Dan Reed, regista del controverso documentario Leaving Neverland, ha apertamente criticato l’annuncio del biopic su Michael Jackson, che dovrebbe essere prodotto da Lionsgate, con Antoine Fuqua alla regia e Jafaar Jackson, nipote del Re del Pop, nel ruolo del protagonista. In un editoriale per The Guardian, Reed si chiede come mai nessuno “abbia pensato di cancellare un film che glorificherà un uomo che stuprava bambini.”
Immaginando di rivolgersi direttamente ai produttori, Reed aggiunge:” Come pensate di rappresentare su schermo il momento in cui un uomo adulto sulla trentina prende un bambino per mano e se lo porta in camera da letto? Come costruirete quella scena?” Reed insiste, parlando del messaggio negativo che una simile operazione potrebbe veicolare: “Evitando di discutere della predilezione di Michael Jackson per i ragazzini, si dice implicitamente che se un pedofilo è ricco e famoso, allora la società lo perdonerà”. Aggiunge Reed, sulla stessa falsariga: “A quanto pare, la stampa, i fan di Jackson, e tutte quelle persone che sono cresciute con lui, sono disposti a mettere da parte il suo rapporto malato coi bambini, e continuare come se niente fosse?”
Leaving Neverland, film documentario prodotto nel 2019 da HBO e Channel 4, ricostruisce la vicenda di Wade Robson e James Safechuck, i quali dichiarano, all’interno del documentario, di avere subito violenze da Jackson, attraverso atti sessuali di ogni tipo, a cavallo fra gli anni ’80 e ’90, quando erano bambini. Entrambi, dopo la morte del cantante, avvenuta nel 2009, hanno fatto causa per le violenze subite, agli eredi in sede civile; prima Robson nel 2013, poi Safechuck; entrambe le cause verranno poi dichiarate nulle, nel 2015 e nel 2017, a causa della scadenza dei termini di prescrizione del reato.
A proposito del suo documentario, Reed aveva detto: “Si tratta di uno studio psicologico sull’abuso sessuale dei bambini, raccontato attraverso la vicenda di due famiglie normali circuite da un pedofilo che si fingeva amico; questo lavoro è l’opportunità per portare all’attenzione del più vasto pubblico possibile un’indagine sulle modalità attraverso cui i bambini cadono vittima di un molestatore, sulla psicologia del violentatore, e soprattutto, su come circuisce le sue vittime.”