A sei anni dalla vittoria come miglior regista al Festival di Berlino 2017, Aki Kaurismaki torna in concorso in un contesto festivaliero senza tradire la propria poetica e il proprio stile. Questa volta è la Croisette il luogo ideale per presentare il suo ultimo lungometraggio, il più breve del Concorso del Festival di Cannes 2023. Quello che non cambia, invece, è la capacità del regista finlandese di saper raccontare una storia ricca di umanità e dolcezza, attraverso uno sguardo freddo (ma non incapace di far provare emozioni) e grottesco.
Spogliato di qualsivoglia orpello, come vedremo nella nostra recensione di Fallen Leaves, il film di Kaurismaki fa leva sul suo mood sognante e disperato, capace di creare un mondo tutto suo, indefinito nel tempo e, di conseguenza, universale. Sin dalla sua prima proiezione, Fallen Leaves si è dimostrato avere tutte le carte in regola per iscrivere il proprio titolo nel palmarés di quest’annata, anche se, nonostante un’indubbia qualità, sembra mancare quell’elemento più forte tanto da fargli fare il vero salto di qualità.
Fallen Leaves
Genere: Commedia, grottesco
Durata: 81 minuti
Uscita: 23 maggio 2023 (Cannes)
Cast: Alma Pöysti, Jussi Vatanen
Storia di due persone
Non hanno nome i protagonisti di Fallen Leaves, un uomo e una donna che appartengono al ceto più popolare e basso del mondo creato dal regista. Un mondo indefinibile nel tempo e nello spazio, dove le notizie della recente guerra tra Russia e Ucraina vengono annunciate su vecchie radio, dove la tecnologia sembra non esistere e l’orologio si è fermato a decenni fa. In questa realtà dove il bar e il cinema sembrano essere gli unici luoghi dove potersi sfogare, dove ogni persona sembra essere aliena tra gli alienati, questi due personaggi solitari, ognuno con la propria vita composta da insoddisfazioni e routine fisse, da difficoltà economiche e un certo grado di disagio, si incontrano casualmente, innamorandosi (quasi) a prima vista.
Un’emozione non solo inaspettata, ma totalmente nuova, tanto da renderli incapaci di esprimere in serenità i loro sentimenti. Comincia così un lungo flirt in cui i due protagonisti parlano poco, non sanno mai bene come comportarsi e risultano impacciati nel descrivere quello che provano l’uno per l’altro.
Una trama semplice per un film semplice, che dura meno di un’ora e mezza e riesce a giocare costantemente con il tono, tra il serio e il divertito. Si ride molto durante la visione, più per l’empatia che i protagonisti sanno far scaturire che per l’assurdità delle loro vicende. Il risultato è un film che sa come rappresentare una stramba delicatezza.
Unirsi nella solitudine
Fragili come foglie autunnali, i protagonisti di Fallen Leaves sembrano essere sul punto di spezzarsi e rompersi a ogni inquadratura. Impossibile non voler loro del bene, non sperare nella riuscita della loro storia d’amore, non tifare per loro. Impossibile anche non abbandonare la sala con la sensazione di aver assistito a una lieta novella, quasi fiabesca. D’altronde il cinema di Kaurismaki ci ha abituato a questo tipo di racconti tragicomici.
E forse proprio per questo l’effetto novità sparisce presto, facendo di Fallen Leaves l’ennesimo grazioso tassello di una filmografia compatta (forse sin troppo) che sembra adagiarsi su una poetica consolidata, anziché provare a mettersi in discussione e osare. Senza dubbio è difficile trovare in Fallen Leaves veri e propri difetti, così come è difficile non essere d’accordo sulla bontà del film, capace di piacere a un pubblico eterogeneo senza troppi problemi. Tra momenti al limite del surreale che si sposano con le amare coincidenze della vita, tra squisiti riferimenti cinematografici (come all’indimenticabile dolcezza del vagabondo di Charlie Chaplin) e un umorismo a denti stretti, Fallen Leaves mette d’accordo tutti, ma si posa sul nostro sguardo con la stessa delicatezza delle foglie. Forse sin troppo fragile.
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La recensione in breve
Fallen Leaves di Aki Kaurismaki è un film piccolo e grazioso. Nel raccontare la vita e l'innamoramento di due protagonisti impacciati e disperati, il film diventa una favola grottesca e delicata, che unisce l'assurdità della vita con la dolcezza dei rapporti umani.
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Voto ScreenWorld