A volte, resuscitare le reliquie dei tragici capitoli della storia non si risolve in altro che una nostalgica fantasia: questo è anche il caso del Titanic, che non può essere riportato in superificie, come è stato confermato dopo l’uscita del film di James Cameron, premiato con 11 Oscar nel 1997.
Dopo diversi tentativi, è emerso che sollevare il Titanic è semplicemente un’opzione impossibile: dopo un secolo di permanenza sul fondo dell’oceano, il Titanic è apparentemente in cattive condizioni, tanto da non poter sopportare un’impresa del genere per vari motivi.
Il relitto sul fondo dell’oceano rimase inosservato per decenni fino al 1985. Fu allora che un team di scienziati guidati dall’oceanografo Robert Ballard riuscì a localizzare il relitto a circa 13.000 piedi sotto la superficie dell’Atlantico, 370 miglia a sud-est di Terranova. Nel settembre 1985, Robert Ballard volle sperimentare i sottomarini robotici, un nuovo tipo di tecnologia da utilizzare per la ricerca di navi da guerra e sottomarini affondati. Chiese alla Marina degli Stati Uniti di permettergli di provare a localizzare il Titanic con la nuova tecnologia; gli fu concesso di procedere e Robert Ballard scoprì il piroscafo dopo solo due settimane di ricerche a 12.500 metri di profondità.
Le successive ricerche sottomarine rivelarono che il Titanic non solo era in forte stato di decomposizione, ma si era anche diviso in due parti: una parte dello scafo pesantemente danneggiata sul lato di dritta della prua ha dimostrato che la collisione con il famigerato iceberg è stata molto forte. La scoperta che il Titanic era pressoché a pezzi ne rese impossibile un recupero intatto; tuttavia, le notizie sulle condizioni della nave non impedirono a menti avventurose di escogitare modi per riportarla alla civiltà. Molti di essi andavano dall’apparentemente plausibilità all’utilizzo di gru montate su navi da recupero. Altri erano semplicemente ridicoli, come riempire il Titanic di palline da ping-pong, attaccare allo scafo palloncini riempiti di elio e congelare la nave come un cubo di ghiaccio fino a quando il relitto non avrebbe galleggiato.
L’operazione di maggior successo ha avuto luogo nel 1998, quando una società chiamata RMS Titanic Inc. a bordo della nave di recupero Abeille è riuscita a sollevare una sezione di 20 tonnellate e 300 piedi quadrati dello scafo di dritta che si sarebbe staccato dalla nave nell’impatto di 86 anni prima. La squadra di recupero ha anche riportato indietro circa 5.000 manufatti, tra cui gioielli, giocattoli, piatti e pezzi di equipaggiamento utilizzati sulla nave.
Finora le spedizioni di recupero non sono state in grado di riportare alla luce nulla di più grande della lastra dello scafo che fa parte di una grande mostra sul Titanic al Luxor Hotel and Casino di Las Vegas. Gli oceanografi hanno sottolineato che l’ambiente marino ostile ha danneggiato i resti della nave dopo più di un secolo sotto la superficie.
L’acidità dell’acqua salata ha dissolto la nave, compromettendone l’integrità al punto che gran parte di essa si sgretolerebbe se venisse manomessa. Anche i microbi responsabili delle stalattiti arrugginite presenti su gran parte dello scafo e particolarmente visibili sulle ringhiere del ponte hanno intaccato la nave, indebolendone ulteriormente la struttura. Ma c’è di peggio: nel 2016, gli scienziati hanno scoperto un organismo chiamato batterio estremofilo che è stato più aggressivo nel distruggere ciò che resta del Titanic, portando gli scienziati a concludere che l’intera nave sarà dissolta entro il 2030.