnson: uno di noi.
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La recensione in breve
Do A Powerbomb, nella sua genuinità ed eccellenza grafica, riesce a raccontare il viaggio dell'eroe attraverso lo sport entertainment del wrestling come quasi nessuno prima d'ora. A metà tra il comics indipendente e il battle shonen, graficamente esplosivo, pieno di emozione nel parlare di famiglia e realizzazione dei propri sogni. Un gioiellino.
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Voto ScreenWorld