Cate Blanchett ha parlato del suo personaggio in Tàr di Todd Field, e di come interpretarlo abbia rappresentato anche una maturazione in campo professionale. In una lunga intervista al Guardian, l’attrice, che ha ottenuto il Golden Globe per la performance nel film, ha dichiarato: “Non ho mai avuto una collaborazione così ricca e fruttuosa, in questo ruolo c’è qualcosa di incredibilmente immersivo, ben al di là di quanto ritenessi possibile potesse accadere lontano da un palco teatrale. Non ho mai incontrato una storia come questa, o un personaggio come Lydia Tàr; lei è entrata nei miei sogni; è un personaggio enigmatico, mi sembrava quasi di star interpretando uno stato d’animo, o un’atmosfera, prima ancora che una persona.”
Descrivendo nel dettaglio il percorso del personaggio, Blanchett aggiunge:” Lei è ossessionata da cose che non ha mai avuto il coraggio, o l’abilità, il tempo o l’inclinazione per osservare ed esaminare a fondo; è difficile interpretare un personaggio che si nasconde da se stesso, che è sempre stato concentrato sul raggiungimento dell’eccellenza, e vi ha dedicato una vita intera, e che all’improvviso alza la testa e capisce di non essere vista come la persona che crede di essere, e di aver fatto male agli altri; non se n’è mai resa conto, tanto è rapita da quello che ha davanti.”
L’interpretazione del ruolo ha richiesto molto impegno e dedizione; oltre ad aver imparato il tedesco, preso lezioni di pianoforte, e partecipato ad alcune masterclass online, Blanchett ha ascoltato molte versioni della Quinta Sinfonia di Mahler, l’opera che Lydia Tàr deve dirigere: “Non so dirti quanti direttori d’orchestra ho analizzato; e ciascuno aveva le sue idiosincrasie; ho capito che avrei avuto la libertà di creare un personaggio del tutto mio.”. Il regista Todd Field ha lodato l’etica del lavoro di Cate Blanchett: “Lei è una delle più grandi professioniste che abbia mai conosciuto; ha memorizzato l’intera sceneggiatura, anche le battute non sue, anche le note. Ci si è buttata a pesce; ha delle abilità soprannaturali, non so da dove le arrivi questo indefinibile dono.”
L’interpretazione di Lydia Tàr ha attirato fortissime critiche da parte di Marina Alsop, direttrice d’orchestra lesbica, che si è fortemente opposta alla rappresentazione di una donna problematica ed abusante: “La cosa mi offende come donna, come direttrice, come lesbica: a questo, Blanchett replica: “Il film parla di potere, al di là dell’identità sessuale; non parla di una direttrice d’orchestra caduta in disgrazia, l’approccio è molto meno politico di così, anche se la vicenda in cui si trova implicata è molto politica.”
L’esperienza sul set di Tàr ha positivamente influenzato Blanchett, che ha dichiarato a proposito: “Sto ancora elaborando il tutto; girare questo film ha spostato il mio asse in un modo meraviglioso; non eravamo certi di dove saremmo andati a parare, è stato eccitante, davvero dinamico, senza rete di sicurezza; al cinema non si lavora molto spesso così.”