Martin Scorsese ha ricordato il momento preciso in cui ha capito che Ray Liotta sarebbe stato l’interprete perfetto per il ruolo del protagonista, Henry Hill, in Quei bravi ragazzi, nonostante la poca esperienza dell’attore in ruoli di primo piano in film importanti. Intervistato da Variety in occasione del conferimento all’attore, scomparso un anno fa, della stella postuma sulla Hollywood Walk Of Fame, Scorsese ha dichiarato di essere stato indeciso fino all’ultimo, ma che un particolare avvenimento gli ha tolto ogni dubbio: “All’improvviso è scattato qualcosa.”
Scorsese ricorda così le sue iniziali titubanze nei confronti di Liotta, data anche la natura sfaccettata del personaggio di Hill: “Ray era uno degli attori in lizza per Henry, ma su di lui avevo un dubbio; sapevo che era in grado di gestire un ruolo come quello che aveva interpretato in Qualcosa di travolgente, ma qui avrebbe dovuto portare il film sulle sue spalle; doveva sembrare uscito dal mondo della malavita, ma anche dare un’impressione d’innocenza; doveva essere autorevole, ma anche fascinoso, in modo da equilibrare la violenza e i comportamenti sconvolgenti del personaggio; mi piaceva il modo di lavorare di Ray, e mi ero sempre trovato bene con lui nelle occasioni in cui ci eravamo incontrati, sapevo che avremmo potuto lavorare insieme con profitto. Eppure, non ero ancora del tutto convinto della scelta. Poi, all’improvviso, è scattato qualcosa.”
Il successivo incontro tra Scorsese e Liotta, infatti, si sarebbe rivelato decisivo per le sorti del film. Racconta ancora Scorsese: “Ero a Venezia con L’ultima tentazione di Cristo; alloggiavo all’Excelsior, e mentre attraverso la hall per andare a fare un’intervista, vedo Ray, dall’altra parte del salone, che mi fa un cenno di saluto con la mano; mentre viene verso di me per salutarmi come si deve, gli si para davanti una falange di uomini della sicurezza. E, come se niente fosse, continua a fare quello che stava facendo; reagendo con calma ed educazione, era riuscito a gestire la situazione perfettamente, lasciando che gli addetti alla sicurezza seguissero tutti i loro protocolli. Ci siamo guardati negli occhi a vicenda, e abbiamo convenuto che avremmo parlato in un secondo momento, con calma… poi ognuno se n’è andato per la sua strada. Dopo quell’incontro, ci ho pensato ancora un po’ su prima di dargli ufficialmente la parte, ma col senno di poi, credo stessi solo cercando di prendere tempo senza che ci fosse una reale ragione per farlo; sapevo benissimo di aver già trovato il mio Henry Hill.”
La trama di Quei bravi ragazzi (Goodfellas), tratto da “Wiseguy”, saggio biografico di Nicholas Pileggi sulla vita di Henry Hill, ruota attorno all’ascesa di un ragazzo irlandese di famiglia povera, affascinato da lusso e ricchezze, lungo i ranghi della mafia italo-americana di Brooklyn, fra ambizione smodata, eccessi e determinazione, fino all’inevitabile caduta finale. Aiutato da Jimmy (Robert De Niro) che ne diventerà il mentore, Henry si fa strada nel mondo della malavita, diventando uno degli uomini di fiducia del boss Paulie Cicero (Paul Sorvino). Henry finirà per trascinare nel suo mondo di lussi e prepotenze anche Karen (Lorraine Bracco), ragazza di buona famiglia della quale si è innamorato. Il film è stato candidato a sei premi Oscar, vincendone uno, quello per il Miglior attore non protagonista, assegnato a Joe Pesci per il ruolo dell’irascibile e incontrollabile gangster Tommy DeVito.