L’ultima volta era successo con Klaus su Netflix. Guardi un film e hai la sensazione di averlo già visto. Non perché sia banale o prevedibile, ma perché ha un sapore familiare, un retrogusto rassicurante. Lo guardi e sai di essere davanti a un nuovo classico natalizio. Uno di quei film che in futuro verrà guardato e riguardato, consumato all’infinito ogni volta che inizia dicembre. Almeno da chi avrà voglia di sentire un certo sapore in bocca: quello dolce e smielato delle storie infarcite di buoni sentimenti.
Per questo apriamo nostra recensione di Wonka con un’avvertenza sulla scatola di cioccolatini: se state cercando il Willy Wonka bizzarro, ambiguo e leggermente inquietante di Gene Wilder e Johnny Depp, cambiate fabbrica. Non siete nel posto giusto. Perché il Wonka di Paul King è un film che sembra uscito dal suo Paddington Cinematic Universe: un posto dove la stranezza viene normalizzata dentro atmosfere ovattate e sognanti. Insomma, il retrogusto è dolcissimo. Troppo smielato o buonissimo a seconda dei palati di chi sta guardando.
Genere: Commedia, musical
Durata: 116 minuti
Uscita: 14 dicembre 2023 (al cinema)
Cast:Timothée Chalamet, Hugh Grant, Olivia Colman
Mangiami col mio nome
Partiamo dagli ingredienti dietro l’etichetta. Di cosa è fatto Wonka? E cosa ci troveremo dentro? Wonka è un prequel. Non un remake de La fabbrica di cioccolato come molti potrebbero giustamente pensare. Anche perché la fabbrica qui non è ancora stata costruita, visto che il film è una lunga e tortuosa origin story di un sogno che fatica ad avverarsi. Il giovane Wonka arriva in una specie di Londra immaginaria, strana via di mezzo tra la Diagon Alley di Harry Potter e i vicoli sporchi di Oliver Twist.
Qui il volenteroso mago cioccolatiere proverà a esaudire il suo desiderio: far assaggiare a tutti le sue dolci creazioni e magari aprire un negozio tutto suo. Peccato che la città sia piena di gentaglia: loschi approfittatori nei bassifondi e tre spietati imprenditori che gestiscono il mercato del cioccolato, pronti a fare la guerra a Wonka giocando molto sporco. Ma c’è un’altra cosa che non vi abbiamo detto (poco evidente dal trailer): questo è un musical, cadenzato da 7-8 momenti musicali (più o meno riusciti e orecchiabili) in cui tanti personaggi (non solo Wonka ma anche altri sfortunati come lui) cercano di trovare la propria voce in un mondo in cui ognuno pensa solo a se stesso.
Le giuste dosi
Il buon cioccolato nasce sempre da un buon equilibrio tra il dolce e l’amaro. In questo caso Paul King ha tolto di mezzo ogni amarezza o inquietudine tipica delle fiabe di Roald Dahl, preferendo puntare tutto sul grottesco. In questa grande fiaba natalizia per famiglie che è Wonka, infatti, troviamo tantissimi personaggi sopra le righe, goffi, esasperati e spinti verso una comicità slapstick al limite del cartone animato. In questo pazzo mondo dominato dal cinismo, Wonka diventa quasi una luce nel buio. Un appassionato ispiratore che spinge tutto e tutti a cercare il buono e a coltivare il bello.
Ecco, Wonka è un film bello da scartare, perché sai che ti piacerà quello che c’è dentro. Nonostante qualche pigrizia in regia. Troppo affezionata ai primi piani. Dentro ci sono il grottesco che fa sorridere, la speranza ormai fuori moda, il circondarsi di persone con cui fare rima in un mondo a cui piace dividersi su tutto. È un sapore dolce a cui non siamo più abituati. Una ricetta magica che parla a tutti e viene a bussare alla porta di chiunque. Ai figli, ai genitori, agli amici. In quel tipico abbraccio che solo i cult natalizi sanno darti.
Un nuovo Wonka
Un abbraccio che sentirete solo accettando un nuovo Wonka. Perché no, come detto prima, non è quello strambo che ricordavamo. Nel volto di un vivace Timothee Chalamet, che finalmente si scrolla di dosso quell’aria indolente e malinconica tipica dei suoi personaggi, non c’è mai quella luce di vivida follia che abbiamo visto brillare in Gene Wilder e in Johnny Depp. Questo è un Wonka più pacato, più gentile, un timido sognatore molto lontano dal personaggio bizzarro e sopra le righe con cui siamo cresciuti.
No, perché tutta la follia di questo Wonka è concentrata nei pochi centimetri di un inedito e irresistibile Hugh Grant nei panni di un Umpa Lumpa fuori di testa e subito cult. In questa commovente origin story non c’è bisogno di tanta stravaganza, ma il desiderio di far avverare i sogni più strambi e renderli reali. Qualcuno lo chiamerà ruffiano, furbo, studiato a tavolino (e forse lo è), ma in un periodo di disincanto generale forse c’era davvero bisogno di un film genuino come Wonka. Un film perfetto per Natale di cui avranno bisogno le sale, che con questo nuovo Wonka staccheranno una marea di biglietti d’oro.
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La recensione in breve
Meno bizzarro e inquietante dei suoi predecessori, questo Willy Wonka ci regala un musical per famiglie dolce e commovente. Perfetto film natalizio destinato a diventare un piccolo cult.
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Voto ScreenWorld