James Mangold, regista di Indiana Jones 5 e la ruota del destino, ha discusso di quanto il personaggio di Indiana Jones sia cambiato nel corso degli anni; in un’intervista a The Hollywood Reporter, Mangold ha dichiarato di non aver voluto ignorare, all’interno del film, la questione dell’invecchiamento del protagonista: “Nessuno di noi sfugge al tempo che passa, nemmeno Indiana Jones; io e Harrison abbiamo deciso di fare tutto senza sconti, e prendere di petto la cosa, nel film”. Nella sua nuova avventura, dunque, il personaggio dell’archeologo avventuriero, che nella finzione scenica avrà circa 70 anni (il suo interprete, Harrison Ford, ne ha recentemente compiuti 80) dovrà fare i conti con la vecchiaia.
Mangold, primo regista dopo Steven Spielberg a dirigere un film di Indiana Jones, entra nel dettaglio del significato che questa nuova consapevolezza rappresenta per il personaggio: “Il film non parla solo di un eroe al crepuscolo, che viene di nuovo chiamato in azione; a quest’uomo fanno male le ossa, la sua anima è dolente, l’ottimismo nei confronti del mondo che lo circonda è evaporato, fatica a ritrovare il senso di appartenenza che aveva prima; spesso, l’errore che si fa in film del genere, e ne abbiamo visti, è mostrare un protagonista in età matura, e poi per tutto il film fare come se niente fosse, far vedere che in fondo, no, non è poi così vecchio.”
La sfida alla ricerca del realismo, afferma Mangold, non ha riguardato solamente il personaggio di Indy, ma anche l’intera struttura del film, che doveva essere in grado di rispecchiare un mondo molto diverso da quello mostrato nei primi tre film della saga: “Abbiamo dovuto trovare un modo per spostare in avanti l’ambientazione temporale del film, permettendo però al personaggio di Indy di sperimentare appieno il cambiamento avvenuto attorno a lui; i primi tre film sono ambientati più o meno nello stesso periodo storico (tra il 1935 e il 1938, ndr) e riflettono una visione del mondo dove tutto o era bianco o era nero, e i confini tra bene e male erano ben delineati; nel momento storico in cui sono ambientati questo film e quello precedente, il Regno del teschio di cristallo (ambientato nel 1957, ndr), combattere per delle antiche reliquie e saccheggiare tombe non è visto di buon occhio; nel 1969, ovvero nell’anno in cui questo film è ambientato, la nostra visione del mondo è più incerta; siamo nel corso della Guerra Fredda, ma chi è davvero il nostro nemico? Chi il nostro alleato? Cosa succede a un eroe costruito per un mondo in bianco e nero, che all’improvviso si ritrova catapultato in un mondo grigio? Si tratta di un problema che produce delle contraddizioni che il nostro personaggio dovrà cercare di risolvere, facendo degli aggiustamenti.”
Il contrasto tra ciò che il personaggio di Indy è stato nei film precedenti e ciò che sarà in questo quinto episodio, è accentuato, qui, dalla presenza di una sequenza iniziale ambientata proprio negli anni ’40, in cui il volto odierno di Ford è stato ringiovanito tramite l’uso di tecniche di intelligenza artificiale. Mangold spiega così la ragione di questa scelta: “Serve al pubblico per vedere in maniera evidente la differenza tra un eroe all’apice della forma fisica, e un eroe di 70 anni; l’accostamento aiuterà tutti a ricordare quello che Indy ha fatto, i successi raggiunti, e quello a cui è sopravvissuto; nei primi 20 minuti di film il pubblico avrà una percezione stratificata del personaggio; quello che è stato, e quello che è ora, cioè un uomo che vive nell’anonimato in un mondo che non riconosce più i valori per cui lui ha tanto combattuto.”
La componente action del film è naturalmente molto presente, e Mangold spiega:”Indy ha sempre cercato di cavarsela con l’astuzia… non è il tipo che per sconfiggere un nemico, lo pesta a sangue. Un atteggiamento simile torna più che mai utile a 70 anni; ma Harrison non si è mai tirato indietro, anzi ero io che dovevo dirgli di no per alcune scene a forte impatto fisico; proprio come Indy, lui si porta addosso i lividi, le cicatrici e le ossa rotte di tutta una carriera passata a farsi scagliare contro un muro; e in più, riesce a rendere credibile ogni scena in cui compare, spogliandola di tutto quello che non va; sa come essere un eroe senza cadere negli stereotipi che definiscono un eroe.”