Viviamo in una società che va sempre più veloce, in un mondo dove siamo avvezzi a stimolazioni rapidissime, dove siamo abituati a volere tutto e subito. La nostra soglia dell’attenzione è ormai ridotta all’osso, perché ogni cosa è riprodotta a doppia velocità. Questo, però, sembrerebbe non valere per la produzione audiovisiva degli ultimi tempi. Laddove le nostre esistenze sono fagocitate dall’ossessione per la frenesia, la settima arte adagia i suoi ritmi ai canoni dilatati imposti dalla serialità televisiva. Oggi, vediamo film sempre più lunghi (come anche all’ultima edizione della Mostra del cinema di Venezia), anzi – il più delle volte, inutilmente – lunghissimi. Perché i prototipi del racconto allungato sono ormai penetrati del tutto all’interno del modo di concepire un’opera cinematografica, a tal punto da spingere pure i grandi autori ad abbracciare narrazioni mastodontiche.
Ed è anche un po’ su questo paradosso che si sviluppa il MAX3MIN Very Short Film Festival, un evento dedicato all’universo dei cortometraggi svoltosi a Milano dal 4 al 6 ottobre 2024. Una rassegna che da quattro edizioni si interroga sulle prospettive future del mezzo audiovisivo, sfidando la concezione di brevità con l’obiettivo di proporre idee raccontate in una manciata di secondi, e ponendo agli spettatori il seguente quesito: quanto il cinema può spingersi a rimodellare nuove forme e linguaggi dell’istantaneità contemporanea?
Non più di 3 minuti
Tre sezioni competitive e tre sezioni fuori concorso, per un concentrato di cortometraggi (48 del concorso internazionale) proiettati in luoghi cardine della vita culturale milanese, cui Il Teatro Fontana, Stecca 3 e L’Anteo Palazzo del cinema, alias il tempio sacro della cinefilia meneghina. Con un focus dedicato anche ad esperienze immersive di realtà virtuali, e soprattutto talk e laboratori per giovani curiosi ed appassionati. Ma in tutto questo, perché Max3Min? Sì, perché la peculiarità di questa interessantissima rassegna viene evocata già direttamente da questo nome. Tutti i corti in selezione (per le schede dei film e maggiori info qui potete consultare il sito ufficiale del festival), infatti, possono essere di qualsiasi genere e realizzati con ogni tipo di tecnica, ma devono presentare una caratteristica comune ben precisa: una durata non superiore a tre minuti.
Tante piccole opere d’arte che, spaziando tra modalità narrative e forme audiovisive diverse, tra il racconto classico e la sperimentazione pura, tra il documentario e la commedia (forse, per quanto visto in questi giorni, il genere che maggiormente riesce ad adattarsi agli archetipi del racconto beve) tra l’animazione e l’intrattenimento da reel Instagram (chi l’ha detto che quest’ultimo non può essere un’opera d’arte?), utilizzano la sintesi per raccontare il presente. Difatti, sono tanti i temi della contemporaneità abbracciati dai 48 lungometraggi della competizione ufficiale: dai cambiamenti ambientali alle questioni di genere, passando per ansie sociali, disagi generazionali e storie intime che affrontano tematiche personali.
Come promuovere la short culture
Ma l’aspetto interessante è che tutti i cortometraggi riescono, a modo loro, ad avere qualcosa da dire. A vibrare nelle loro attrazioni e nei rischi che cercano di prendersi (ricordiamo che, per il pubblico, la sperimentazione è molto più digerita in un cortometraggio che in un film canonico), spesso riuscendo a suggerire degli spunti e delle visioni creative davvero interessantissimi. La mission del Max3Min film festival appare dunque chiara e limpida: non solo rinvigorire il parterre di eventi artistici sostenuti dalla città di Milano, ma promuovere a 360° la short culture (in questo caso very short culture) per impedire una sua radicale marginalizzazione all’interno dell’industria cinematografica. Perché non esiste un mezzo più potente del cortometraggio per sperimentare nuove tecnologie, soggetti e linguaggi.
Durante questi tre giorni abbiamo avuto il piacere di visionare titoli che ribadiscono l’importanza dell’editing e della sintesi, talvolta risultando incompiuti e inconcludenti, ma quantomeno senza quella prolissità che tanti registi ultimamente aggiungono alle loro opere per lucidarle inutilmente. Ed è stata un’esperienza straniante ma incredibilmente affascinante vedere proiettati sul grande schermo film (perché, a tutti gli effetti, di film si sta parlando, lunghi o corti, belli o brutti, purché stimolanti) da 180 secondi che potremmo tranquillamente fruire su un dispositivo mobile, magari tramite social. È stato come assorbire una raffica di video di Tik Tok all’interno, però, di una sala cinematografica.
Una selezione che va oltre il cinema
E da questa contaminazione di vari linguaggi sorge un quesito molto interessante in ottica della nuova “geopolitica dell’audiovisivo”: serve ancora fare una distinzione tra film lungo o corto? Tra cinema e serialità? Arriverà un giorno in cui potremo visionare tali prodotti all’interno di un concorso internazionale come quello di Cannes o Venezia? A voi la risposta. In ogni caso, quella del Max3Min è una selezione capace di andare oltre il cinema, di inseguire tempi narrativi che spiazzano e ribaltano la comunicazione del contemporaneo, consapevoli che oggi c’è sempre meno tempo per raccontare qualcosa.
Non solo progetti da 3 minuti, all’interno del programma ufficiale del festival troviamo anche altre sezioni intrigantissime, come quella del concorso NextGen, oppure la selezione realizzata in collaborazione con SEA Milan Airports, formata da una decina di cortometraggi proiettati all’aeroporto di Malpensa per far ingannare l’attesa del volo ai passeggeri. Ma la vera chicca del Max3Min è senza dubbio la selezione dei nuovi corti della collezione Green Porno di e con Isabella Rossellini. Delle opere (curate in collaborazione con Mubi) semplicemente geniali, pregne di uno stile divertente e dissacrante tipico di una grande artista che sa masticare cinema.
Il Max3min Very Short Film Festival si è svolto a Milano dal 4 al 6 ottobre 2024, ma dal 6 all’11 ottobre i film dei concorsi internazionali sono disponibili qui in streaming gratuito.
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