Dopo l’assegnazione dei Golden Globe e dei Critics’ Choice Award e l’annuncio delle candidature da parte delle guild cinematografiche americane e, dalla Gran Bretagna, dei BAFTA Film Award, manca ormai pochissimo alle nomination per la novantacinquesima edizione degli Academy Award, che saranno rese note martedì prossimo. E nell’attesa, dopo aver già analizzato altre categorie di grande prestigio, passiamo ora alle previsioni per l’Oscar 2023 come miglior attrice non protagonista: una categoria, quest’ultima, che attualmente vede tre grandi favorite, la cui candidatura sembra ormai sotto ipoteca, e un manipolo di altre interpreti impegnate a giocarsi gli ultimi due posti disponibili nella cinquina dell’Academy. Chi sono dunque le candidate in pectore e quali attrici, invece, potrebbero riservarci qualche sorpresa nella giornata di martedì?
Veterane da Oscar: Angela Bassett e Jamie Lee Curtis
Partiamo da una coppia di veterane, entrambe di classe 1958, che nell’arco di decenni di carriera hanno impreziosito con la propria presenza diversi film cult. Angela Bassett è appena diventata la prima interprete a vincere un Golden Globe – nonché la prima e unica candidata al premio – per aver lavorato nel Marvel Cinematic Universe: il suo ritratto della Regina Ramonda in Black Panther – Wakanda Forever, blockbuster campione d’incassi diretto da Ryan Coogler, le è valso infatti sia il premio della Hollywood Foreign Press Association, sia il Critics’ Choice Award. Per la Bassett, la nomination all’Oscar (quasi certa) segnerebbe un ritorno nelle grazie dell’Academy a ben ventinove anni di distanza dalla candidatura come miglior attrice per il ruolo di Tina Turner in What’s Love Got to Do with It.
Non ha ancora ricevuto il “bacio accademico” degli Oscar, al contrario, la sua coetanea Jamie Lee Curtis, a dispetto di un curriculum ultra-quarantennale e di un’ampia quantità di successi: ma la sua prima nomination è finalmente a portata di mano grazie alla divertente performance della Curtis nei panni dell’ispettrice fiscale Deirdre Beaubeirdre (e delle sue differenti versioni in vari universi alternativi) nel film-fenomeno di questa awards season, ovvero la commedia sci-fi Everything Everywhere All at Once di Daniel Kwan e Daniel Scheinert.
Kerry Condon: un Oscar a Inisherin?
Accanto ad Angela Bassett e Jamie Lee Curtis, ad aver prenotato una nomination con settimane d’anticipo è l’attrice irlandese Kerry Condon, splendida comprimaria de Gli spiriti dell’isola. Nell’acclamato film scritto e diretto da Martin McDonagh, la Condon presta il volto a Siobhán Súilleabháin, brillante ed arguta sorella del protagonista Colin Farrell, mostrando in maniera magnifica le sfumature caratteriali e le contraddizioni emotive di un personaggio che tenta di porsi come baricentro delle esistenze degli abitanti di Inisherin e di placare i loro conflitti. Bassett, Condon e Curtis sono pertanto i nomi su cui puntare a occhi chiusi per gli Oscar 2023.
Ma cosa accadrà per quanto riguarda il resto della cinquina? La cosiddetta category fraud, ovvero la tendenza a privilegiare interpreti co-protagonisti nelle categorie dedicate ai supporter, quest’anno potrebbe favorire l’inglese Carey Mulligan, che affianca Zoe Kazan nel dramma giornalistico sul caso Weinstein Anche io, film che già le è valso la candidatura al Golden Globe e al BAFTA: i membri dell’Academy seguiranno il loro esempio o preferiranno puntare in altre direzioni?
Dall’Asia con furore: da Dolly de Leon a Hong Chau
E tali direzioni ci conducono verso l’Asia: infatti, se nella lunghissima storia dell’Academy gli interpreti di origine asiatica sono stati quasi sempre ignorati, quest’anno la situazione potrebbe essere ben diversa. Ad aver incantato la critica, riportando candidature per numerosi premi importanti, sono state infatti soprattutto la filippina Dolly de Leon e Hong Chau, vietnamita nata in Tailandia. Dolly de Leon ha rubato la scena nell’ultima sezione di Triangle of Sadness, commedia satirica di Ruben Ostlund, e a breve potrebbe diventare la prima interprete filippina mai candidata all’Oscar.
Invece Hong Chau, già molto apprezzata negli USA fra cinema e TV, sta riscuotendo consensi grazie alla sua partecipazione a The Whale di Darren Aronofsky, in cui affianca il protagonista Brendan Fraser. Da non escludere inoltre la possibilità di una nomination per la giovanissima Stephanie Hsu, statunitense ma di origini cinesi, che nel caso di un plebiscito per Everything Everywhere All at Once potrebbe affiancare la sua comprimaria Jamie Lee Curtis in questa categoria. Chance minori infine (ma mai dire mai) per l’irlandese Jessie Buckley, che si è distinta nel cast corale di Women Talking di Sarah Polley, e per la tedesca Nina Hoss, partner di Cate Blanchett nel magnifico Tár di Todd Field.