Eccessivo, barocco, glitterato, straripante. Tutti aggettivi che si sposano con la visione di Baz Luhrmann, regista discusso e divisivo. Bastano pochi secondi di un film per vedere la mano dell’australiano. Ecco Baz Luhrmann è senza dubbio un autore. Uno di quelli riconoscibili, uno di quelli che “piace o non piace”.
Dopo quasi dieci anni di assenza dai grandi schermi eccolo tornare con il suo Elvis, un binomio che già dall’annuncio sembrava più che compatibile e che alla prova dei fatti funziona. D’altronde eccessivo, barocco, glitterato e straripante sono aggettivi perfetti anche per il Re del Rock.
Per comprendere il percorso dell’autore fino a oggi, cerchiamo di ripercorrere la carriera del regista australiano attraverso le scene dei film di Baz Luhrmann che non ci stancheremmo mai di rivedere.
1. Il paso-doble di Ballroom – Gara di ballo
Dopo una prima esperienza al cinema nel ruolo di attore, Luhrmann decide di concentrarsi sul teatro. Un’esperienza questa che si protrarrà per una decina di anni e che influenzerà in modo evidente tutto il suo percorso cinematografico a partire dal suo esordio. Il primo lungometraggio di Luhrmann infatti non è altro che l’adattamento di una sua pièce teatrale che ebbe un buon successo in Australia alla fine degli anni ’80. Si tratta di Ballroom – Gara di Ballo, presentato al Festival di Cannes del 1992 che ebbe un buon successo al botteghino domestico e venne candidato ai Golden Globe come Miglior Film commedia o musicale. Il film parla di un giovane campione di ballo ribelle, stanco dei paletti imposti in termini di coreografie dalla federazione e desideroso di sperimentare nuove variazioni. Ballroom contiene già un buon nucleo di tutto ciò che interessa a Luhrmann. Oltre al, facilmente intuibile, aspetto musicale pensiamo all’estetica glitterata e alla passione per costumi e coreografie. Tutti elementi che si possono trovare in una qualsiasi gara di ballo, in particolare quando si tratta delle specialità di latinoamericano. La scena che abbiamo selezionato è quella del paso-doble finale. Come si può notare anche le caratteristiche tecniche di Baz Luhrmann sono già al loro posto, dal montaggio frenetico, agli zoom improvvisi.
2. Amore a prima vista in Romeo + Giulietta di William Shakespeare
Il vero balzo nel mainstream arriva con il film successivo nel 1996, ovvero Romeo + Giulietta di William Shakespeare. In questo caso Luhrmann pesca nuovamente dalla sua esperienza teatrale e alla sua altra grande passione, il melodramma, andando a proporre un adattamento di Shakespeare. Romeo + Giulietta è un film d’impatto e importante per una svariata serie di motivi. È un film che, nel proporre una versione piuttosto letterale del testo del Bardo all’interno di una ambientazione come quella di Verona Beach, rappresenta ancora oggi uno dei simboli del cinema postmoderno più puro e di quello che è stato l’immaginario estetico degli anni ’90. All’interno del percorso di Baz Luhrmann Romeo + Giulietta è, come dicevamo, il primo vero passo nel mondo del melodramma, una delle due anime (insieme a quella musicale) principali dell’autore. Aggiungiamo anche l’utilizzo dei brani pop/rock della colonna sonora, tra cui figurano anche dei Radiohead non ancora completamente esplosi, divenuto oggi uno dei marchi del regista. Le scene cult del film da cui pescare erano obiettivamente molte, come per esempio sia il primo ingresso in scena che la morte di Mercuzio. Ma per ricollegarci all’anima melodrammatica già citata e a quell’aspetto così anni ’90 e così teen abbiamo preferito l’incontro con amore a prima vista di Romeo (un DiCaprio al primo grande ruolo) e Giulietta (Claire Danes).
3. Il can-can di Moulin Rouge!
E se Romeo + Giulietta era il trampolino di lancio, Moulin Rouge! rappresenta la definitiva consacrazione. Il film in cui l’anima melodrammatica e quella musical si fondono in un unico affresco. In una cornice sempre post-moderna si muove la virtuosa macchina da prese, il montaggio si fa sempre più folle così come maniacale è la cura per le scenografie e i costumi. In Moulin Rouge! Luhrman aggiunge poi uno sguardo surreale a suggellare quello che è ancora oggi il simbolo del suo cinema. Non manca poi il sapiente uso musicale, tra canzoni dell’epoca e un vero e proprio mixtape di hit moderne, da Elton John a David Bowie fino ai Nirvana. Ancora oggi la storia d’amore tra Satine e Christian è ritenuta un’icona dei primi 2000 e si sprecano le scene memorabili. Per l’occasione abbiamo optato per il can-can, già simbolo del “luogo del peccato” parigino, qua rivisitato da Luhrman con fare luciferino e psichedelico.
4. L’intro di Australia
Con Moulin Rouge! Baz Luhrmann dichiara pubblicamente di aver chiuso il “trittico del sipario rosso”, sostenendo quindi di volersi allontanare dalle ispirazioni teatrali e cercando quindi qualcosa di completamente nuovo e diverso per lui. Inizia così la lavorazione di Australia, opera che nella mente del regista doveva rappresentare un omaggio alla sua terra natia con un respiro epico alla Via col Vento o Lawrence d’Arabia. Per il cast sceglie due star australiane come Nicole Kidman e Hugh Jackman, quest’ultimo dopo i rifiuti di Russel Crowe e Heath Ledger. In Australia manca completamente la sfera musicale di Luhrmann ma non la sua anima melodrammatica. Sparita rispetto ai precedenti lavori è anche tutta quella sfera ironica, nascosto dietro un aspetto troppo patinato e forzatamente epico. Il progetto si rivela alla fine un flop al botteghino e di critica, con veramente poco di salvabile. Come scena abbiamo scelto l’intro, in grado di mantenere un tono scanzonato su cui secondo noi avrebbe dovuto puntare di più il regista invece di perdersi alla ricerca di un’epopea moderna.
5. La prima apparizione di Gatsby ne Il Grande Gatsby
Dopo il fallimento di Australia Luhrmann si butta presto in un nuovo progetto non meno ambizioso. Un nuovo adattamento de Il Grande Gatsby di Fitzgerald. Il regista in questo caso ritorna nella sua zona di comfort rispetto al film precedente, andando a rielaborare lo storico romanzo e replicando quanto fatto in Moulin Rouge!. Pone lo sguardo sulla storia d’amore spingendo sul melodramma e ricostruendo una New York degli anni ’20 estetizzata, teatrale ed eccessiva. Si torna quindi al grande uso di scenografie e di costumi, tutti inquadrati nel modo più barocco possibile. Più che in precedenza si concentra sulla colonna sonora, assemblata utilizzando grandi brani recenti o proponendo produzioni originali per l’occasione. I nomi coinvolti sono tra i più importanti del periodo: da Jay-z a will.i.am, da Lana del Rey a Florence and the Machine. Il risultato è un’opera che ha vari difetti e mancanze ma è certamente un film di Baz Luhrmann fino al midollo. Per quanto riguarda la scelta della scena non c’è stato alcun dubbio: la prima apparizione di Gatsby. Perfetta per riassumere l’intero film e fonte inestimabile di un meme che ancora oggi domina sul web.