Nel seguente articolo è esposta un’analisi che mette a confronto il film: Anatomia di una caduta della regista Justine Triet, vincitrice della Palma d’oro al festival di Cannes 2023 e il dipinto: Il bacio con la finestra del pittore norvegese Edvard Munch. Il paragone è sorto in quanto in entrambe le due opere è protagonista la coppia, con le sue contraddizioni ed il significato della stessa nel sentimento dell’amore. Partendo dal mistero che avvolge il legal thriller, passando ai colori del dipinto ed al ruolo della finestra, fondamentale sia per il quadro, sia per il film.
Il Mistero
La prima parte di “Anatomia di una caduta” di Justine Triet ci mette davanti agli occhi un mistero; un mistero che sorge dal dubbio. C’è una coppia: marito e moglie. Lei, Sandra, è una donna in carriera, una scrittrice, da subito la vediamo alle prese con un’intervista la quale interlocutrice sembrerebbe anche essere interessata a lei. Il marito, a sua volta, è uno scrittore e all’inizio decide di non mostrarsi mai, ma lo sentiamo con i suoi modi fastidiosi di cercare l’attenzione della moglie e della sua intervistatrice. Poi, ad un certo punto, accade l’inspiegabile. Il marito cade dalla terrazza dello chalet e muore. Sandra è l’unica testimone, ed essendo sua moglie e anche la principale indiziata per omicidio. Ed ecco che nasce il dubbio innestato nella mente dello spettatore: il marito com’è morto? Omicidio? Suicidio? Oppure semplice incidente?
Il Colore
Il dipinto fa emergere un nuova sfumatura dell’amore a partire dai colori freddi utilizzati. Munch, pittore nordico, decide di accostare il sentimento caldo dell’amore a colori freddi, quali: azzurro, bianco e diverse tonalità del blu, via via sempre più scure. Questa scelta è in forte contrasto con l’idealizzazione grafica dell’amore in quanto passione i quali colori dovrebbero essere, a differenza, molto caldi. La coppia che si mostra nel dipinto è avvinghiata in una abbraccio oscuro, nella penombra della notte, quasi ad indicare che l’amore che sta venendo consumato, non solo è celato al mondo, quasi che sia un amore sbagliato, ma che la coppia è anche avvolta dal mistero che circonda la loro relazione.
Da qui, le domande che sorgono spontanee riguardano il loro status, se si amano ancora, se il loro rapporto risplende ancora come un tempo, o se magari il tempo ha affievolito quella scintilla di passione che tanto ardeva agli albori del loro amore, appena sbocciato. La sensazione è che la notte e i suoi colori, subito successivi al tramonto del sole, portino anche ad un tramonto della coppia e della sua passionalità.
La Finestra
Un elemento fondamentale sia per il dipinto, sia per il film è la finestra. Nel dipinto le due figure sono nettamente decentrate, spinte verso il margine laterale destro del quadro; a prendere la scena, centralmente, è la finestra che rappresenta il mondo esterno, quello che ci guarda, osserva e ci giudica da fuori. Quasi come se l’amore della coppia, decentralizzato, non fosse davvero importante. Nel film, vediamo Sandra intraprendere un processo legale che impegna esperti, psicologi, assistenti sociali. È il mondo esterno, la società intenzionata a far emergere la verità e analizzare l’accaduto nel migliore dei modi. La maggior parte delle persone hanno la credenza che sia Sandra la vera assassina e che sia stata lei a spingere il marito da quella finestra dello chalet.
Se si ragiona in questo modo si deduce che la moglie ha commesso un’azione e che quest’azione determini delle conseguenze e ripercussioni sulla sua vita perché, in quanto moglie, è la principale indiziata. Allora Sandra deve difendersi, deve risultare credibile e convincente, poiché una volta che è stata commessa quell’azione, una volta che è stata aperta quella finestra nulla sarà più come prima e la credibilità vacillerà, sgretolandosi sempre di più. Da quella finestra, che è elemento centrale, avviene una caduta: omicidio? Suicidio? Incidente? Non è importante tanto chi ha commesso quell’azione ma è importante come quell’azione venga vista da chi è al di fuori di quella finestra. Il mondo esterno diventa giudice della coppia.
L’Identità
Attraverso un processo scopriamo le verità della coppia, i suoi problemi e i momenti che ne hanno determinato la caduta. Chi sono questi due amanti che si baciano nel buio? Non lo capiamo perchè non li vediamo, i volti sono nascosti, infatti, nell’ombra, indistinguibili, fusi in un abbraccio nostalgico e sensuale ma mai gioioso, mostrato in modo più violento che romantico. La loro è una lotta, una lotta per la sopravvivenza dell’individuo, prima che della collettività. “Il marito ha fallito laddove la moglie ha vinto” verrà detto ad un certo punto del film da parte dell’avvocato difensore.
Il marito, forse prova invidia nei confronti della moglie, la vede più pronta, più in controllo e meno avversa alla vita, poiché lei già l’ha presa in pugno. Allora giunge il litigio, lo scontro che mette sul piatto della bilancia l’identità dei volti dei due coniugi, indistinguibili nelle forme, trattata con estrema tenerezza e complicità ma anche profonda differenza esistenziale. La diversità linguistica della coppia marca ancora di più l’incomunicabilità, non solo data dalle diverse provenienze dei due amanti, ma anche dai gesti, delle idee, dei ruoli, soprattutto, all’interno della famiglia. Le due figure abbracciate, impossibili da distinguere separatamente e non ben delineate, rappresentano la perdita d’identità che aggiunta ad una totale incomprensione di fondo determina la caduta, il tramonto e il collasso.
Abbandono o Distruzione
Il rapporto tra uomo e donna si configura come tensione dubbiosa a e irrequieta tra desiderio di amare e paura di amare. Da qui si concretizza il timore dell’abbandonarsi all’amore, un timore umano e passionale che impedisce di badare al mondo circostante e ti permette di vedere solo quello che hai davanti ai tuoi occhi: cioè il volto del tuo amato avvolto dalle tenebre del conflitto. Oppure, attraverso una fusione fisica delle due figure, che nel tentativo di un abbraccio vengono distrutti dall’amore e completamente private delle loro identità. In entrambi i casi, il risultato è sempre la solitudine, un ultimo stadio.
Come nello splendido finale del film, nel quale Sandra è felice, ma lo è perché sollevata dopo le fatiche del processo, ma è anche distrutta poiché non sa se sarà più in grado di tornare ad amare e l’abbraccio finale col cane è solo un abbraccio consolatorio, per il fatto che quest’ultimo è la conseguenza della realizzazione della perdita, per sempre, del proprio partner.
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