Il primo M3GAN, prodotto da James Wan e Jason Blum e scritto e diretto da Gerard Johnstone, fu un assoluto fenomeno horror – oltre che, diciamolo pure, un’ideale gallina dalle uova d’oro per la Blumhouse. A fronte di un budget di poco meno di 12 milioni di dollari, al box-office M3GAN fece piazza pulita incassando la bellezza di oltre 180 milioni di dollari. Un successo clamoroso che spinse la Universal Pictures a mettere immediatamente in cantiere un sequel. Nessuno, però, avrebbe mai immaginato che sarebbe arrivato in queste forme filmiche. Stiamo parlando di M3GAN 2.0, sempre a firma registica Johnstone, che riparte esattamente due anni dopo gli eventi del fortunato predecessore.
Gemma (Allison Williams) è diventata una scrittrice da best-seller e una sostenitrice della regolamentazione dell’intelligenza artificiale insieme ai fidati Cole (Brian Jordan Alvarez) e Tess (Jen Van Epps). Con lei c’è sempre la nipote Cody (Violet McGraw). Dall’altra parte del mondo, però, la tecnologia di M3GAN è ancora attiva e riutilizzata per dar vita al robot militare AMELIA (Ivanka Sakhno) che diventa presto autocosciente e si ribella ai propri creatori. L’unico modo per fermarla è giocare una partita alla pari. Per Gemma e Cody è il tempo di riassemblare una vecchia amica: M3GAN (Amie Donald) è tornata e ha perfino degli aggiornamenti da urlo. Più veloce, più potente, più letale!
Genere: Horror
Durata: 119 minuti
Uscita: 26 Giugno 2025 (Cinema)
Cast: Violet McGraw, Allison Williams
Nel segno di Terminator

La storia del cinema è piena zeppa di sequel che, in un modo o nell’altro, hanno ribaltato la percezione dell’oggetto filmico rispetto al predecessore. Opere il cui risultato ha fortemente diviso critica e pubblico tra chi ha urlato al capolavoro e chi, invece (molto più spesso), al tradimento. Per restare in tema horror, sequel come Non aprite quella porta 2 e Gremlins 2, ad esempio, rivoltarono come un calzino le aspettative dei rispettivi gruppi di fan, consolidandosi negli anni come due commedie sgangherate e tremendamente divertenti che hanno saputo superare degnamente la prova del tempo.
Ecco, M3GAN 2.0 si muove proprio lì, in quel terreno narrativo, con Johnstone che ha scelto di asciugare quasi del tutto la componente horror da La Bambola Assassina postmoderna per incanalare il racconto nei binari della black comedy percorsa di autoironia, camp e grandi momenti action dove le risate sono con la pancia e le coreografie da mozzare il fiato. Nuovi toni e sapori narrativi al servizio di un racconto che vede l’iconica M3GAN evolvere da villain letale a eroina ancora più letale. Tutto pur di proteggere Gemma e Cody dalle grinfie di AMELIA, in un’evoluzione caratteriale dichiaratamente ispirata a quella del T-800 di Arnold Schwarzenegger tra il 1984 di Terminator e il 1991 di T2 – Il Giorno del Giudizio.
Un film da vedere

M3GAN 2.0 costruisce intorno a sé un action adrenalinico che racconta la nostra difficile attualità, tra le incursioni sempre più invasive dell’Intelligenza Artificiale in ambito tecnologico e creativo e siti nucleari iraniani spazzati via dal tempestivo intervento del Governo Americano. Ma offre anche un importante spazio a donne inventrici e uomini traditori, esilaranti momenti musical degni di una parodia di Frozen e corpi utilizzati come strumenti.
Poco importa se nel climax, a un certo punto, il bravo Johnstone sembra si stia divertendo talmente tanto da far fatica a lasciarlo andare tra cambi di fronte, svolte sorprendenti e inaspettate evoluzioni. Ciò che ci importa davvero è sapere che M3GAN è tornata e che difficilmente ne potremo più fare a meno d’ora in poi, anche in queste nuove e inaspettate vesti comedy.
Conclusioni
A due anni dal fenomeno horror di M3GAN, Gerald Johnstone e Blumhouse fanno ancora centro cambiando i connotati della propria creatura narrativa. Stavolta è una black comedy pazzesca percorsa di autoironia, camp e formidabili momenti action
Pro
- La nuova caratterizzazione di M3GAN
- Il folle terzo atto
- Ivanna Sakhno è una macchina da guerra
Contro
- I puristi dell'originale potrebbero non essere del tutto soddisfatti
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Voto ScreenWorld