Sono passati quattro anni da Animali Fantastici – I crimini di Grindelwald, film che si perdeva tra i suoi eccessi e le sue complicazioni raccogliendo molte critiche negative. Nel frattempo il nostro mondo babbano è stato prima resettato da un virus, poi gettato nel panico da un conflitto internazionale la cui fine pare ancora lontana. Oggi la voglia e la necessità di buttarsi in un’altra realtà è tangibile, magari proprio in quel Wizarding World che tanto ci ha dato con la saga di Harry Potter. Lo stesso devono aver pensato Warner Bros. e J.K. Rowling, preparando un 2022 ricco di eventi. Aprire l’anno con la reunion per il 20esimo anniversario, Harry Potter: Return To Hogwarts. Chiuderlo con il molto atteso videogioco Hogwarts Legacy. Nel mezzo il terzo capitolo di una saga cinematografica all’ultima chance e in cerca, tra cambi di attori e di intenzioni, di una direzione da seguire.
Ce l’avranno fatta? Scopriamolo nella nostra recensione di Animali Fantastici – I segreti di Silente, rigorosamente senza spoiler.
Animali Fantastici – I segreti di Silente
Genere: Fantastico
Durata: 142 minuti
Uscita: 13 aprile 2022 (Cinema)
Cast: Jude Law, Mads Mikkelsen, Eddie Redmayne
Patto di sangue
Una delle curiosità maggiori in vista di questo terzo capitolo era la questione legata al cambio di interprete per il personaggio di Gellert Grindelwald (il terzo, per inciso). Come tutti sappiamo, in seguito alla vicenda Johnny Depp – Amber Heard, la Warner Bros. ha provveduto a sostituire l’attore. Al suo posto è stato chiamato Mads Mikkelsen, uno dei talenti migliori della sua generazione, sembrato immediatamente perfetto fisionomicamente per il ruolo. Sulla gestione del personaggio e sull’interpretazione dell’attore danese torneremo dopo. In prima istanza i dubbi risiedevano proprio su come (re)introdurre Grindelwald e come giustificare il cambio di aspetto. Il film compie una scelta netta in questo caso, una delle poche.
Il lungometraggio si apre con un incontro passato tra Albus e il “nuovo” Gellert, senza alcun riferimento o giustificazione ai cambi di aspetto. Una decisione funzionale, volta a mostrare subito allo spettatore sia il nuovo interprete sia i due veri protagonisti del film. Infatti, come era intuibile dalle diverse dimensioni del font del titolo, gli Animali Fantastici e il Newton Scamander di Eddie Redmayne lasciano il campo a Grindelwald e Silente. Il primo vuole diventare il capo supremo del mondo magico, così da ridefinire gli equilibri con i babbani. Il secondo fermare il suo vecchio amico e amante. A causa di un patto di sangue che gli impedisce di muovere direttamente contro Grindelwald, il futuro preside di Hogwarts non può agire in prima persona. A complicare il tutto vi è la capacità del mago oscuro di avere delle visioni in grado di predire il futuro. La soluzione adottata è quindi quella di creare una squadra intervento, formata tra gli altri da Newton e il babbano Kowalski, a cui dare indicazioni non chiare nel tentativo di confondere le acque e raggiungere il risultato.
Eccesso di correzione
Con il primo Animali Fantastici e dove trovarli era stato fatto un tentativo abbastanza coraggioso. Addentrarsi nel Wizarding World ma da un’altra prospettiva, senza la necessità di legarsi a Harry Potter. Anzi ambientandolo temporalmente prima, spostandolo negli Stati Uniti, e incentrandolo su un qualcosa di poco esplorato come la fauna magica. Un’opera in cui l’espansione del world building precedente aveva vari spunti interessanti. Il secondo capitolo, con la sotto-trama della famiglia Lestrange e quel plot-twist finale su Credence, si presentava come un film inutilmente complicato e confuso nel tentativo di unire le due saghe. Con il terzo film l’auspicio era di trovarsi davanti a una sorta di sintesi.
Invece Animali Fantastici – I segreti di Silente rappresenta un caso di overcorrection. Un tale eccesso di correzione da sfiorare in più punti un retcon di tutta la saga. Basti pensare a Credence, su cui si era costruito così tanto nei primi due capitoli, qua relegato in secondo piano. Tutti gli intrecci e i possibili legami del personaggio con la famiglia Silente, uno dei motivi di attesa del film, qua vengono solo sfiorati. Un tentativo mal celato di nascondere scelte narrative passate e di cui Warner e Rowling si sono evidentemente pentiti, anche a causa della parabola privata di Ezra Miller. Insieme a Credence ha lasciato progressivamente il campo anche Newt, qua diventato a tutti gli effetti spalla comica insieme ai suoi animali e alla sua love story con Tina messa totalmente in stand-by.
