Sono passati quasi vent’anni dall’ultima uscita legata alla trilogia cinematografica de Il Signore degli anelli (l’edizione estesa de Il ritorno del re) e dieci da quella del capitolo finale de Lo Hobbit. E a Natale la Terra di Mezzo tornerà sul grande schermo, sempre per mano di Warner Bros. e New Line Cinema, che hanno annunciato il progetto nel 2021, in parte per non perdere i diritti dei romanzi di J.R.R Tolkien. Il nuovo film è un anime, ambientato due secoli prima degli eventi della trilogia, ed è intitolato Il Signore degli anelli: La Guerra dei Rohirrim. Abbiamo visto in anteprima i primi venti minuti della pellicola, in occasione di un evento speciale al Festival di Annecy, il più importante appuntamento mondiale dedicato all’animazione, a cui hanno partecipato alcuni membri della troupe. L’incontro era moderato da Andy Serkis, che presto tornerà nell’universo cinematografico tolkieniano nei panni di Gollum.
Vecchi amici
All’incontro erano presenti quattro membri della troupe del film: Philippa Boyens, co-sceneggiatrice dei sei film di Peter Jackson e una delle massime esperte del mondo di Tolkien, qui coinvolta come produttrice; Joseph Chou e Jason DeMarco, gli altri due produttori principali del progetto; e il regista Kenji Kamiyama, per il quale Chou ha anche fatto da interprete durante la presentazione. Ad aprire le danze è stato un breve videomessaggio di Jackson, che ha tessuto le lodi del film prima di essere interrotto dalla voce fuori campo di Gollum, che dà fine al collegamento video con la frase “Animate this, motherfuckers!”. Un passaggio del testimone che ha un significato ben preciso, come ha spiegato Boyens: “Peter e Fran Walsh [la produttrice e co-sceneggiatrice dei sei film precedenti, n.d.r.] sono attivamente coinvolti sin dall’inizio, sono i produttori esecutivi del film. Non l’abbiamo annunciato prima d’ora perché Peter ci teneva a rimanere nell’ombra e far sì che Kenji avesse più libertà.”
L’inizio del film
La Guerra dei Rohirrim è narrato da Éowyn, la quale evoca la vicenda di una donna il cui nome non è menzionato nelle cronache della Terra di Mezzo: Hèra, la figlia di Helm, sovrano di Rohan. La vediamo a cavallo in un paesaggio sorvolato da aquile, mentre il tema musicale di Rohan scritto da Howard Shore per la prima trilogia conferma che siamo nello stesso mondo, sebbene in forma animata. Hèra si ritrova coinvolta in una vera e propria guerra dinastica tra Helm e il rivale Freca, il quale spera di arrivare al trono tramite le nozze combinate fra la fanciulla e il di lui figlio, Wulf. Helm e Freca si sfidano a duello, facendo a pugni, e il secondo ha la peggio, morendo sul colpo. Wulf, esiliato da Rohan, giura vendetta, e il video si conclude con un teaser delle epiche battaglie a venire, con la promessa dell’uscita in sala per Natale, periodo storicamente associato al debutto cinematografico degli altri film (anche se la prima trilogia in Italia arrivò sempre a gennaio).
Una storia inedita
L’idea di fare un film d’animazione ambientato nell’universo cinematografico della Terra di Mezzo circolava da tempo, ma è stata una scelta estetica precisa a dettare la direzione narrativa, come spiega Boyens: “Appena hanno menzionato l’ipotesi di fare un anime, ho pensato a questo racconto in particolare. C’è una grande affinità tra l’animazione giapponese e l’esplorazione della guerra e le sue ramificazioni devastanti. Kenji ha reagito molto positivamente alla proposta, e come padre di una figlia femmina gli piaceva anche che questo fosse il primo film della saga con una protagonista donna.” Protagonista che esiste nei libri, anche se in forma anonima: la guerra in toto occupa una pagina delle Appendici de Il Signore degli Anelli, e il nome del personaggio è farina del sacco di Fran Walsh, stando a Boyens: “È stata lei a dirmi che doveva avere un nome che inizia per H, dato che ce l’hanno anche suo padre e tutti i fratelli.” Kamiyama, dal canto suo, ha sottolineato quanto fosse preziosa la partecipazione della co-sceneggiatrice degli altri film per approfondire una premessa che su carta è molto stringata, e sullo schermo non lo sarà affatto. Ha commentato Joseph Chou: “All’inizio si parlava di 90 minuti, e al momento dura due ore e mezza.”
Il cast
La presentazione non ha svelato nulla di nuovo circa il cast vocale in inglese, ma è stata un’occasione preziosa per sentire gli attori principali, tutti già psicologicamente integrati nell’universo tolkieniano con le loro performance: Helm ha il timbro leggermente scozzese di Brian Cox, mentre Wulf, Hèra e Freca sono rispettivamente Luke Pasqualino, Gaia Wise e Shaun Dooley. Con l’eccezione di Miranda Otto, che narra il tutto nei panni di Éowyn, non ci è ancora dato sapere se altri interpreti delle due trilogie faranno capolino in questo progetto (ma il teaser suggerisce almeno una scena legata al contesto più ampio della vicenda degli Anelli del Potere). C’è però un legame di famiglia nel cast di contorno: tra i comprimari c’è l’attrice britannica Lorraine Ashbourne, ossia la moglie di Andy Serkis.
Un viaggio complicato
La lavorazione del progetto è stata complessa, non solo per il contesto pandemico nelle prime fasi, ma anche per la differenza produttiva tra un progetto interamente giapponese e un anime di matrice angloamericana. Spiega Joseph Chou: “In Giappone, un progetto simile richiede dai cinque ai sette anni di produzione, con 40-50 direttori di animazione. Noi ne abbiamo due.” Difatti, la prima reazione di Kenji Kamiyama, quando gli è arrivata la proposta, è stata la seguente: “Non è possibile.” Ma l’amore per Tolkien, e per i film di Jackson in particolare (“Sono andato in sala il primo giorno di programmazione per ciascuno dei tre”), ha reso appetibile questa sfida artistica e produttiva, che il regista commenta con una battuta: “Fare questo film è stata la nostra guerra dei Rohirrim, e speriamo di uscirne vittoriosi.” A Jason DeMarco la parola finale per chiarire un dettaglio importante: “Non abbiamo mai pensato di fare la versione animata di un film di Peter Jackson. Questo è un film a sé, di Kenji Kamiyama, ambientato in quell’universo.” Il pubblico sarà d’accordo? La risposta tra sei mesi…
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