In occasione dell’uscita nelle sale dell’omonimo film il 23 novembre, diretto da Luca Guadagnino, i cui protagonisti saranno interpretati da Timothée Chalamet (Lee) e Taylor Russell (Maren), riacquista il suo nome originale esce in una nuova edizione targata Oscar Vault il romanzo dell’autrice Camilla De Angelis, che compare sugli scaffali nel lontano 2015. In Italia viene inizialmente tradotto con il titolo “Fino all’osso”, per mantenere lo spirito macabro del testo. Da tempo fuori catalogo, oggi riacquista il suo nome originale ritornando sugli scaffali delle librerie, e con questa recensione di Bones and All vi spieghiamo perché non dovete lasciarvi sfuggire il romanzo cult, prima dello spettacolo sul grande schermo.
Bones and All
Genere: Horror
Pagine: 312
Editore: Mondadori Oscarvault
Autrice: Camilla De Angelis
La trama di Bones and All
Maren è una ragazza diversa da tutte le altre, in un modo che non si è mai visto. Dentro di lei si risveglia una fame antica e macabra che, in momenti precisi, la fa agire senza possibilità di fermarsi. Molte saranno le vittime: la prima è la sua baby-sitter, dopo di lei una lista lunga di compagni di scuola. E dopo ognuno di essi, il trasloco e la fuga. La vita di Maren e di sua madre entra in una valigia e si anima delle pagine dei libri che la protagonista legge per sfuggire al suo presente, per essere chiunque altro tranne che lei, e avere sollievo dalla sensazione totalizzante di non essere una brava ragazza, di essere il mostro. Il giorno successivo al suo sedicesimo compleanno la madre l’abbandona, lasciandole sul tavolo della cucina dei soldi, il certificato di nascita e un biglietto in cui le confessa di non riuscire più a gestire un’esistenza simile. Maren si trova da sola a dover affrontare sé stessa. L’unico spunto per proseguire la sua vita è l’identità del padre. Un romanzo che racconta un viaggio alla ricerca di un passato che dovrebbe dare alla protagonista tutte le risposte che sta cercando e che, alla fine, finirà per darle molto di più. Quando poi, sulla sua strada, incontra Lee inizia a realizzare di non essere sola e che, forse, anche una cannibale può sperare in una sorta di colpevole normalità.
Bones and Ghoul
Molto spesso davanti a libri che promettono storie macabre basate su mostri e tabù siamo abituati a vedere una trama che rimane in superficie, senza mai avere il coraggio di entrare nel lato oscuro della fantasia, accennando l’orrore senza mai evocarlo del tutto. Non è il caso di Bones and All, dove il soggetto non è solo una storia d’amore tra due individui che si cibano dei loro simili, ma indaga a fondo il concetto di cannibalismo, dal contesto rituale a quello sessuale. Ci si aspetterebbe che una storia simile sia esageratamente splatter o spaventosa, ma le emozioni principali che guidano la storia di Maren sono invece il senso di colpa, la rassegnazione, la tristezza, il dolore. Una ragazza che si trova in balia di qualcosa più grande di lei, impossibile da contenere, che in occasioni specifiche agisce, togliendole la possibilità di decidere, di fare la cosa giusta, senza mai darle l’idea di averla fatta. Un’esistenza sbagliata, tormentata, ineluttabile a cui deve arrendersi.
Qualche informazione ulteriore la troviamo nei ringraziamenti del testo dove l’autrice, vegana, sottolinea l’importanza della consapevolezza nel consumo di carne e definisce le creature che ha scelto per la sua storia dei “ghoul”, esseri che tradizionalmente vengono associati al cannibalismo.
Come amano i cannibali
Bones and All non è solo una storia di crescita, di identità e di ingiustizie ma anche e soprattutto una vicenda che parla d’amore, di tutte le forme che sono possibili ad una persona come Maren. Fin dalle prime pagine indugia sul rapporto tra lei e la madre, il punto di riferimento della stessa protagonista, quella che “pensava potesse risolvere i problemi”: la donna è incapace di dare una spiegazione a quanto avviene alla figlia, non comprende quanto le succede, sospesa tra l’istinto di protezione e la colpevolizzazione, un po’ complice un po’ giudice. La copre, le insegna a vivere con la valigia sempre pronta, impedisce alla figlia di costituirsi perché nessuno le crederebbe. Non affronta mai davvero quello che sta succedendo, non cambia mai la sua esistenza per aiutare Maren, si limita a ripulire i suoi disastri e a sperare che le cose vadano diversamente, invece di prendere consapevolezza del fatto che la figlia non è come le altre bambine. Complice l’orrore, è il personaggio più umano tra tutti, quello che può chiudere un occhio per amore ma che lascia vincere la paura. Dal loro rapporto nasce l’evidente difficoltà relazionale tra la protagonista e le altre persone.