Trattamento diverso ma non necessariamente migliore quello riservato a Silente e a Grindelwald. I due -possiamo dirlo senza paura di essere smentiti- sono la vera ragione per cui il film merita di essere visto. L’intesa e la chimica creatasi tra Law e Mikkelsen funziona, risultano credibili nei rispettivi ruoli e nel loro rapporto d’amore e di conflitto. Il problema, anche in questo caso, si trova nelle correzioni che sono state fatte in merito alla natura più profonda dei personaggi. A entrambi sono state cancellate le sfumature. A Grindelwald viene negato quasi ogni approfondimento, tanto da renderlo un semplice villain dalle motivazioni granitiche, a differenza di quanto fatto con il film precedente. Silente viene invece dipinto come un personaggio talmente positivo dal vedersi cancellato ogni peccato. Una sorta di anima pura che va a stonare con quanto descritto nei libri e nei film di Harry Potter.
Anche l’espansione del world building ha trovato poi una battuta d’arresto salvo rari casi. Si è preferito da una parte accostare l’immaginario a quello degli anni ’30 del Novecento, alla Germania Nazista in riferimento all’ascesa politica di Grindelwald. Dall’altra è stata utilizzata Hogwarts come comfort zone: una scelta in grado di tornare in territorio sicuro e far felici i fan.
David Yates: ancora tu, ma non dovevamo vederci più?
Se le sfumature di grigio son quelle che mancano ai personaggi di Animali Fantastici – I segreti di Silente, lo stesso non si può dire dell’estetica del film. Alla regia abbiamo nuovamente David Yates, alla sua settima regia consecutiva tra Harry Potter e Animali Fantastici (interrotte solo da The Legend of Tarzan). Uno script privo di guizzi e così basilare come questo necessitava di una regia brillante. Yates porta invece avanti il suo percorso privo di personalità, fatto di gestione degli attori e linguaggio filmico neutro. Gli scontri tra maghi sono perlopiù ambientati in una sfera asettica che li divide dal mondo circostante, togliendo la possibilità di giocare con le scenografie e di dare finalmente un po’ di brio alla messa in scena. Lo stesso ritorno a Hogwarts è gestito quasi come fosse una formalità, andando a perdere quella gioia e quella (letterale) magia vista e costruita nei primi capitoli di Harry Potter. L’ennesima conferma di Yates lascia molti dubbi. Soprattutto all’interno di un mondo che nei primi capitoli aveva visto alla regia nomi ispirati come Chris Columbus e Alfonso Cuarón. Una scelta incomprensibile da parte di una casa di produzione come Warner Bros. che negli ultimi anni aveva mostrato coraggio nell’affidare blockbuster come Dune e The Batman ad autori come Villeneuve e Matt Reeves, riscuotendo un ottimo consenso.
In definitiva quello scritto dalla Rowling è uno script che cerca come detto di correggere quanto fatto in precedenza, cadendo però in una trappola ancor peggiore. Quello di aver messo insieme una storia innocua, piatta e senza una direzione precisa, tanto che gli stessi “segreti” del titolo alla fine segreti non sono. Il tutto poteva essere elevato da un regista con delle idee forti. Purtroppo la conferma alla guida del film di Yates ci ha tolto anche questa possibilità. Ciò che rimane è un lungometraggio non sbagliato ma dimenticabile, con la fortuna di avere grandi attori in parte.
Come la pandemia ha resettato il nostro mondo, lo stesso fa questo Animali Fantastici – I Segreti di Silente, lasciandoci con un finale che azzera in pratica quanto detto e fatto in precedenza. Il futuro per noi, a differenza di quanto non sia per Grindelwald, è ignoto. Non possiamo dire se ci sarà un effettivo proseguo della saga come preventivato, molto dipenderà dagli incassi e dal responso complessivo del pubblico.
Da quel che sappiamo dai libri lo scontro finale tra Silente e Grindelwald avviene nel 1945, mentre i tre Animali Fantastici coprono 12 mesi tra il 1926 e il 1927. In caso di un quarto capitolo non è quindi da escludere un possibile balzo temporale in avanti. Un ulteriore modo per lasciarsi alle spalle quanto fatto.
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Conclusioni
Come abbiamo visto nella nostra recensione Animali Fantastici - I segreti di Silente soffre di un eccesso di correzione che porta il film e in definitiva la saga a non avere una direzione chiara. Uno script così piatto poteva essere elevato da una regia con idee forti ma la conferma di David Yates ha tolto anche questa possibilità. Il film viene salvato in parte dal Silente di Jude Law e dal Grindelwald di Mads Mikkelsen ma purtroppo non basta.
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Voto Screenworld