Il mercato cinematografico è abbastanza imprevedibile: ad una produzione non è mai dato sapere quanto uno specifico film impatterà sugli spettatori, quanto incasserà. Certamente possono essere fatte delle stime e delle analisi sulla base di alcuni fattori, ma ogni opera che vede la luce in sala è sempre soggetta ad un rischio economico. Non è scontato riuscire ad intercettare la domanda del pubblico, non esiste alcuna garanzia di successo: può capitare a volte che un pellicola, su cui sono state investite abbondanti risorse, non abbia un risultato positivo al botteghino. Questo perché la qualità di un film rimane imponderabile fino al suo consumo e il pubblico non può esprimersi prima della sua uscita. Gli spettatori sono propensi ad attendere degli indicatori (passaparola, critica, premi, incassi ecc…) prima di fruire un determinato prodotto, a meno che quest’ultimo non si tratti di un grande evento anticipato da un’ingente (talvolta soffocante) campagna pubblicitaria.
Dunque, il rendimento economico di un lungometraggio rischia di essere fortemente minacciato nel caso in cui si dovesse creare attorno ad esso un passaparola negativo. Come si può, allora, suscitare le attenzioni del pubblico? Come portare in sala le persone prima che si venga a sapere la qualità effettiva di un film? L’attore, in riferimento alla sua fama o ad elementi di diversa natura, ha la possibilità di differenziare a priori un titolo da un altro. Quindi, di costituire un punto di unione tra output di produzione e platea di settatori paganti.
L’attore nell’economia del cinema italiano
L’attore ha sempre ricoperto un ruolo fondamentale nella vendita di un film agli spettatori, in quanto capace di orientare la decisione delle persone di recarsi in sala prima ancora che si riveli in reale valore del film di cui è protagonista. I motivi possono essere diversi. Anzitutto perché in passato può essersi calato in ruoli di incredibile successo, e quindi la sua bravura può rassicurare lo spettatore sulla qualità del prodotto. Oppure perché si tratta di una figura nota, la cui immagine è in grado di aiutare il pubblico ad indirizzare la propria scelta di visione in un mercato dove – soprattutto in Italia- l’offerta è davvero elevata. L’attore può, dunque, avere il potere di trasformare un film in un evento da offrire.
Perché se è vero che un prodotto audiovisivo è frutto della cooperazione di una moltitudine di figure artistiche, la gente riempie le sale per vedere specialmente i grandi attori e i grandi mattatori provenienti spesso da contesti televisivi importanti, per cui il grande schermo fa eco alla loro notorietà (vedasi, per esempio, Alessandro Siani e Fabio De Luigi), o dal web. Proprio riguardo quest’ultimo mondo, negli scorsi anni è stato rilevante il fenomeno dei Me contro Te, i cui film hanno registrato incassi record durante il periodo pandemico, riuscendo ad attirare in sala un pubblico prevalentemente giovane.
Una programmazione limitata
La presenza di un grande interprete affermato in un film, che può incassare molto bene al botteghino, spinge per forza di cose il distributore a puntare su quello specifico titolo invece che su un’opera con volti meno conosciuti. A tal proposito, i festival giocano un ruolo chiave per la promozione di opere di piccole e medie produzioni, permettendo alla stampa (e non solo) di strutturare una possibile rete di passaparola tale da attirare poi l’occhio dei distributori.
La presenza di un nome altisonante nel cast incide necessariamente anche sulla sfera dei finanziamenti. Un investitore (in Italia il sistema di finanziamento è diviso tra fondi europei, Stato, Regioni e broadcaster televisivi) tenderà a scommettere maggiormente su una pellicola che offre maggiori probabilità di successo, in cui recitano attori importanti e capaci di attirare il pubblico. In tal senso, l’organismo cinematografico sarà orientato alla conservazione di una bolla formata dai soliti noti o di produzioni radicate alla nostra cultura di appartenenza. Motivo per cui a capeggiare nella programmazione delle nostre sale sono spesso le commedie sorrette da interpreti che arrivano dal mondo della televisione.
I soliti noti
Ma chi sono gli attori che, attualmente in Italia, riescono ad incidere significativamente sul box office? Tralasciando i grandi protagonisti comici che scrivono, dirigono ed interpretano film con e su loro stessi (come Checco Zalone, Aldo, Giovanni e Giacomo, Ficarra e Picone, Carlo Verdone, Pio e Amedeo, Leonardo Pieraccioni e i già citati Alessandro Siani e Fabio De Luigi) e che magari escono in sala con una frequenza più incostante, esistono degli interpreti capaci di mantenere in maniera più stabile il botteghino? Oggi sono veramente pochi le dive e i divi che nel nostro Paese forgiano una suggestione tale da imprimere alle loro pellicole un marchio che in partenza le distingue dalle altre.
Tra questi segnaliamo i soliti Paola Cortellesi, Pierfrancesco Favino, Elio Germano, Alessandro Borghi, Luca Marinelli, Riccardo Scamarcio, Stefano Accorsi, Toni Servillo e Valerio Mastandrea. Provando ad aggiungere qualche altro nome come Silvio Orlando o Antonio Albanese, ci accorgiamo subito che di star vere ce ne sono ancora pochissime. Diventa veramente complicato arrivare a stabilire un buon numero di attori in grado – in virtù del loro successo – di elevarsi ad elementi familiari per il pubblico.
Quanto vengono pagati?
Chiaramente l’immagine di un attore importante deve essere adeguatamente rimunerata. Di solito il compenso è stabilito tramite un accordo privato con il produttore, per cui non si potrà mai sapere l’importo esatto. Tuttavia, sappiamo che per i grandi nomi non viene pattuita una cifra stabilita in partenza dal produttore, ma una percentuale sugli incassi del film. Questo per avvantaggiare entrambe le parti: il produttore, che non dovrà sbilanciarsi troppo dal punto di vista economico, e l’attore, che potrà sperare di ricevere un compenso più elevato.
Per capitalizzare tanto e subito è necessario capillarizzare la distribuzione di un film con un volto famoso nel primo fine settimana di programmazione. Perché se abbiamo detto che una star può giocare un ruolo chiave nell’orientare le persone nella loro decisione, è anche vero che l’autentica fattura di un prodotto audiovisivo non può essere giudicata a priori dagli spettatori. Infatti, se un’opera con un illustre protagonista dovesse rivelare delle qualità deludenti, si creerebbe un passaparola negativo, e l’effetto dell’immagine pubblica di un attore svanirebbe. Per questo bisogna distribuire un film con una grande presenza nel cast nel maggior numero di sale possibili, con il maggior numero di orari possibili, nel primo week-end di programmazione.
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