È stato devastante l’impatto di Godzilla Minus One. Tanto devastante da metter d’accordo tutti, pubblico, critica e addetti ai lavori. Con il suo arrivo in sala nel 2023, infatti, il film è riuscito a donare nuova linfa cinematografica al più famoso kaijū giapponese, una delle icone più amate, che negli ultimi anni era condannata ad esser protagonista – insieme a King Kong – di una serie di discutibili film targati Warner Bors., tutti ambientati nel cosiddetto MonsterVerse.

Il successo globale ottenuto dalla pellicola diretta da Takashi Yamazaki, suggellato soprattutto dalla vittoria nel 2024 del premio Oscar per i migliori effetti visivi – primo film orientale a riuscirci – ha fatto si che la storica casa di produzione giapponese dei Toho Studios mettesse in cantiere un sequel. A ben vedere già ampiamente nei piani, considerati gli stuzzicanti colpi di scena finali.

La notizia, ormai di diversi mesi fa, ha mosso la curiosità degli appassionati hardcore dei kaijū movie e di tutte le migliaia di fan salite a bordo del franchise con questo nuovo primo capitolo. Quindi, in attesa di ulteriori annunci ufficiali, largo alle speculazioni, e proviamo ad immaginare la trama, gli scenari e che cosa dobbiamo aspettarci dall’attesissimo sequel di Godzilla Minus One.

Due spunti per immaginare il futuro

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Immagine promozionale di Godzilla Minus One, fonte: Toho Studios

Il finale della pellicola diretta dal regista giapponese Takashi Yamazaki presta il fianco a innumerevoli speculazioni. D’altronde la mitologia legata ai kaijū è oceanica, dal momento in cui parliamo di un franchise che conta ben 37 lungometraggi con protagonista Godzilla. Uno degli elementi più interessanti di Godzilla Minus One, che sin da subito ha fatto speculare su un ipotetico sequel è proprio racchiuso nel finale. Infatti, possiamo rintracciare ben due ganci su ciò che potremmo aspettarci di vedere nel proseguo della storia.

Il primo è ovviamente legato allo scontato ritorno del gigantesco kaijū. Infatti, nonostante alla fine del film tutti ritengano Godzilla morto e sepolto dopo la deflagrazione del corpo, durante la sequenza conclusiva assistiamo all’inizio della sua lenta ma inesorabile rigenerazione. Per tutta la pellicola si è potuto notare il potente fattore rigenerante di Godzilla, una peculiarità che lo rende praticamente immortale, probabilmente legata alle radiazioni che continuano a dargli energia. Chissà se questa rigenerazione darà vita ad una nuova versione del mostro, più grande, potente, feroce ed evoluta.

Una rigenerazione che magari si distanzi esteticamente da quella piuttosto classica proposta nella prima pellicola, optando per un design ancor più deforme, mostruoso e spaventoso. Una mutazione per certi versi dal carattere orrifico, come nel clamoroso Shin Godzilla. Questo potrebbe rivelarsi uno spunto decisamente stimolante, anche e soprattutto per mescolare le carte in tavola in vista del secondo capitolo.

Allargare gli orizzonti

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Minami Hamabe nel ruolo di Noriko Oishi in una scena di Godzilla Minus One, fonte Toho Studios

Dall’altro lato invece, il secondo e ancor più interessante spunto narrativo dal quale ripartire è legato a Oishi, la coprotagonista del primo film. Stiamo parlando ovviamente della scena finale ambientata in ospedale. Lì osserviamo il protagonista Shikishima recarsi a trovare l’amata e rediviva Oishi, fino a pochi istanti prima ritenuta morta dopo il devastante attacco di Godzilla a Tokyo. In questa sequenza possiamo notare che dal collo della donna sta iniziando a propagarsi una sorta di sostanza nera dalle sembianze organiche e radioattive, molto simile alla pioggia nera caduta sulla città dopo l’uso del soffio atomico del kaijū.

Secondo alcune teorie molto accreditate tra i fan, questa macchia scura altro non è che una sorta di traccia biologica di Godzilla, entrata nell’organismo della donna durante l’attacco a Tokyo, quando il kaijū ha sparato il suo raggio radioattivo. Probabilmente questa è una delle ragioni per cui la donna è riuscita non solo a sopravvivere ma anche a riprendersi piuttosto in fretta dalle mortali ferite subite. Difatti, attraverso l’assorbimento delle cellule del mostro, Oishi potrebbe aver acquisito anche una sorta di fattore rigenerante simile a quello di Godzlla. Tuttavia, risulta abbastanza scontato che il semplice fatto di portare dentro di sé tracce biologiche del kaijū non potrà che generare conseguenze negative.

Da quest’ultime, infatti, potrebbe iniziare a dipanarsi la trama del secondo capitolo. Molti esperti e appassionati di questo universo narrativo hanno ipotizzato la nascita del cosiddetto Biollante, una creatura mutante che fonde insieme il DNA di Godzilla, di un vegetale e di un umano, per l’appunto di una donna. D’altro canto, è presumibile che nel sequel gli sceneggiatori e il regista vogliano alzare la posta in palio, mostrando anche altre creature appartenenti all’immenso roster del monsterverse godzilliano, come ad esempio Ghidorah, il mostro a tre teste simile a un drago.

Restare fedeli a sé stessi

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Godzilla durante una celebre sequenza del film, fonte: Toho Studios

A prescindere dalle speculazioni, dagli scenari più o meno plausibili e dalle speranze di vedere Godzilla scontrarsi con quel kaijū piuttosto che con quell’altro, ciò che più ci si augura è che il sequel di Godzilla Minus One rimanga fedele a sé stesso e al suo capostipite, mantenendo quelle atmosfere, quello stile e quei toni che hanno determinato il successo del primo capitolo. Una rilettura matura e per nulla banale della mostruosa creatura in grado di specchiarsi con il contemporaneo.

La pellicola diretta da Takashi Yamazaki è riuscita a distinguersi proprio per l’attenzione ai particolari e ai dettagli. Un fattore che faceva tutta la differenza del mondo in un film per il grande pubblico che si è rivelato capace di calibrare perfettamente l’intrattenimento spettacolare tipico del disaster movie, con le componenti drammatiche, emotive e introspettive di una storia profondamente umana che si configurava come un importante inno antimilitarista e pacifista. Un discorso, di questi tempi, ahinoi quantomai attuale e necessario.

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Nato a Palermo il 27 ottobre 1990. Laureato in Scienze della Difesa e della Sicurezza, in Giurisprudenza, successivamente ho conseguito un Master in Tutela dei Diritti del Minore. Sono un avvocato, innamorato di cinema e sport sin dalla tenera età, non a caso appassionato di storytelling. Alleniano fino al midollo, sono tre le visioni che da bambino mi hanno cambiato la vita, in ordine: Balla coi Lupi, Batman (Tim Burton) e Il Padrino.