Dopo l’abbandono della madre una serie di sconosciuti si avvicinano a Maren che, sola, inizia a vagare cercando una direzione per la sua vita. Alcuni non sanno chi è, altri l’hanno vista nei suoi momenti più bui, e il modo in cui Maren cerca da loro affetto, appoggio, comprensione, spezza il cuore al lettore nel mostrargli quanto poco la ragazza si aspetti dagli altri e quanto invece avrebbe bisogno di ricevere.
E poi arriva Lee, l’altro ghoul, quello che inizia a dare un’idea di quotidianità a Maren, la possibilità di iniziare a costruire qualcosa. Una storia d’amore tra cannibali che risulta meno tossica di molte altre che troviamo quotidianamente nelle pagine di molti romanzi young adult con creature mostruose. Forse perché, per una volta, i peccati non vengono soprasseduti in virtù di qualche becera scusante. Loro sanno di sbagliare e di essere sbagliati, chi legge le loro storie ne è consapevole, ed è questa dimensione di consapevolezza che accende l’empatia senza deresponsabilizzarli mai delle loro colpe.
Una scrittura spietata che ti scava dentro
Il titolo Bones and All non è perfettamente traducibile con ‘Fino all’osso’ proprio perché indica invece una storia in cui si consuma tutto, ossa comprese. Si va fino in fondo e non ci si tira indietro sul più bello, o sul più brutto. L’autrice ha molto coraggio nel mostrarci ogni lato della vicenda e due sono le cose che colpiscono per profondità: la prima è sicuramente il ventaglio emotivo ampio di sensazioni della protagonista, che tra un viaggio di crescita e un diario di confessioni di un serial killer, ci racconta quello che prova, proprio tutto quello che prova. La seconda è il modo triste, macabro e rassegnato con cui vengono raccontati i fatti, senza perdersi nemmeno un dettaglio, dai resti delle vittime ai terribili e identitari rituali dei cannibali.
L’autrice ci tiene a farci sapere che sono diversi i metodi e le motivazioni di ogni ghoul, che ognuno di loro è prima di tutto una persona, con difficili vicissitudini di vita e traumi. Perché il male non è innato, ha radici profonde in quello che siamo stati, nel modo in cui siamo cresciuti e abbiamo imparato a decifrare il mondo intorno a noi. Tutto torna nella sua narrazione, ogni filo si unisce al precedente per tessere un terribile arazzo oscuro che, nel parlare di mostri, parla di uomini e di donne e di vite spezzate. Lo stile è crudo, sincero, profondo, la prosa mischia passato e presente soprattutto nella prima parte del romanzo, quando ancora Maren non sa di avere un futuro a disposizione, quando ancora deve capacitarsi di quello che le sta succedendo. Una prima persona estremamente immersa condurrà il lettore ben oltre i suoi limiti.
Un’ottima idea che su carta rende anche troppo
Bones and All è un’ottima idea, piena di coraggio e in grado di raccontare in poche pagine ben più che una storia d’amore tra ghoul. La realizzazione è ciò che ci lascia perplessi: una storia d’amore horror, veramente horror, ha un pubblico? Si tratta di un testo per adulti che ha conquistato anche i più giovani e non fatichiamo a capire perché, visto quanto il lato emotivo ha trovato spazio in queste pagine, ma che non può essere compreso del tutto da un pubblico che ancora non ha gli strumenti per farlo. Basti pensare al perché Maren abbia la sua ‘fame’, una motivazione che non espliciteremo per non togliervi il gusto della sorpresa ma che difficilmente è una tematica ‘adatta’ ad un pubblico così giovane. Il target di questa storia è difficile da comprendere, complesso è anche riuscire a capire a chi consigliarla, avendo una vena horror marcata, ma uscendo dai percorsi tradizionali del genere (uno di quelli più attaccato in assoluto alla tradizione). E se non abbiamo dubbi che in un film questa storia potrà diventare ancora più appassionante, sulla carta risulta una lettura profonda, a volte anche troppo, che lascia un senso di disgusto e rabbia.
Il problema di scrivere bene testi come questi è che ti danno esattamente quello che dovrebbero, un orrore sospeso tra realtà e finzione, che non è la paura dell’horror ma, piuttosto, quel senso di avversione tipico di chi si è spinto troppo oltre. Una storia per sentirsi sporchi, tristi, arrabbiati che non concede sollievo, non una lettura da fare tutti i giorni.
La recensione in breve
Bones and All è un libro crudo e coraggioso che parla di una storia di cannibalismo per raccontare la colpa e la crescita di una giovane donna rimasta sola. La scrittura è potente ed efficace, conduce il lettore in un viaggio oltre i limiti, nel bene e nel male. Una lettura per stomaci forti che lascia sazi di orrore e tristezza.
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Voto ScreenWorld