Farsi scuotere dal body horror, ammaliare dalla capacità di mettere in scena torbide relazioni, la consapevolezza del corpo, le sfumature dell’anima. Che autore meraviglioso David Cronenberg. Uno di quei nomi che ci ricordano quanto siamo fortunati ad essere stati guidati sullo Stige da un Caronte tanto innovativo e lacerante. Ed è per questo che tanto ci aspettavamo da The Shrouds, nuovo film di Cronenberg che arriva a due anni di distanza, sempre al Festival di Cannes, da quello che fu annunciato come il suo grande ritorno: Crimes of the Future. Cerchiamo quindi di capire nella nostra recensione su quali angoli bui ha voluto puntare il dito l’autore canadese.
Genere: Thriller, Horror
Durata: 120 minuti
Uscita: n.d (Cinema)
Cast: Vincent Cassel, Diane Kruger, Guy Pierce
Il film potenzialmente perfetto per Cronenberg..
Che The Shrouds avrebbe avuto una marcata componente autobiografica era chiaro fin dal soggetto. Si parla infatti di un uomo – tra l’altro professionista del mondo dell’audiovisivo – da poco rimasto vedovo (come lo stesso Cronenberg). Il protagonista, interpretato da un Vincent Cassel che per l’occasione sfoggia un look in grado di richiamare fin da un primo sguardo l’aspetto dell’autore canadese, decide di sviluppare una tecnologia che permetta di osservare i corpi in decomposizione dei propri cari in un qualsiasi momento. In pratica le salme sono avvolte in delle sindoni hi-tech, le immagini registrate diventano disponibili sia sulle lapidi che nei telefoni di chi ha deciso questo metodo per ricordare il defunto in questione. Un’idea nata dallo stesso protagonista, ossessionato dalla mancanza del corpo della moglie, tanto da incontrare spesso anche la sua gemella, meritevole di avere un aspetto fisico molto simile.
Ora, per chiunque abbia mai visto anche solo un film del Cronenberg pre-2000, risulta evidente di come si tratti di uno spunto iniziale perfettamente in linea con la sua storia autoriale. C’è la componente corporea, l’ibridazione tecnologica, il tema del doppio, l’ossessione, una forte sessualità. Non manca davvero nulla.
.. che non vedremo mai
Tutto viene però soffocato dalla preponderanza di un inspiegabile filone thriller cospirazionistico in cui ci limitiamo a sentire menzionati molti nomi di persone e luoghi che però non incontreremo mail. Una verbosità costante, che uccide il ritmo e l’atmosfera, messa in scena con una discreta povertà di idee. Poche volte si va oltre il campo-controcampo, in una pigrizia generale che colpisce pure gli attori (nonostante vedere Vincent Cassel e Diane Kruger risulti comunque piacevole). Così facendo il tono ondeggia fin troppo e, soprattutto, anche quando vira verso la commedia manca completamente sia i tempi che l’arguzia solita dell’autore canadese.
- Certo, tutto quel che riguarda le scene di sesso funziona, d’altronde non ha mai sbagliato a metterne in scena una in carriera. Ma basterebbe pensare alla banalità con cui viene trattata il tema dell’intelligenza artificiale o la pressoché totale assenza di lavoro di design e scenografie per capire che qualcosa dev’essere andato storto. Oppure per capire che semplicemente quel Cronenberg semplicemente non esiste più. E di certo, dopo tutto quello che ci ha dato, non staremo qua ad esercitare ulteriormente il diritto di lamentela.
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La recensione in breve
The Shrouds avrebbe tutte le carte in regola per essere un perfetto film di chiusura per Cronenberg. E invece quasi c'è disinteresse nei temi che hanno sempre contraddistinto la carriera del canadese. Una dimostrazione purtroppo emblematica che forse il regista che tanto abbiamo amato non esiste più.
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Voto Screenworld