Dopo avervi presentato i probabili contendenti per miglior attore, miglior attrice e miglior regista, è giunto ora il momento di offrirvi una panoramica della competizione per l’Oscar 2023 come miglior film: una categoria per la quale sono previsti in tutto ben dieci titoli, e che pertanto al proprio interno offre spazio per un’ampia varietà di generi e di autori. La corsa agli Academy Award assumerà contorni più definiti da qui al mese prossimo, con l’annuncio delle nomination ai Golden Globe e i primissimi precursors della stagione dei premi, ma intanto andiamo a conoscere più da vicino quelle opere che sembrano avere tutte le carte in regola per giocare un ruolo di peso nella sfida per l’Oscar principale (o che, quantomeno, possono sperare di fregiarsi dell’appellativo di Best Picture nominee).
Gli spiriti dell’isola e The Fabelmans in cima ai pronostici
In particolare due pellicole, al momento, hanno raccolto un consenso pressoché unanime da parte della critica e in America stanno registrando un notevole interesse da parte degli spettatori: Gli spiriti dell’isola di Martin McDonagh, storia agrodolce della fine di un’amicizia nella solitaria cornice di un’isola irlandese negli anni Venti; e The Fabelmans di Steven Spielberg, racconto autobiografico sulla giovinezza del regista statunitense e l’inizio della sua passione per la settima arte. Gli spiriti dell’isola si è aggiudicato due premi all’ultima Mostra di Venezia, mentre The Fabelmans ha conquistato il Premio del Pubblico al Festival di Toronto, ed entrambi i titoli sono destinati a raccogliere una vasta quantità di riconoscimenti da qui al 12 marzo.
Tra gli altri film lodatissimi dalla critica, e che pertanto hanno già prenotato un posto nella lista dei candidati, troviamo poi due progetti che non potrebbero essere più diversi fra loro: Women Talking di Sarah Polley, dramma intimista di derivazione letteraria dedicato al tema della condizione femminile e degli abusi sessuali; ed Everything Everywhere All at Once dei Daniels, action movie dai contorni fantascientifici costruito attorno all’idea degli universi paralleli. Everything Everywhere All at Once non rientra nei canoni del tipico “film da Oscar”, ma in America si è rivelato un piccolo fenomeno e tanto dovrebbe bastare per valergli l’attenzione dell’Academy.
Sequel da Oscar, da Top Gun ad Avatar
Ancor più lontani dalle tradizionali tendenze dell’awards season appaiono alcuni blockbuster che, di regola, sarebbero derubricati nella categoria dei film di puro intrattenimento; tuttavia, la loro capacità di intercettare l’immaginario collettivo potrebbe consentirgli di superare la barriera del ‘genere’ e di penetrare nella rosa dei dieci nominati per l’Oscar come miglior film del 2022. A cominciare da Top Gun – Maverick di Joseph Kosinski, sequel del cult anni Ottanta di Tony Scott, che ha incassato cifre record e confermato l’inossidabile Tom Cruise come l’incontrastato dominatore del box-office mondiale.
Una sorte analoga potrebbe toccare a un altro “secondo capitolo” forse perfino più atteso: Avatar: La via dell’acqua, seguito del maggiore film-evento del primo decennio degli anni Duemila, che segna il ritorno di James Cameron dietro la macchina da presa. Se per Avatar: La via dell’acqua, in uscita a metà dicembre, si stanno ancora aspettando le prime reazioni, hanno perso invece un po’ di ‘spinta’ un paio di sequel accolti in maniera molto positiva, ma forse senza l’entusiasmo sufficiente per puntare addirittura all’Oscar: Black Panther – Wakanda Forever di Ryan Coogler, ultima fatica di casa Marvel, e il giallo Glass Onion – Knives Out di Rian Johnson.
Gli altri concorrenti, da Babylon a Netflix
Cambiando radicalmente settore, nei giorni scorsi sono stati diffusi i giudizi della stampa nei confronti di Babylon, colossale affresco della Hollywood dell’epoca pre-Code da parte di Damien Chazelle: difficile che l’Academy scelga di ignorare un film tanto ambizioso e così legato all’immaginario del cinema, per quanto almeno in parte divisivo. Dall’ambito del cinema indipendente, invece, vanno segnalati tre importanti “titoli da festival” forti del sostegno della critica e del pubblico più cinefilo: Triangle of Sadness di Ruben Ostlund (Palma d’Oro al Festival di Cannes), The Whale di Darren Aronofsky, con Brendan Fraser, e Tár di Todd Field, con Cate Blanchett.
In tutto ciò, quali sono le chance di Netflix? Dopo aver sfiorato l’Oscar otto mesi fa con Il potere del cane, quest’anno per la prima volta il colosso dello streaming, data la tiepida accoglienza per Rumore bianco, non sembra avere alcun “pezzo da novanta” da giocarsi nell’awards season. Tuttavia, Netflix conserva almeno un paio di titoli che potrebbero comunque strappare un posto (anche) nella categoria principale: la versione di Pinocchio realizzata da Guillermo del Toro, attuale favorito come miglior film d’animazione, e la nuova trasposizione di Niente di nuovo sul fronte occidentale diretta da Edward Berger, che inoltre rappresenterà la Germania come miglior film internazionale.