Le Ali della Libertà finisce con Red, il personaggio interpretato da Morgan Freeman, che ottiene, dopo 40 anni passati in prigione, la libertà sulla parola. Ormai anziano, fuori dal carcere si rende inevitabilmente conto di non potersi più adattare ad una vita, una società e un mondo che anni prima lo hanno respinto e abbandonato. Capendo di non poter far parte di questa realtà, Red teme di non poter più vivere.
Tuttavia, l’uomo, una volta libero, decide tener fede alla promessa fatta tempo prima ad Andy: così recatosi nel luogo che l’amico gli aveva indicato, trova una lettera che lo invita a sfruttare alcuni indizi fornitigli cripticamente prima e dopo l’evasione, per riuscire a oltrepassare il confine e a raggiungerlo a Zihuatanejo. Red ripensa ad una delle frasi di Andy: O fai di tutto per vivere, o fai di tutto per morire. Per questo decide di prendere finalmente in mano la sua vita, violando la libertà condizionata per raggiungere l’amico in Messico. Lì i due si rincontrano felici, da uomini liberi.
Diretto da Frank Darabont, Le Ali della Libertà è una pellicola evocativa, ricca di alti significati filosofici ed esistenziali che inneggiano alla vita e alla libertà dell’uomo. Il film oltre che parlare di solidarietà ed amicizia, di prevaricazione ed ingiustizia sociale, riflette e soprattutto denuncia le orribili condizioni che si vivevano, e si vivono tutt’oggi, all’interno delle carceri.
The Shawshank Redemption, adattamento di un racconto breve intitolato Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank, edito nella raccolta di quattro novelle del 1982 denominata Different Seasons, è senza dubbio uno dei migliori, se non addirittura il migliore rifacimento di un’opera scritta da Stephen King. Circostanza, quest’ultima, che si può evincere dall’apprezzamento condiviso di cui goda la pellicola diretta da Frank Darabont con protagonisti Morgan Freeman e Tim Robbins.