Vari paesi hanno le loro tradizioni natalizie per quanto riguarda gli appuntamenti sul piccolo schermo: nei paesi nordici, per esempio, è obbligatorio il programma disneyano con spezzoni di vari classici d’animazione (e un assaggio del nuovo film che esce in sala nel medesimo periodo); in Francia almeno uno dei canali televisivi generalisti propone la commedia Le Père Noël est une ordure (letteralmente “Babbo Natale è spazzatura”); e in Inghilterra, oltre agli speciali a tema prodotti dalla BBC, è fisso in programma da quasi vent’anni Love Actually (Nina Sosanya, che nel film interpretava la segretaria del Primo Ministro, ha scoperto di recente di essere “a casa” dei fan ogni 25 dicembre).
E poi c’è l’Italia, dove il 24 dicembre per i cinefili è sinonimo di un titolo in particolare: Una poltrona per due, la commedia di John Landis del 1983 che fa parte del palinsesto di Italia 1 dal 1997 (con una sola interruzione, nel 2005) ed è veramente entrata nell’immaginario collettivo nostrano nel periodo festivo, con persone – tra cui chi scrive e alcuni colleghi/amici – che puntualmente in vista dei dodici mesi a venire si augurano “belo ano” come fa Eddie Murphy quando finge di essere uno studente africano in visita negli Stati Uniti. Ma cosa fa di quel film in particolare un classico natalizio irrinunciabile per il pubblico italiano?
Un fenomeno poco americano
È d’uopo precisare che Una poltrona per due (in originale Trading Places) non gode della stessa fama in patria, pur essendo stato un successo all’epoca dell’uscita (fu strategicamente piazzato come alternativa adulta a blockbuster dal target più giovanile come Il ritorno dello Jedi e Superman III), e non è nemmeno strettamente associato al Natale, al netto dell’ambientazione, perché negli Stati Uniti è arrivato nelle sale nel periodo estivo e non è parte integrante dei palinsesti televisivi di dicembre.
Questo anche a causa del danno d’immagine che accompagna il regista dal 1982, quando un episodio di negligenza professionale su un altro set portò alla morte di tre attori, con tanto di processo per omicidio colposo tenutosi tra il 1986 e il 1987 (Landis e i suoi colleghi furono assolti, ma la sua reputazione è rimasta tendente al negativo in ambito americano).
Satira invecchiata bene
Liberamente tratto dalla storia del principe e del povero, il film è una satira che prende di mira il mondo della finanza e il sistema spietato di Wall Street, quattro anni prima che Oliver Stone ne mettesse a nudo il lato oscuro con toni più seri. Un approccio che, purtroppo o per fortuna, non è invecchiato, al punto che quasi tre decenni dopo l’uscita il finale della pellicola è stato citato come argomento a favore di una legge contro l’insider trading (la compravendita di titoli tramite l’uso di informazioni riservate), provvedimento che è informalmente noto proprio come “la regola di Eddie Murphy”.
E forse è anche quello l’appeal di un film che, pur andando in onda su un’emittente simbolo del berlusconismo, se la prende apertamente con il mondo in cui il fondatore di Mediaset sguazzava allegramente, e viene trasmesso la sera del 24 dicembre, periodo di pace e tranquillità, pur contenendo gag su flatulenza, prostituzione e accoppiamenti tra un uomo e un gorilla. Natale con i tuoi, indubbiamente, ma con qualche ingrediente piccante in più.
Il genio dell’adattamento
Chi scrive, anche per ragioni culturali (originario della Finlandia, dove i sottotitoli sono la norma), non ha mai particolarmente amato la pratica del doppiaggio, pur riconoscendone le evidenti qualità tecniche fino ai primi anni Duemila, prima del vistoso tracollo di cui gli stessi doppiatori si lamentano (lo scorso anno Luca Ward ha affermato che oggi un film come Pulp Fiction, che nel 1994 richiese due mesi di lavoro perché complesso sul piano dell’adattamento per i mercati internazionali, otterrebbe circa due settimane), e che produce risultati come quello che abbiamo menzionato nella nostra recensione di Silent Night – Il silenzio della vendetta.
Ma negli anni Ottanta si producevano adattamenti sopraffini, e una fetta non indifferente del fascino di Una poltrona per due in italiano è costituita dal talento di Tonino Accolla, voce fissa di Eddie Murphy fino al 2009 e capace di restituire anche per il pubblico nostrano l’energia incontenibile e l’inventiva di un comico pieno di carica giovanile (Murphy all’epoca aveva appena 22 anni). Belo ano a tutti!
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