È una fredda mattina di inizio dicembre. Sei lì a preparare l’albero di Natale con un solo dubbio in testa: “Ma Tobey Maguire e Andrew Garfield ci saranno davvero in No Way Home?”. Ed è in quel preciso istante che una ventata di aria fresca entra nella stanza. No, non è il vento di dicembre, ma un video su YouTube. Lo apri e respiri a pieni polmoni. Guardi il “first look” di Spider-Man: Across the Spider-Verse (per gli amici Spider-Man: Un Nuovo Universo 2) e capisci subito che è l’ossigeno di cui avevi bisogno. Di colpo quel dubbio assillante sulla presenza degli altri Spider-Man scompare come neve al sole. Di colpo una clip di 2 minuti ti ricorda che, forse, il cinema non vive di informazioni da pretendere prima di vedere un film, ma di bei ricordi che restano dentro dopo averli visti.
E Spider-Man: Un Nuovo Universo è ancora lì, impresso nelle retine con tutta la sua bellezza visiva, i suoi colori sgargianti e la sua passione strabordante. “Da grandi poteri derivano grandi responsabilità”, diceva lo zio di qualcuno. Un motto saggio che questo cinecomic ha rivoluzionato con coraggio. Perché dentro c’è tutto il potere del cinema, ma anche lo spirito anarchico e disinibito degli irresponsabili.
A meno di un anno dall’uscita del suo sequel (previsto per l’ottobre del 2022) cerchiamo di capire se quello animato di Un Nuovo Universo è lo Spider-Man di cui abbiamo bisogno. E quello che, forse, non ci meritiamo.
Show, don’t tell
La regola d’oro del cinema è sempre quella. Dai fratelli Lumière ai multiversi Marvel. “Show, don’t tell”. Mostrare senza dire. Fidarsi delle immagini e non affidare tutto alle parole in modo pigro e didascalico. Ecco, qualcuno lo vada a dire a Kang e a Doctor Strange, che nel finale di Loki e nel trailer di Spider-Man: No Way Home ci hanno spiegato i multiversi come dentro una puntata di SuperQuark. Noi seduti ad ascoltare e loro con la bacchetta a darci lezioni alla lavagna. Però non deve per forza andare così. Forse non c’è bisogno di essere sempre imboccati. Prima, però, facciamo un passo indietro. È ormai chiaro che il multiverso è la strada scelta dai Marvel Studios per garantirsi un futuro. Universi paralleli e realtà multiple che convivono sono una splendida scorciatoia per anni e anni di storie da raccontare dentro film e serie tv da qui all’eternità. Un concetto che nel Marvel Cinematic Universe è stato “spiegato” nelle serie tv (dentro Loki, appunto) e forse mostrato in tutta la sua spettacolarità proprio in Spider-Man: No Way Home, dove la probabile presenza di Andrew Garfield e Tobey Maguire al fianco di Tom Holland è diventata una specie di ossessione collettiva.
Eppure, appena tre anni fa, c’è stato qualcuno che ci ha gettato nel multiverso con una naturalezza disarmante. Tre anni fa Spider-Man: Un Nuovo Universo ci ha mostrato la convivenza tra più Spider-Man come se fosse la cosa più ovvia e semplice del mondo. Niente “spiegoni”, niente lezioni didascaliche. Solo immagini in movimento che raccontavano attraverso l’azione. Immagini e movimento. Ovvero l’essenza più pura del cinema. Ce lo ha ricordato un ragazzino di nome Miles Morales, guidato da un mentore un po’ imbolsito di nome Peter Parker. Insieme ci hanno parlato del multiverso mostrandone le conseguenze. Senza lavagne o evidenziatori. Una lezione di cinema senza che qualcuno salisse in cattedra a fare l’insegnante. Cose preziose da non dimenticare. Come le lezioni di vita di zio Ben.
Cinecomic puro
Lo schermo scomposto in vignette, la gabbia che esplode, pensieri dentro i balloon, suoni che diventano onomatopee. Guardi Spider-Man: Un Nuovo Universo e sembra davvero di sfogliare un film. Un fumetto spalmato sul grande schermo. Il cinecomic definitivo? Forse. Il cinecomic perfetto? Probabile. “Cinecomic” nel vero senso della parola? Questo sì, è sicuro. Pochi film hanno provato a conciliare il linguaggio del cinema con quello del fumetto in maniera così ricercata e riuscita. In passato ci avevano provato Ang Lee con il suo incompreso Hulk, Zack Snyder con la sua fedele composizione fumettistica delle inquadrature, e ci erano riusciti (in parte) Frank Miller e Robert Rodriguez con Sin City, in cui forse il cinema sembrava troppo reverenziale nei confronti del fumetto. Con Spider-Man: Un Nuovo Universo, invece, settima e nona arte camminano mano nella mano tutto il tempo. La perla partorita dalla Sony Animation non dimentica il calore del disegno e lo mescola alla perfezione con l’animazione 3D. Il tutto condito da un tripudio di colori da incubo per un daltonico, un dinamismo visivo trascinante e una sensazione immersiva che non ha bisogno di occhialini per essere tridimensionale.
Ecco, è facile parlare di questa meraviglia soffermandosi solo sul suo aspetto, ma dentro questa splendida forma scorre tanta sostanza. In Spider-Man: Un Nuovo Universo ci sono ammiccamenti al cinema, ai videogame, al merchandising. Tra le strade della sua New York caotica e nevosa c’è una storia densa e ricca, capace di essere ironica ed epica, commovente e subito dopo esilarante. E questo succede solo quando i film sono scritti bene. Dentro c’è la celebrazione dell’icona Spider-Man, del suo eroismo democratico e accessibile. Un omaggio che ricorda tanto quello di Creed nei confronti di Rocky, perché anche qui ci sono mentori stanchi accanto ad allievi ancora acerbi, c’è il nuovo che scalpita tra le mani del vecchio, ci sono eventi, frasi e personaggi che conosciamo e ci sedimentano dentro da anni. Senza dimenticare la morale adulta di un eroismo che ha bisogno di passare dal lutto e dal dolore per abbracciare la sua consapevolezza.
Ecco perché Spider-Man: Un Nuovo Universo è il cinecomic di cui abbiamo bisogno. Perché è un film che si affida alle immagini, si fida del pubblico e sfrutta un’icona pop per un grande racconto popolare. Per questo, con tutto il rispetto per No Way Home e il grande ritorno di due mostri sacri come Doctor Octopus e Goblin, il cuore del nostro hype è tutto per Spider-Man: Across the Spider-Verse. Sequel di quel cinecomic che, se fosse un’opera d’arte (e perché mai non dovrebbe esserlo), passerebbe alla storia come “meraviglia su tela”.