Non è una novità che nel periodo estivo ci sia una proliferazione di teen horror al cinema. Prodotto perfetto per far divertire i più giovani e invitarli nelle fresche sale cinematografiche. Quella di So cosa hai fatto, però, è un’operazione particolare che sembra indirizzata prima di tutto a rivitalizzare un cult degli anni ’90, adagiandosi soltanto dopo verso le necessità dello spettatore.

La produzione del 2025 merita particolare attenzione anche solo per la sua voglia di creare un ponte tra presente e passato, con un pizzico di nostalgia e tanta voglia di sperimentare. Curioso che la pellicola offra più spunti oltre lo schermo rispetto alle icone e alla storia che vorrebbe presentare.

So cosa hai fatto
Genere: Horror
Durata: 111 minuti
Uscita: 16 Luglio 2025 (Cinema)
Regia: Jennifer Kaytin Robinson
Cast: Freddie Prinze jr, Jennifer Love Hewitt, Madeline Clyne

Da Scream a So cosa hai fatto

I protagonisti di So cosa hai fatto
I protagonisti di So cosa hai fatto – ©Eagle Pictures

C’è da fare un’importante annotazione: l’originale So cosa hai fatto è uscito nel 1997, un anno dopo Scream (1996). Entrambi i film sono stati scritti dalla meravigliosa penna di Kevin Williamson, autore sopraffino per inserire all’interno di trame apparentemente banali, puntuali riferimenti, usi e costumi del mondo che lo circonda, tra la critica e il linguaggio metacinematografico.

A una visione superficiale sembrano due opere simili, ma nella costruzione delle trame prendono due strade differenti. Cosa c’entra Scream? Arrivati ai titoli di coda appare palese che il punto di riferimento per questo legacy sequel fosse proprio l’operazione messa in piedi con gli ultimi capitoli di Scream: recuperare i superstiti del primo massacro del Pescatore, integrando il loro passato al tragico evento che fa da gancio per i giovani protagonisti del film.

Di nuovo lo schema si ripete: la promessa di non dire nulla a nessuno e insabbiare tutto senza immaginare che la vendetta sia dietro l’angolo. Un anno dopo c’è già un assassino da identificare, cercando ragioni e motivazioni in un mare di indizi. Passato e presente si incontrano per parlare di colpe, ma il film approfitta della situazione per evocare una parentesi squisitamente metacinematografica.

Di colpe e terapia

Il pescatore in So cosa hai fatto
Il Pescatore in So cosa hai fatto – ©Eagle Pictures

So cosa hai fatto presenta un ritmo decisamente particolare, lasciando intendere anche un certo ritocco – tanto nella storia quanto nel montaggio, nel modo in cui alcuni toni o altrettanti personaggi cambiano direzione e personalità nel giro di poche scene. Poi, con una svolta decisamente inaspettata, la pellicola diventa un viaggio metacinematografico per ricordare ai giovani – o agli spettatori più maturi, vai a capire – che ci sono anche loro, che il primo film è un cult che deve essere riscoperto e che la leggenda del Pescatore deve tornare più viva che mai.

La cosa più ironica è che, per confezionare questo film, gli autori utilizzano gli stessi stilemi degli ultimi Scream: l’epicità dei sopravvissuti, l’ironia esagerata e ridicola di alcune new entry, la paura della morte resa un gioco da affrontare a viso aperto. Se la caratterizzazione così macchiettistica di alcuni personaggi potrebbe davvero infastidire in un primo momento, il cambio drastico di tono trasforma il film, rendendolo a tratti appassionante – persino irresistibile.

Volendo recuperare dei temi più caldi e attuali, serpeggia l’invito a essere delle brave persone e dei buoni amici, accogliendo il dialogo e la terapia per elaborare se stessi e i propri traumi. Nei nostri occhi resta ancora la forza di quel cambio sopra le righe, un approccio magnetico che ci spinge a sperare in un successo.

La recensione in breve

6.5 Interessante

So cosa hai fatto è un legacy sequel che alterna momenti di irresistibile fascinazione ad altri di tenera sbadataggine. Tecnicamente ben girato e solido nel ritmo, recupera gli stilemi migliori dell'opera originale di Kevin Williamson per restituire un linguaggio fresco e pungente, a tratti quasi ilare, con quel gusto metacinematografico che si fa ben apprezzare. Il tono sopra le righe aiuta la visione, divertendo spesso e volentieri lo spettatore.

Pro
  1. Regia solida
  2. Buon ritmo
  3. Appassionante e divertente
Contro
  1. Prende troppo dal rilancio di Scream
  2. Cambi di trama e di tono decisamente palesi e drastici
  • Voto ScreenWorld 6.5
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Classe 1989. Gabriele Barducci scrive di Cinema e serie tv. Dal 2022 è responsabile dell'area videogiochi di ScreenWorld. Comincia a scrivere di Cinema e serie tv nel 2012 accompagnando gli studi in Scienze della Comunicazione presso l'università di Roma La Sapienza. Nel 2016 entra nella redazione di The Games Machine occupandosi anche di videogiochi, mentre dal 2017 è nello staff della rivista di cinema Nocturno.