Molti non avevano mai sentito parlare del libro Povere Creature! prima che la sua trasposizione cinematografica vincesse il Leone d’oro alla mostra del cinema di Venezia 2023. Il film, diretto dal regista greco Yorgos Lanthimos, è tratto dall’omonimo romanzo di Alasdair Gray, scrittore inglese di celebri volumi distopici e fantastici. Il libro uscito nel 1992 sì determinava ribaltare il concetto di verità. Un testo sicuramente complesso, ricco di eccessi e vicende surreali difficilissime da adattare sul grande schermo. Lanthimos e lo sceneggiatore Tony McNamara hanno dovuto modificare qualcosa rispetto al romanzo per una resa più cinematografica. La prima versione italiana del romanzo arriva due anni dopo grazie a Marcos y Marcos, con il titolo di Poveracci!. Attualmente si trova in libreria nell’edizione curata da Safarà Editore, edizione che riprende la traduzione letterale del titolo.
Una diversa idea dei luoghi in cui è ambientata la storia
Il film – di cui abbiamo parlato nella recensione di Povere Creature! – utilizza la figura del “mostro” per creare un percorso di formazione e di liberazione individuale che la protagonista raggiunge soprattutto sul piano sessuale. Il particolare emerge se consideriamo dove viene ambientata la storia. Nel romanzo infatti, le avventure di Bella cominciano a Glasgow, nel film cominciano invece subito a Londra per poi, dove farà ritorno dopo i suoi viaggi in giro per il mondo. La cupa e industriale Glasgow in cui l’autore ambienta il romanzo lascia spazio, nella visione del regista, alla patinata Londra. Dettaglio rilevante se consideriamo che l’intento di Gray è più politico che personale; è una riscoperta collettiva più che individuale. Lanthimos, in quanto greco, capisce che sarebbe totalmente incoerente da parte sua girare il film nelle location descritte nel libro, avendo poi la necessità di rendere tutto più favolistico. Le riprese del film si svolgono in Ungheria, dove vengono ricostruisce le versione surreali di Londra, Parigi e Lisbona.
I diversi punti di vista
Un’altra differenza tra libro e film è nella prospettiva dei personaggi. Il libro è un finto memoir scritto dal medico Max McCandless, marito di Bella Baxter, che descrive una donna la cui identità è avvolta dal mistero. Max scrive la sua versione della storia, raccontando che la donna era stata trovata morta da un collega: lo scienziato Godwin Baxter, il quale per farla rivivere le impianta il cervello di un feto, dunque una donna adulta con la mente azzerata che deve imparare tutto. Il romanzo è composto da lettere e pagine di diario con ritratti, mappe, disegni anatomici e appunti scritti a mano. Lanthimos, a differenza ha preferito concentrarsi solo sul punto di vista di Bella Baxter, raccontandoci di una protagonista che sfida le convenzioni sul piano sessuale, rifiuta la sua precedente identità che aveva prima di suicidarsi e diventa una persona migliore. Il regista così replica al Guardian: “Abbiamo fatto un cambiamento rispetto al romanzo visto che il film è esclusivamente dalla sua prospettiva, ho pensato che un’avventura simile poteva essere raccontata solo attraverso gli occhi di Bella”.
Un finale stravolto
Nel romanzo la vicenda si conclude con una lunga lettera dove Bella scrive ai suoi futuri pronipoti e svela che tutto è una finzione e che ella ha preso le distanze dal marito. Questo sarebbe diventato un discreto medico generico se non si fosse servito del denaro di Baxter per comprare l’ozio che scambiava per libertà. Soddisfatto, entra a far parte della classe media dove non aveva alcun desiderio di riformarla dall’interno, né di aiutare la classe lavoratrice a riformarsi dall’esterno. La Precedente Bella, Victoria, era una donna borghese, sposata con un generale ricco e famoso ma incapace di curarsi di lei, soprattutto sul piano sessuale. Bella invece, in quanto mostro creato dall’uomo non è mai esistita, questo spinge la donna a ritornare con Alfie Blessington, il precedente marito che la portò al suicidio quando si chiamava ancora Victoria. Un finale pessimista che lo sceneggiatore Tony McNamara ha ritenuto poco coerente per un film a metà fra dramma e commedia surreale, così decide di estendere la narrazione oltre il finale dettato dal libro, creando qualcosa di completamente nuovo. La pellicola si conclude con scene che vedono Bella e il suo amato Max vendicarsi di Alfie e sostituire il suo cervello con quello di una capra. Per poi trasferirsi in campagna e vivere felici e contenti insieme a Toinette, l’amica prostituta che Bella ha conosciuto a Parigi.
Analogie con Frankenstein
Al film ricorre spesso il paragone con il Frankenstein di Mary Shelley: Nonostante ci siano molte analogie tra i due scienziati e le loro creature, la somiglianza è solo parziale. Riprendendo il sottotitolo, Frankenstein è un “moderno Prometeo” che crea la vita con l’aspettativa di vincere la morte. Baxter invece è solo un uomo che vorrebbe creare per sé una nuova figura femminile, capace di amarlo oltre le apparenze, in questo già mostro a sua volta.