Dirty Dancing – Balli proibiti è ispirato in parte a una storia vera, o meglio alle esperienze vissute dalla sceneggiatrice del film, Eleoanor Bergstein. Per raccontare le vicissitudini di Frances Houseman, detta Baby, ragazza di buona famiglia che, durante una vacanza, scopre il fascino del ballo popolare, lontano dalle etichette dell’alta società cui appartiene, la Bergstein ha attinto alla propria esperienza personale di villeggiatura sui monti Catskills, durante l’infanzia; “Ci andavo tutti gli anni con i miei genitori, quando ero bambina. Peraltro, tutti mi chiamavano Baby, già allora. Al mattino i miei giocavano a golf (mia madre era una campionessa) e io andavo a curiosare nelle sale da ballo. Ogni giorno premevo il naso contro il vetro, per vedere meglio, e alla fine sono riuscita a entrare.”
Parlando della storia al centro del film cult con Patrick Swayze e Jennifer Grey, Bergstein spiegò che l’amore per il ballo e la competizione erano in lei innate: “Io ho sempre vissuto a Brooklyn, e sin da quando avevo undici anni, partecipavo a competizioni di dirty dancing; si tratta sostanzialmente di balli sensuali con un partner a stretto contatto, e musica rock o soul in sottofondo; negli anni poi, sono diventata la regina del mambo, in quegli ambienti. Ma, tornando alle mie estati sui Catskills, lì ogni sera c’era una gara… io ballavo il mambo, oppure il cha-cha, scontrandomi con degli adulti, dei veri professionisti, e vincevo, sempre; in palio c’era dello champagne. Ogni sera veniva giù il palazzo, e alla fine i miei bevevano champagne. Credo tutti fossero affascinati dall’idea di questa ragazzina piena di appetiti, che eseguiva, con sfrenato passione, questi balli ardimentosi seppellita in un vestito d’organza tutto sgualcito; crescendo, poi, ho continuato a fare “dirty dancing” nei seminterrati; i miei erano d’accordo, a patto che andassi bene a scuola, e che poi mi iscrivessi all’università.”
Riguardo il personaggio di Johnny, Bergstein chiarisce che non vi sono esatte corrispondenze con persone realmente esistite: “Per creare Johnny ho preso tante caratteristiche diverse da tante persone diverse, ma inevitabilmente, non appena il film è diventato un successo, tante donne hanno cominciato a scrivermi dicendo che lui assomigliava proprio a qualcuno che avevano conosciuto da giovani. Una lettera in particolare, ricordo, mi ha spezzato il cuore; questa donna mi aveva scritto: “Io sapevo che con lui non avrebbe mai funzionato… io ero troppo bassa e lui troppo alto, ma lo penso ancora. Che fine ha fatto?”; naturalmente non era Johnny; Johnny non esisteva. Io però, le ho risposto comunque, le ho detto che lui la pensava sempre“.